A cura di Roberto Volpi

Avvicinare chi produce a chi consuma è un tema ricorrente ogni qual volta divario fra prezzi alla produzione e quelli del mercato finale divergono sensibilmente.
In agricoltura si va discutendo da tempo sul fatto di accorciare il circuito dei prodotti alimentari freschi e trasformati nell'intento di aumentare le quotazioni all'origine riducendo se possibile i prezzi finali.

Una vecchia legge promulgata nel passato consentendo al produttore di commerciare i suoi prodotti senza licenza favorì la vendita diretta in azienda e molti automobilisti, percorrendo aree agricole, ancora oggi hanno la opportunità di acquistare ortaggi, frutta fresca ed altri prodotti.
Recentemente allevatori vendono il latte fresco con erogatori attrezzati sia in azienda che presso rivenditori in città ed orticoltori e frutticoltori offrono i loro prodotti nelle fiere e nei mercati rionali.
La maggiore organizzazione di categoria si è fatta promotrice recentemente dei farmers' market, un progetto ove gli agricoltori offrono periodicamente i loro prodotti al pubblico confidando sulla freschezza, sulla genuinità ed ovviamente sul più basso costo ed ove possibile anche sui marchi di qualità.

A coloro che nutrono grandi speranze in questa iniziativa si oppongono gli scettici, in particolare gli esperti, che ritengono che questa forma di distribuzione non abbia futuro ed comunque avrà il peso del tutto marginale nella distribuzione alimentare.
La critica si fonda sul fatto che la grande distribuzione ed i discount offrono una vastissima gamma di prodotti a prezzi modesti, sono sempre aperti e danno servizi collaterali sempre più apprezzati.
Trattando grandi volumi di merci hanno potere di mercato, ottimizzano tutte le fasi della distribuzione e della logistica, che consente di contenere al minimo i costi unitari, generando contemporaneamente un rilevante e continuo flusso di cassa.
Un prodotto alimentare fresco acquisisce la massima utilità per il consumatore attraverso una serie di operazioni: la pulitura, l'eliminazione di corpi estranei, la calibratura, l'impacchettamento e sistemazione in casse o scatole standard, l'immagazzinamento in temperatura controllata, il trasporto, la presentazione al pubblico nella forme richieste ed in orari stabiliti.
Ognuna ha un costo costituito dall'ammortamento e dagli interessi dei capitali fissi, dal lavoro, dai materiali e dalle spese generali.
Nei farmers' market gli agricoltori devono svolgere tutte queste operazioni con costi unitari più bassi pur remunerando in maniera soddisfacente sia il loro lavoro che tutti i capitali necessari.
Possono realizzare questa nuova professione autonomamente se dispongono di lavoro familiare sotto-occupato, di un magazzino attrezzato, di macchine per la lavorazione, di un mezzo di trasporto e di altre piccole attrezzature per lo scambio con il consumatore finale.
Se svolgono tale compito in forma associativa con una propria impresa devono dotarla delle attrezzature e dei capitali di esercizio necessari alla distribuzione.
Nei due casi il successo è solo ed esclusivamente legato alla abilità e talento nella organizzare e gestire la commercializzazione per abbassare i costi e vendere il prodotto a prezzi competitivi con i concorrenti tradizionali, fissi ed ambulanti, la grande distribuzione ed i discount.
Per convincere il consumatore a cambiare comportamento, abbandonando il tradizionale distributore, i prezzi devono essere più bassi di quelli oggi praticati nei negozi, la gamma presentata altrettanto ampia od almeno adeguata alle richieste e con un rapporto prezzi/qualità migliore.

Se queste condizioni sono rispettate, va informato e convinto il consumatore e tutto ciò implica investimenti commerciali suppletivi, maggiori nella fase iniziale e che poi possono decrescere anche sensibilmente se i clienti mostrano di gradire ed apprezzare questa nuova - o meglio antica - forma di acquisto.

Vi è da augurarsi che i primi tentativi sperimentali oggi in atto vengano attentamente monitorati attraverso analisi dei prezzi, confronto con quelli della grande distribuzione, stima dei costi unitari ed ascolto dell'opinione del consumatore.

 

Associazione Economisti d'Impresa

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