"Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa". È un aforisma attribuito a Gregg Easterbrook, scrittore statunitense avvezzo a mettere in dubbio analisi e previsioni.

Probabilmente anche lui si è imbattuto nei risultati di corpose e documentate ricerche le cui affermazioni sono state successivamente sconfessate da altrettanto corpose e documentate indagini.

Accade anche per la carne europea, ora sul precipizio di un crollo della produzione e poco dopo pronte a spiccare il balzo verso nuovi record. Ma vediamo i fatti.

 

Chi dice che cala

Un recente report della Commissione Europea, intitolato Spring Outlook 2024, ha offerto un quadro dettagliato dei risultati dell'agricoltura europea, con analisi e prospettive di ogni singolo comparto.

AgroNotizie® ne ha parlato diffusamente, con ampi dettagli su ogni settore, carne compresa. E a proposito di quest'ultima si è evidenziato il calo produttivo che ha coinvolto tutti i Paesi europei, con poche eccezioni.

In testa troviamo l'Italia con un significativo meno 17%, che equivale a una minor produzione di ben 127mila tonnellate.

 

Non c'è da stupirsi. Ogni anno, come documentato da AgroNotizie®, nel nostro Paese chiudono i battenti migliaia di stalle senza che nessuno se ne faccia cruccio.

Le cose non vanno tanto meglio negli altri Paesi. Francia e Polonia, fra i principali produttori di carne bovina, hanno chiuso il 2023 con il segno meno davanti.

Di fronte a questa situazione gli analisti europei si sono spinti a prevedere che anche il 2024 non sarà un anno fortunato per la carne bovina, destinata a perdere per strada un ulteriore 2,3%.

 

Chi dice che cresce

A poche settimane di distanza ecco però arrivare nuovi dati e nuove previsioni, questa volta firmate da Ahdb, acronimo di Agriculture and Horticulture Development Board.

Si tratta di un organismo inglese, fondato e sostenuto da agricoltori e altre figure della filiera agroalimentare.

Secondo i loro analisti la produzione di carne bovina anziché scendere, come previsto, è aumentata nei primi mesi del 2024 del 4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

 

Nemmeno la produzione polacca si sarebbe mai arrestata, continuando a crescere dal 2022 al 2023.

Confermato il calo della Francia, che però non perde il suo primato di maggior produttore europeo.

Aumentato è il numero di capi macellati, cresciuto di 174mila unità, per un totale di 5,6 milioni.

 

Chi ha ragione?

Può apparire inverosimile, ma entrambe queste analisi dicono la verità.

Semplicemente osservano i fenomeni da punti di vista diversi, magari dando più peso ad alcune informazioni rispetto ad altre.

Insomma, "torturando" i numeri, come direbbe Easterbrook, è possibile delineare scenari apparentemente diversi.

Entrambe concordano tuttavia su un elemento che andrebbe preso in attenta considerazione: l'aumento delle macellazioni evidenziato nelle analisi di Ahdb.

Un aumento che non è legato a una maggiore produzione, ma è la conseguenza della chiusura delle stalle e dell'impoverimento del patrimonio bovino europeo.

 

Sotto la spinta di campagne di disinformazione ben orchestrate, i consumi di carne scendono mentre il minor numero di allevamenti è salutato con favore, credendo erroneamente sia un beneficio per l'ambiente. Ma è vero il contrario, come più volte AgroNotizie® ha ricordato.

Quel che invece si sottovaluta è la perdita di un patrimonio animale il cui valore strategico non dovrebbe sfuggire a chi ha responsabilità di indirizzo politico ed economico.

 

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