A cura di Roberto Volpi
La aziende agricole, sul piano finanziario, possono essere distinte in tre diverse categorie. Della prima fanno parte i produttori di cereali e di piante industriali, i frutticoltori, i viticoltori, gli olivicoltori e gli allevatori di animali da carne, alla seconda le imprese orticole e floricole ed alla terza quelle che producono latte fresco industriale.
Le prime hanno rilevanti squilibri temporali fra le spese e gli incassi e vanno incontro a forti anticipazioni prima che il prodotto sia vendibile. Il ciclo biologico delle piante coltivate supera spesso gli 8 mesi; nell'allevamento dell'animale da carne raggiunge e supera i 12/14 mesi.
Il secondo gruppo coltiva piante con cicli biologici più brevi, e ciò si riflette positivamente sul piano finanziario.
Nel terzo gruppo il flusso di cassa genera una liquidità che può essere convenientemente sfruttata.
Quando il flusso di cassa è per molti mesi negativo l'agricoltore è in una posizione di debolezza nei confronti sia dei fornitori e che dei compratori. Il valore aggiunto, ossia la ricchezza prodotta, è una porzione sempre più piccola degli incassi per la maggiore rilevanza della spesa per i mezzi tecnici e per il ricorso ormai generalizzato ai servizi esterni, quali ad esempio ai contoterzisti per la lavorazione del terreno e la raccolta del prodotto.
Per questi due motivi il settore primario ha avuto il supporto dello stato per abbassare il costo del denaro ma negli ultimi tempi esso è assai meno rilevante e gli agricoltori debbono fare il ricorso al credito ordinario.
In alcune regioni meridionali i fornitori di mezzi tecnici ed i compratori sono assai spesso dei finanziatori, anticipano tutte o parte le spese oppure acquistano il prodotto non ancora pronto per la raccolta. Nei contratti di soccida l'allevatore riceve prestiti dalla impresa industriale al punto che in certi casi diventa un semplice fornitore di servizi od un lavoratore per conto. I vecchi Cap, consorzi agrari provinciali, hanno svolto per decenni funzioni bancarie fornendo mezzi tecnici a prestito e per lunghi periodi. Recentemente il rappresentante dei contoterzisti, l'Unima, ha affermato che molti degli associati sono costretti a lavorare a credito in attesa dei raccolti.
Può l'agricoltore uscire da questo circolo vizioso?
L'unica strada che ha di fronte è crearsi un volano finanziario per liberarsi dalla dipendenza di coloro che stanno a monte ed a valle della filiera. Colui che è finanziariamente meglio dotato può imporre il prezzo e nelle contrattazioni fa meglio valere i propri interessi ed il proprio punto di vista.
La costruzione del volano finanziario, partendo dal flusso di cassa, non può che avvenire per gradi, agendo con intelligenza a monte ed a valle, per accumulare poco per volta riserve finanziarie. Solo in questo modo è nella condizione di contrattare i prezzi ed i tempi ed i modi di pagamento da una parte, e dilazionare le vendite dall'altra, quando e se le quotazioni risentono della eccessiva offerta stagionale.
I sacrifici che l'imprenditore è chiamato a fare in questa fase saranno largamente ripagati dagli sconti sui mezzi tecnici e dalla possibilità di vendere quando le quotazioni sono migliori.
Coloro che coltivano ortaggi e fiori, avendo cicli biologici assai più contenuti e flussi di cassa più regolari possono sfruttare questo punto di forza per essere più agguerriti nei riguardi dei fornitori e dei compratori. Il loro prodotto, assai deperibile, non consente di dilazionare le vendite, può però dare loro possibilità di selezionare gli acquirenti dei loro prodotti oppure differenziare i luoghi ove vendere.
I produttori di latte hanno un flusso di cassa positivo e consistente e possono trarne dei vantaggi finanziari investendo ad esempio a breve le somme di cui dispongono per accrescere il valore aggiunto della azienda, pratica che le imprese della grande distribuzione adottano sistematicamente al punto che gli utili di origine finanziaria spesso bilanciano quelli commerciali, sempre che i responsabili delle finanze siano accorti ed abili.
Le modeste dimensioni delle aziende zootecniche consigliano per svolgere questa funzione il ricorso a forme associative od a consulenti.
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