Le cause in cui Bayer si sta battendo da anni in America sono per lo più questione di etichetta. No, non s'intende l'insieme di buone maniere, bensì le etichette commerciali sulle quali la Casa produttrice non scrive che Roundup può causare il cancro. Quindi per alcuni giudici statunitensi, persuasi del fatto che l'erbicida sia cancerogeno in base alla sciagurata monografia 112 di Iarc, ciò la rende colpevole di una grave omissione. E in America, si sa, la puoi pagare molto cara se non scrivi nelle istruzioni del forno di non metterci il gatto ad asciugare perché se lo fai muore. 


Il fatto che Bayer non scriva in etichetta che Roundup è cancerogeno dipende sostanzialmente da tre fattori: 

  • nessuna autorità di regolamentazione al mondo lo ritiene tale.
  • la statunitense Epa, che approva le etichette in America, non lo ritiene cancerogeno.
  • nemmeno per l'Oms glifosate è cancerogeno per l'uomo, a dispetto della narrazione corrente.

In altre parole, non si dovrebbe essere tenuti a scrivere che un prodotto non cancerogeno è cancerogeno, così come non si deve scrivere di non mettere il gatto nel forno se si sta vendendo uno scolapiatti. Potrebbe sembrare banale, quasi elementare. Ma in America non lo è affatto. 


Primi segnali di reazione pubblica

Stanchi di queste cause strumentali, alcuni stati americani si stanno muovendo per rendere impossibile muovere causa alle multinazionali in base a ciò che è scritto o non è scritto in etichetta se questa è stata approvata dalle autorità competenti, negli Stati Uniti Epa, o risultasse conforme ad altre politiche federali simili, come per esempio quella europea. 


In tal senso si è mosso l'Iowa, ove è stato prodotto un Bill codificato SF2412. Nei Paesi ove vige la cosiddetta “common law” un Bill è di fatto traducibile in italiano come “proposta di Legge”. Trattasi cioè di un atto normativo di legislazione primaria il cui iter di approvazione non sia stato ancora ultimato. Un passo simile è in corso di valutazione anche in Florida, Idaho e Missouri.


Una piccola, ma non tanto, diatriba è nata però sulla nazionalità dell'azienda produttrice. Il Bill varrebbe infatti solo per aziende americane o europee, ma non per quelle cinesi. Quindi benone per Bayer, male per Syngenta, da anni proprietà di Chemchina. Ovviamente, i rappresentanti della prima hanno sostenuto l'iniziativa del Senato dell'Iowa, quelli della seconda hanno sollevato le proprie legittime contestazioni.

 

In effetti, Syngenta sarà pure di proprietà cinese, oggi, ma proviene dalla tradizione svizzera e anglosassone dell'agrofarmacologia: Ciba, Geigy e Sandoz, divenute Novartis ed evolvendo a Syngenta con l'ingresso di Solplant, scorporata dalla britannica AstraZeneca. Quindi un piccolo ritocco al Bill  sarebbe in tal senso auspicabile. 


Se però quel Bill, con o senza Syngenta, dovesse divenire legge - e se il medesimo passo fosse compiuto in altri Stati degli Usa - si potrebbe forse inceppare il malcostume di portare in tribunale le aziende con cause predatorie, miranti cioè solo a spillare quattrini senza che ve ne sia oggettiva motivazione. Si attendono quindi gli auspicabili sviluppi. 

 

Percezione contro realtà

Le proteste si sono subito levate alte in Iowa, citando come al solito un non meglio argomentato aumento di casi di cancro e attribuendolo, altrettanto come al solito, ai “pesticidi”. Nella fattispecie a glifosate. Sebbene l'Iowa sia il secondo utilizzatore di glifosate in America, questo Stato mostra però incidenze tumorali paragonabili a quelle di altri che di quell'erbicida ne usano poco o niente, come New Jersey, New York o New Hampshire. Questo per il linfoma non Hodgkin, cioè il tipo di cancro per il quale Iarc ha piazzato glifosate nel Gruppo 2A dei probabili cancerogeni per l'uomo. Lo stesso andamento, senza alcuna correlazione misurabile, si realizza per tutti gli altri tipi di tumore. 

 

Leggi il report sui tumori in America in relazione a glifosate


Quindi no: i cittadini dell'Iowa nel caso sviluppassero un cancro sarebbe meglio guardassero altrove, anziché cercare facili colpevoli a cui addossare le responsabilità. Certo, si capisce che in tal caso non si potrebbero più chiedere soldi in nome di risarcimenti non dovuti, ma prima o poi in America un passo contro le class action predatorie doveva pur essere compiuto.