Sono iniziati il 18 luglio i lavori del 20° Enosimposio di Assoenologi Sicilia al Fiesta Athènee Palace Hotel di Campofelice di Roccella. La convention chiama a raccolta gli enologi e gli enotecnici siciliani per discutere del tema "Vino e territorio: fare impresa nel mercato globale".

La prima mattinata di lavori, in particolare, è stata dedicata a quello che le impreso possono fare lavorare per uscire dalla crisi del settore e conquistarsi una fetta del mercato globale promuovendo sia il vino siciliano che il suo territorio.

Partendo dal presupposto che, complessivamente, nel mondo, c'è un surplus di produzione di vino e che nel Vecchio mondo i consumi di vino sono in calo, Assoenologi Sicilia sta riflettendo su come muoversi per  aiutare le imprese a trovare nuove fette di mercato. 

L'Enosimposio è cominciato con i saluti del presidente di Assoenologi Sicilia, Giacomo Manzo: "La Sicilia produce vini di ottima qualità. Partendo da questo presupposto, abbiamo bisogno di rafforzare la sinergia tra tutti i soggetti coinvolti per arrivare in mercati lontani dove il piccolo imprenditore da solo non può arrivare".

Il giornalista Antonio Longo ha avviato i lavori con una panoramica su come, nell'ultimo decennio, sono cambiate le superfici vitate, le produzioni e i consumi di vino nel mondo, in Italia e in Sicilia  mentre Andrea Pedrizzi si è poi soffermato sul dettaglio della Germania, uno dei partner più significativi dell'Italia e uno dei maggiori importatori.

Giancarlo Lechthaler, direttore generale della Collis Veneto Wine Group, è intervenuto parlando della sua esperienza di successo nella  cooperazione, spiegando come è nata l'idea della Collis Veneto Wine Group e come funziona. 
"C'era e c'è - ha spiegato -  la necessità di guardare avanti, di riuscire a proiettarsi nel futuro, e non solo quello di breve periodo. Quello che bisogna fare è analizzare il mercato, le proprie opportunità, i propri prodotti. Quello che non si può fare è vivere alla giornata".

Alfeo Martini, direttore MGM Mondo del Vino Srl, che ha parlato di come affermarsi nei mercati esteri.
"Davanti c'è tanta strada da fare- ha esordito Martini  - Ci sono piccoli risultati d'eccellenza ma sono piccole stelle. La qualificazione di un territorio è qualcosa che dobbiamo conquistare tutti insieme, tutti i giorni.  Nulla è scontato. Auguro alla Sicilia di trovare la sua strada nel più breve tempo possibile, di trovare per i propri vini il successo che merita. Ma occorre lavorare".
"Bisogna avere un atteggiamento adeguato al consumatore che si vuole raggiungere - ha sottolineato poi Martini entrando nello specifico del suo intervento - La Sicilia ha il vantaggio di poter lavorare sull'accoglienza turistica ed esportare cucina e vino. Il consumatore poi vorrà vedere il vigneto, toccare l'uva, andare in cantina".

Michelangelo Alagna ha infine esposto la propria tesi sula produzione vinicola nella Sicilia antica. "Già nel II secolo a. C. il vino siciliano era esportato in Gallia - ha spiegato - La coltivazione della vite in Sicilia, sebbene affondi le sue radici nell'antichità, si sviluppò in maniera intensiva solo in età moderna".