Più di 250 viticoltori hanno partecipato ieri 16 dicembre, all'Istituto agrario di San Michele all'Adige, all'incontro tecnico viticolo organizzato dal Centro trasferimento Tecnologico.

Le relazioni tecniche, precedute dagli interventi del presidente Francesco Salamini e del dirigente Michele Pontalti, hanno affrontato varie tematiche: dall'andamento climatico e fitosanitario al diradamento chimico e alla sfogliatura meccanica, dall'utilizzo del rame nella difesa della vite al mal dell'esca.

Andamento climatico e fitosanitario: è stato un autunno umido e piovoso
Francesco Fellin ha spiegato che l'annata è stata caratterizzata da un inizio stagione asciutto, un'estate molto calda e un autunno piovoso. La stagione vegetativa è decorsa normalmente con un ritardo fenologico di circa sette giorni rispetto al 2009. La sanità delle uve alla vendemmia è risultata buona. La peronospora non è stata pericolosa, mentre l'oidio, aggressivo nel 2010, è stato contenuto da una efficace e tempestiva difesa fitosanitaria. La botrite è comparsa solamente in alcune zone dopo le piogge di settembre.

Il diradamento chimico e la sfogliatura meccanica della vite
Roberto Lucin ha parlato delle problematiche relative ai marciumi dei grappoli e dei residui di prodotti fitosanitari sulle uve che stimolano i tecnici e viticoltori a cercare alternative valide ed ecosostenibili. Il diradamento con fitoregolatori e l'impiego di macchine sfogliatrici nel periodo della fioritura hanno aperto nuovi scenari nella difesa dai marciumi dovuti ai grappoli troppo compatti.

Il rame nella difesa della vite: fattibilità e problematiche
Marco Delaiti ha spiegato che da oltre 100 anni, prima con la sola poltiglia bordolese, in seguito con l'impiego anche di ossicloruri e più recentemente di idrossidi e solfati basici, l'impiego dei prodotti contenenti rame ha conosciuto in provincia di Trento un utilizzo generalizzato e costante. Il loro impiego è stato ulteriormente favorito dall'introduzione del protocollo di autodisciplina che limita l'utilizzo dei ditiocarbammati (mancozeb e metiram) e vieta quello dei tioftalimmidi (folpet). Le future restrizioni legislative lasciano al viticoltore trentino i soli prodotti rameici, da soli o in miscela, come unico contatticida multisito per i trattamenti antiperonosporici. In questo lavoro viene fatta una parziale analisi sulla fattibilità e sulle problematiche connesse all'utilizzo del rame come unico contatticida antiperonosporico.

Microorganismi naturali contro il mal dell'esca
Daniele Prodorutti ha parlato il mal dell'esca della vite, una patologia causata da un complesso di funghi che attaccano il legno.
L'incidenza della malattia in Trentino è attualmente limitata ma l'incremento evidente di danni che si registra in diverse regioni italiane deve mantenere alta l'attenzione in aree viticole specializzate come il Trentino. Non esistono fungicidi chimici efficaci per il contenimento di questa patologia, quindi è molto importante riconoscere i sintomi della malattia e attuare le misure preventive per limitarne la diffusione.
A questo proposito recentemente presso l'Istituto agrario sono iniziate delle prove per valutare l'efficacia di alcuni agenti di biocontrollo (microrganismi antagonisti) per la lotta al mal dell'esca. In particolare, nel corso degli ultimi anni, sono state effettuate delle sperimentazioni con Trichoderma nei confronti dei principali agenti causali della patologia. I risultati hanno evidenziato che questo microrganismo riesce a colonizzare per un lungo periodo le ferite di potatura, garantendo un'efficace protezione nei confronti dei funghi dell'esca. La sperimentazione continuerà nei prossimi anni con prove in vivaio e nei vigneti.