Cala la produzione di latte in coincidenza con l'arrivo, pur a fasi alterne, delle temperature estive e il mercato reagisce con un aumento dei prezzi.
Così il latte spot di provenienza italiana già dagli inizi di maggio ha interrotto la fase di discesa per portarsi progressivamente sopra i livelli dello scorso anno.
Nonostante l'ulteriore aumento registrato a inizio luglio, restano lontani tuttavia i "record" del 2022, quando il prezzo in questo periodo superava i 65 centesimi al litro.
Oggi gli allevatori che vendono fuori contratto devono "accontentarsi" di 55 centesimi, ma al contempo possono trarre beneficio dalla flessione dei costi di produzione, in particolare delle materie prime per l'alimentazione del bestiame.
Crescono al contempo, e percentualmente in misura anche maggiore, i prezzi del latte spot di provenienza francese e tedesca, che tuttavia si mantengono su livelli più bassi rispetto al prodotto nazionale.
I prezzi nella Ue
Sul mercato europeo il prezzo medio sembra volgere al ribasso, ma è solo una conseguenza del differente momento della rilevazione di mercato.
Le più recenti rilevazioni della Commissione Europea si riferiscono infatti ad aprile, quando il mercato era ancora in fase di flessione.
Ma già in quel mese si notava la "vivacità" del latte in polvere e del burro.
Nello stesso periodo del 2023 il prezzo medio europeo, reduce da una brusca caduta di oltre il 5%, era tuttavia più alto, raggiungendo quota 47,5 euro al quintale, contro i 46,1 euro di aprile 2024.
Quanto latte c'è in Italia…
A favorire la ripresa dei prezzi contribuisce il calo stagionale della produzione, un "toccasana" per porre un freno alla spinta produttiva registrata in Italia nei primi mesi del 2024.
Il grafico che segue, elaborato da Assolatte, mostra questo andamento evidenziando il riallineamento che si è verificato in giugno, che ha riportato la produzione a livelli di poco superiori agli scorsi anni.
Andamento della produzione di latte in Italia negli ultimi tre anni (Fonte: Assolatte)
… e in Europa
Anche nella Ue, dove le rilevazioni sulle consegne di latte si fermano ad aprile, i primi mesi dell'anno hanno visto la produzione di latte accelerare.
Come si nota dal grafico che segue, la spinta produttiva non è stata "parcheggiata" nella trasformazione in latte in polvere, come più volte si è visto in passato, ma si è indirizzata alla trasformazione in prodotti caseari e in latte fresco.
Lo si può interpretare, con un po' di ottimismo, come un segnale di maggiore vivacità della domanda e di una maggiore propensione al consumo.
Il ruolo dell'export
Oltre all'andamento del consumo è rilevante il peso delle esportazioni nella formazione del prezzo dei prodotti caseari.
Un ruolo importante, in veste di grande importatore, lo svolge la Cina e a proposito del latte in polvere va segnalata la forte riduzione delle forniture europee di latte in polvere scremato, solo in parte compensato dall'aumento del latte in polvere intero.
Da segnalare l'aumento dei flussi verso Pechino di caseinati e latte condensato di provenienza europea.
I formaggi
Tenendo conto che la maggior parte del latte prodotto viene avviata alla trasformazione, è opportuno prendere in esame l'andamento dei principali formaggi, in particolare i due più importanti "grana".
Stando alle rilevazioni di mercato di Ismea, il Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi ha raggiunto a fine giugno la quotazione di 11,06 euro al chilo, l'8,9% superiore al prezzo registrato un anno prima.
Aumenti ancora più sensibili si segnalano per il Grana Padano di analoga stagionatura, con prezzi medi di 10,58 euro al chilo, oltre il 10% più alti rispetto ai 12 mesi precedenti.
Continua a essere in fermento il mercato del burro, con quotazioni che a seconda della tipologia di prodotto segna aumenti anche dell'80% rispetto a un anno fa.
Le previsioni
Se il mercato del latte rispetterà il trend del periodo, ci aspettano altre settimane di prezzi in crescita.
Il calo della produzione e la favorevole congiuntura per i formaggi sono elementi che avvalorano questa previsione.
Senza però dimenticare che il mercato del latte può essere fortemente influenzato da ciò che accade sui mercati internazionali, eventi che potrebbero modificare radicalmente queste prospettive di crescita.