Quali sono le dimensioni del fenomeno legato alla contraffazione degli agrofarmaci?
Purtroppo vaste e particolarmente articolate. 
Se ne è parlato durante un incontro che si è svolto il 24 febbraio scorso a Bologna,  organizzato da DuPont Crop Protection in collaborazione con il Sole 24 Ore-Edagricole.
I relatori che nel corso della mattina si sono succeduti con i loro interventi, hanno illustrato alla numerosa platea presente i vari aspetti che dovrebbero essere alla base della sicurezza alimentare, partendo dalle procedure legate all'immagazzinamento e alla movimentazione dei prodotti fitosanitari sia per quanto riguarda l'agricoltore che il commerciante, argomento trattato da Vittorio Ticchiati, responsabile Compag, proseguendo con l'aspetto relativo alla falsificazione praticata sui mezzi tecnici e sui prodotti agroalimentari, trattato da Giuseppe Fugaro, dirigente del ministero per le Politiche agricole e forestali - ispettorato Repressione frodi, per il quale "quella che si può definire una vera e propria vocazione dell'Ispettorato - ha detto - è rappresentata dalla tutela del produttore e del consumatore.
Oggi la ricerca che viene portata avanti per trovare i migliori sistemi di frode è molto più veloce di quella che riusciamo a  portare avanti noi per contrastare il fenomeno, anche se la riforma del nostro organismo avvenuta in questi ultimi tempi ci ha permesso di ottenere importanti risultati, a cominciare dai sopralluoghi  che, per quanto riguarda la produzione di agrofarmaci, nel solo 2004 sono stati 535, a fronte dei 114 dell'anno precedente, registrando un incremento pari al 369,3%".
Significativa la recente esperienza di DuPont Crop Protection, che nel corso dello scorso anno, partendo da quella che poteva essere considerata una banale segnalazione commerciale, determinata da un prezzo  di vendita inferiore rispetto all'originale, ha fatto scattare una serie di analisi su un erbicida che era stato posto in commercio come Titus (il cui brevetto è detenuto da DuPont), ma che in realtà altro non era che un prodotto contraffatto.
"Quando le capillari e approfondite analisi che abbiamo effettuato hanno confermato che nel principio attivo del prodotto era presente Metsulfuron metile - ha spiegato Angelo Cavenago, marketing manager DuPont Crop Protection - abbiamo cercato di intervenire tempestivamente allertando i nostri clienti con una lettera e una comunicazione sugli organi di stampa specializzati. Purtroppo però il danno era fatto e per numerose coltivazioni di pomodoro, mais e patate, ad iniziare dalla Spagna, si sono dovuti registrare effetti molto negativi, se non addirittura la distruzione della coltivazione".
Cavenago ha voluto ribadire che l'obiettivo di DuPont Crop Protection è quello di garantire sicurezza e qualità, e per raggiungerlo è necessario investire, esattamente come è sempre stato fatto sia  nella realizzazione dei prodotti, sia in circostanze come quelle che ha avuto Titus per protagonista, la cui tutela con relativa scoperta di contraffazione ad opera della Shirm AG Germania ha richiesto un notevole sforzo economico.
Ma come fare per contrastare un fenomeno che, è stato ricordato anche da Giorgio Casari, product manager DuPont Crop Protection, ha purtroppo forti legami anche con la criminalità organizzata, che proprio attraverso la contraffazione degli agrofarmaci ricicla danaro sporco proveniente dal traffico di armi e droga?
"Anche in questo senso la nostra azienda ha voluto investire seriamente - ha spiegato Casari - realizzando il cosiddetto 'Security Mark', un'etichetta, o meglio una sorta di dispositivo ottico tridimensionale che da quest'anno verrà applicato sulle confezioni degli erbicidi di nostra produzione a garanzia della loro autenticità e sicurezza. Abbiamo fatto di più - ha concluso Casari - A nostre spese abbiamo ritirato dal mercato tutte le confezioni di Titus contraffatto che abbiamo poi inviato per la distruzione ai centri di smaltimento specializzati".
Al termine dell'incontro, che ha visto l'intervento di Raffaella Colda dell'Ufficio legale DuPont illustrare la situazione legislativa sulla contraffazione, è stato coralmente rivolto un invito agli agricoltori affinchè si superi quella specie di muro di omertà e timore che, come avvenuto in alcune circostanze con il Titus, hanno impedito di creare una autentica collaborazione tra azienda e agricoltore.
"Se il fenomeno della contraffazione esiste e purtroppo persiste - è stata la conclusione finale - significa anche che esiste un mercato ricettivo il quale, pur di risparmiare sull'acquisto dei prodotti, non considera i rischi a cui espone l'intera collettività e l'ambiente".
I lavori sono stati coordinati da Roberto Bartolini, direttore responsabile delle riviste de Il Sole 24 Ore-Edagricole.
Il 1 ottobre 2004 il nostro sito dava notizia della contraffazione di Titus e delle azioni condotte da DuPont Crop Protection a tutela del proprio prodotto.
Cliccando qui http://www.agronotizie.it/sezioni/articolo.cfm?codice=1246
è possibile visionare l'articolo.