Nel 2008 il Pil è sceso dell'1%. Per trovare un dato peggiore bisogna risalire al 1975, quando la flessione del Prodotto interno lordo fu del 2,1%. Lo rende noto l'Istat rivedendo la stima preliminare del 0,9%. Peggiora anche il rapporto deficit/Pil: nel 2008 si è attestato al 2,7% rispetto al target del governo del 2,6%.
 
"Con un aumento del 2,4%, l'agricoltura è l'unico settore in controtendenza che fa registrare una crescita del valore aggiunto nel 2008 a conferma che la campagna può svolgere un ruolo anticiclico a sostegno dell'economia". Lo afferma la Coldiretti, nel sottolineare che in Italia "occorre superare le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono i redditi delle imprese e dei consumatori". "Il risultato - aggiunge la Coldiretti - è una dimostrazione della professionalità dei nostri imprenditori agricoli come conferma il valore aggiunto per ettaro, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall'agricoltura italiana, che è oltre il triplo di quella Usa, doppia di quella inglese, e superiore del 70% di quelle di Francia e Spagna".
Per cogliere le opportunità offerte dalle campagne in tempo di crisi è necessario però affrontare e risolvere In italia - conclude l'organizzazione - il problema dei rapporti di filiera poiché mentre i prodotti alimentari continuano ad essere acquistati e ben pagati dai cittadini, solo 17 centesimi sui 100 spesi dai consumatori rimangono nelle tasche degli agricoltori che devono anche affrontare crescenti costi di produzione.