"Per affrontare il tema degli Ogm dal punto di vista della correttezza scientifica e professionale è necessario che gli esperti presenti all'interno della nostra categoria si riuniscano in una commissione consultiva per il Consiglio nazionale" ha detto il presidente Conaf Andrea Sisti.

Obiettivo, "stabilire, come dottori agronomi e dottori forestali, una linea scientificamente corretta, stabilire regole deontologiche e un metodo comune validi per tutti i colleghi impegnati attivamente in questo settore".

Il tema degli Ogm è stato il cardine del convegno 'Biodiversità agraria ed Ogm' che si è svolto il 19 ottobre scorso a Roma organizzato dal Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), in collaborazione con l'Ordine di Roma, Federazione italiana dottori in agraria e forestali (Fidaf) e Accademia dei Georgofili. Il convegno ha fornito un approfondimento scientifico, utile e doveroso, su un tema quanto mai attuale degli Ogm e della biodiversità.

"Il contributo allo sviluppo della scienza è uno dei punti cardine della nostra missione di Consiglio Nazionale - ha sottolineato Sisti - Rispetteremo il lavoro di ogni commissione e accetteremo anche posizioni contrapposte. La mia personale è di profondo rispetto per la scienza. Da uomo di scienze dico che questa tecnica, e la ricerca più in generale, non si possono fermare, soprattutto se finalizzate al miglioramento della vita umana".

"Oggi soltanto quattro varietà di cereali soddisfano il 66% del fabbisogno calorico totale dell'essere umano, altre 15 il restante 34% – ha aggiunto Sisti – Partendo da queste premesse, da tecnico, ritengo che ci sia la possibilità di migliorare la biodiversità agricola e al tempo stesso di andare avanti con la ricerca per favorire l'economia di alcune realtà più marginali". Sisti ha anche indicato una possibile via per la ricerca: "La ricerca pubblica non ha investito abbastanza in questo settore, dove invece occorre fare sistema e lavorare con le professionalità più adeguate. Le Facoltà di Agraria e il mondo della ricerca scientifica su questo tema devono osare di più. Procedere per slogan e portare avanti una battaglia a colpi di pro e di contro non giova a nessuno".

"Non è possibile assicurare un futuro all'agroalimentare italiano senza ricerca -  ha detto Luigi Rossi, presidente della Fidaf - E' auspicabile una ripresa della ricerca delle biotecnologie agrarie come avviene negli altri Paesi europei".

Emilie Frison, direttore generale di Bioversity International ha ricordato come nel futuro ci sia sempre più bisogno di cibo: oggi 1 miliardo di persone (1 su 6) soffre la fame, mentre 1,1 miliardi sono in sovrappeso. Nel 2050 avremo una popolazione di 9,2 miliardi – con una popolazione aumentata di circa il 37% - che farà aumentare la richiesta di cibo del 70%.

Un'altra variabile è secondo Frison quella del clima, più caldo nel prossimo futuro e che condizionerà il tipo di agricoltura, con frequenza di eventi estremi, siccità e piogge torrenziali anomale. "La biodiversità – ha detto Frison – offre di più nel sistema di produzione: una produzione stabile, permette migliore controllo di parassiti e malattie e porta ad una agricoltura più sostenibile".

Il professor Michele Stanca, accademico dei Georgofili ed ex presidente della Società italiana di genetica agraria, ha ripercorso la storia della genetica molecolare e il rapporto con l'agricoltura: "La scienza non va fermata – ha detto Stanca – e gli Ogm sono soltanto una tecnica di produzione che può essere utilizzata o meno. E' necessario come sistema Italia organizzare progetti in forma integrata in modo che dai risultati di alta tecnologia si passi allo sviluppo di nuovi prodotti senza disperdere risorse e intelligenze, oltre che rimanere competitivi su scala internazionale".

"La questione Ogm – ha detto Edoardo Corbucci, presidente dell'Ordine di Romanon va affrontata in primis da scelte di ordine economico, politico, e sociale; ma nella consapevolezza che la conoscenza scientifica, anche in campo genetico, sia un elemento imprescindibile dell'attività professionale di agronomi e forestali".