Pablo Eyzaguirre, Carol Tucker Foreman e V. Prakash sono i tre nuovi membri eletti nel comitato consultivo esterno sulle biotecnologie di DuPont, comitato che oggi arriva contare sette membri esterni, importanti personalità che portano differenti punti di vista e diverse applicazioni nei settori dell’agricoltura, dell’alimentazione e dei materiali.
Il comitato, che si è riunito per la prima volta nel febbraio 2000, si incontra ogni sei mesi e i suoi lavori sono facilitati dal Keystone Center, organizzazione senza fini di lucro con sede a Keystone, nel Colorado (USA). Oggi è disponibile il primo rapporto pubblico sulle attività di Dupont nel settore delle biotecnologie.
Pablo Eyzaguirre è uno specialista in Antropologia sociale ed ecologica, Sistemi agricoli tropicali e Istituzioni agrarie.
Lo scienziato è senior scientist di Antropologia e socio-economia presso il Genetic Resources Science and Technology group dell’International Plant Genetic Resources Institute con sede a Roma.
Carol Tucker Foreman è una nota sostenitrice dei diritti dei consumatori, oltre a distinguished fellow e direttore del Food Policy Institute della Consumer Federation of America. Foreman ha svolto un ruolo importante nella definizione delle politiche dedicate alle diete alimentari e alla salute negli USA negli ultimi 25 anni.
V. Prakash è uno scienziato noto a livello internazionale per il suo lavoro sull’alimentazione sostenibile e la sicurezza alimentare.
E’ direttore del Central Food Technological Research Institute di Mysore, città situata nello stato del Karnataka, in India.
“Siamo onorati che questi importanti esperti abbiano accettato di far parte del nostro comitato consultivo esterno sulle tecnologie – ha dichiarato Charles O. Holliday, chairman e chief executive officer di DuPont – e siamo estremamente interessati ai loro consigli e ai loro pareri. DuPont offre pieno accesso ai suoi programmi e sforzi nelle biotecnologie ai membri del comitato per consentire loro di portare al meglio le loro conoscenze, i loro punti di vista e l’ampiezza delle loro visioni prospettiche”.
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Fonte: Agronotizie