Questo il commento di Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, rispetto alla decisione dell’Esecutivo Ue di cancellare il taglio di 448,5 milioni di euro al bilancio agricolo per finanziare altre politiche comunitarie. Le misure a sostegno degli agricoltori europei colpiti dall’embargo russo saranno finanziate senza attingere dalla riserva di crisi.
“Abbiamo più volte ribadito come la decisione di prelevare gli aiuti ai produttori colpiti dall'embargo russo - prosegue De Castro - dalla riserva di crisi autofinanziata dagli stessi agricoltori sarebbe stata un atto insostenibile per un settore che sta pagando duramente una crisi che non ha originato".
"Con la nuova proposta che cancella il taglio - conclude De Castro - ci auguriamo che la pratica di considerare l’agricoltura europea un bancomat dal quale attingere liberamente finisca una volta per tutte. La Commissione Agricoltura continuerà comunque a battersi affinché questa decisione, dopo i negoziati tra Parlamento e Consiglio sul bilancio dell’Unione, venga confermata dal voto in plenaria di dicembre”.
Non si è fatta attendere la reazione di Copagri: “Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione della Commissione Europea di non fare ricorso alle risorse destinate alla riserva di crisi per il settore agricolo. A tal proposito esprimiamo apprezzamento per l’impegno della Presidenza italiana ed in particolare del ministro Maurizio Martina".
"Il risultato ottenuto è un messaggio positivo per tutto il mondo agricolo in un momento non facile per le aziende che ancora credono in questo settore - continua Franco Verrascina, presidente di Copagri - Incontra inoltre la nostre aspettative l’intento di trovare altrove le risorse necessarie per affrontare le conseguenze dell’embargo russo. Casomai fosse necessario, ci preme ribadire che la Pac è una delle prime politiche che ha reso possibile una crescente integrazione e coesione europea e lo sviluppo di un settore che - è attualità - risulta sempre più necessario per l’aumento della domanda di approvvigionamento alimentare su scala internazionale, per il progresso economico e sociale dell’Unione e per estrinsecare totalmente le potenzialità dell’agroalimentare made in Italy sui mercati dove questo è già consolidato e su quelli nuovi in costante espansione. Cosa che può giovare all’acquisizione di nuove quote di mercato da parte della nostra filiera agroalimentare”.
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Fonte: Agronotizie