"Sono fiducioso che il Governo esprima, al più presto, parere favorevole alla legge salva olio made in Italy per consentire alla Commissione agricoltura della Camera di poter licenziare nella prossima settimana, e in sede legislativa, l’articolato normativo già approvato dal Senato della Repubblica”.
Lo dichiara in una nota il presidente di Unaprol, Massimo Gargano che ricorda che le nuove norme “non costeranno nulla agli italiani e consentiranno loro di essere più tutelati sul piano della corretta informazione dell’origine del prodotto italiano”.
Nella competizione globale – afferma una nota dell’osservatorio economico di Unaprol - le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto. Un binomio indissolubile che non può essere confuso sullo scaffale con la logica del discount.
Frodi e sofisticazioni mettono a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantisce un impiego di manodopera per circa 58 milioni di giornate lavorative all’anno e sviluppa un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35 per cento), Calabria (33 per cento), Sicilia (8 per cento), Campania (6 per cento), Abruzzo (4 per cento), Lazio (4 per cento), Toscana (3 per cento) e Umbria (2 per cento). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione europea.
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