Dal Marocco all'America latina, nuovi fornitori di alimenti e materie prime per i mangimi si affacciano alle porte dell'Ue.
Gli agricoltori europei guardano con qualche preoccupazione alle prossime settimane, quando riprenderanno i colloqui per gli scambi commerciali tra l'Unione europea e i Paesi dell'America Latina del blocco Mercosur (Bruxelles 14-18 marzo) e il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi, con l'approvazione o la bocciatura, sulla liberalizzazione degli scambi con il Marocco.
Per quanto riguarda il Mercosur, i negoziati, ripresi a maggio dopo uno stop durato sei anni, non sono ancora entrati nel vivo, ma destano le preoccupazioni dell'organizzazione agricola europea Copa-Cogeca, che parla di rischio di "totale collasso" per il settore delle carni se si dovesse raggiungere un accordo di liberalizzazione.
L'intesa commerciale con il Marocco attende invece solo la ratifica del Parlamento europeo secondo la procedura di consenso: l'adozione in Commissione commercio internazionale del PE è prevista per il 23 maggio e il voto in plenaria a giugno.
Il patto prevede la liberalizzazione immediata da parte del Marocco del 45% (in valore) delle importazioni provenienti dall'Ue. Ad avere accesso libero nel Paese nordafricano saranno i prodotti lattiero-caseari europei (ad eccezione del latte liquido e del latte intero in polvere), le piante oleaginose e i cereali (ad eccezione di frumento tenero, duro e derivati).
In cambio, Rabat beneficerà di un periodo di transizione di dieci anni per la liberalizzazione completa di alcuni prodotti, come l'ortofrutta e prodotti conservati (ad eccezione di fave, mandorle dolci, mele e concentrato di pomodoro, per i quali sono stati negoziati contingenti tariffari).
A preoccupare gli agricoltori sono soprattutto gli scambi nel settore ortofrutticolo, in cui già l'80% delle importazioni Ue vengono da Rabat.
Secondo Confagricoltura, "il Marocco ha fatto molti progressi di avvicinamento all’Europa negli ultimi anni ed è legittimo, pertanto, che ricerchi miglioramenti ed aperture nel commercio internazionale. Questo però non giustifica concessioni squilibrate; qualsiasi apertura delle frontiere deve essere basata su regole condivise, che tutelino gli interessi del sistema agricolo e tendere al raggiungimento di risultati bilanciati”.
Da parte sua, la Commissione europea ritiene che per quanto riguarda il settore ortofrutticolo l'intesa euro-marocchina abbia "tenuto conto delle situazioni particolarmente sensibili per favorire una complementarità fra i sistemi di produzione europeo e marocchino".
Fatto sta che la Commissione Agricoltura del Parlamento, nel parere inviato alla Commissione commercio internazionale a febbraio, ha bocciato l'accordo. E nei giorni scorsi ha visto sfociare il lavoro sul'agricoltura negli accordi di commercio internazionale nell'approvazione a Strasburgo della Relazione dell'europarlamentare greco Georgios Papastamkos (PPE, EL) che, in sintesi, chiede all'Esecutivo di smettere di fare concessioni per ottenere accesso ai mercati di Paesi terzi a discapito del settore agricolo.
"Nella risoluzione approvata – il commento di Paolo De Castro – sono state accolte tutti le proposte della Commissione Agricoltura, compresa la richiesta che la Commissione presenti una valutazione d'impatto prima della conclusione dei negoziati commerciali extra-Ue".