In Italia sono ancora poche le aziende agricole che impiegano i droni per monitorare i capi o distribuire materiali, come ad esempio fertilizzanti o insetti utili. Tuttavia il loro numero è in aumento e anche diversi contoterzisti si stanno attrezzando per fornire ai propri clienti questo genere di servizio.

 

Il settore degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Apr) (Uas, Unmanned Aircraft Systems) è tuttavia oggetto di una precisa normativa, che negli ultimi anni è cambiata varie volte per via delle nuove tecnologie disponibili e della grande varietà di applicazioni possibili. Certamente è soggetta ad ulteriore evoluzione, anche se oggi sembra aver raggiunto una certa stabilità. Per capire dunque quali sono gli obblighi a cui gli agricoltori sono soggetti abbiamo chiesto aiuto a Giovanni Barraco, direttore Regolazione e Ricerca Mobilità Innovativa dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac).

 

Patentino, assicurazione e registrazione

Se un agricoltore volesse acquistare un drone per pilotarlo egli stesso al fine di monitorare i campi attraverso l'uso di camere RGB o sensori multispettrali, la prima cosa da fare è conseguire il necessario attestato di superamento online dell'esame teorico (il cosiddetto patentino), utile a pilotare droni fino a 25 chilogrammi. Nello specifico, come vedremo dopo, l'attestato permette il pilotaggio dei droni nella categoria Aperta (Open), nelle sottocategorie A1 e A3.

 

Il Regolamento Europeo (EU) 2019/947 prevede che per diventare pilota Uas nelle sottocategorie Open A1-A3 è necessario conseguire l'attestato denominato "Prova di completamento della formazione online", ottenuto previo superamento di un esame online. Per conseguire il patentino ci si può affidare ad una scuola di volo riconosciuta da Enac, oppure prepararsi da privatista e sostenere l'esame.

 

La seconda cosa da fare, oltre ad acquistare il drone, è stipulare una assicurazione. Questa è obbligatoria sempre e comunque e deve essere adeguata per lo scopo di utilizzo del drone. E non basta quella personale o del campo famiglia, servono contratti creati ad hoc, il cui costo è tuttavia solitamente piuttosto limitato.

 

Prima di prendere il volo, però, è necessario anche registrarsi sul sito d-flight come operatore Uas e inserire nella propria "flotta" il drone acquistato. Ricordiamo che ogni operatore può avere più droni e che bisogna distinguere la figura dell'operatore (soggetto responsabile delle operazioni condotte con il drone) dal pilota (che invece ha il compito di pilotare il mezzo, in sicurezza e nel rispetto delle procedure dell'operatore). Può naturalmente accadere che le figure dell'operatore Uas e del pilota coincidano.

 

Una volta effettuata la registrazione dell'operatore, d-flight genera un QRCode identificativo dell'operatore stesso, che deve poi essere stampato e applicato sul mezzo, come una sorta di targa. In questo modo, in caso di smarrimento o sinistro, è sempre possibile risalire al proprietario.

 

Categorie e sottocategorie di volo

A lasciare perplessi molti agricoltori è il fatto che la libertà di volare di un pilota dipenda anche dal contesto in cui vola. Il Regolamento Ue 947/2019 distingue infatti tre tipologie di operazioni, sulla base del rischio correlato al volo: Open (Aperta), Specific (Specifica) e Certificate (Certificata). Vediamole ora nei dettagli.

 

Open

Le operazioni della categoria Open sono considerate a basso rischio e non richiedono autorizzazioni preventive specifiche, se non l'obbligo di rispettare determinate condizioni.

Le caratteristiche principali delle operazioni in questa categoria sono:

  • Peso del drone: fino a 25 chilogrammi.
  • Operazioni: devono essere effettuate a vista (Vlos, Visual Line of Sight).
  • Distanza: massima distanza di 120 metri dal suolo.
  • Ambiente: non devono essere mai effettuati voli sopra assembramenti di persone. Va anche evitato il sorvolo di persone non coinvolte (con le attività di volo) o, nel caso in cui questo avvenga in modo imprevisto, il pilota remoto deve ridurre il più possibile il tempo in cui il drone sorvola tali persone.
  • Subcategorie:
     • A1 (droni con marcatura di classe C0 o C1, di peso fino a 900 grammi, o droni equivalenti se sono stati immessi sul mercato prima del 31 dicembre 2023).
     • A2 (droni con marcatura di classe C2 e volo a una distanza di almeno 30 metri da persone non coinvolte. Serve un attestato ad hoc per operare in categoria).
     • A3  (droni con marcatura di classe C3 o C4, di peso fino a 25 chilogrammi, o droni equivalenti se sono stati immessi sul mercato prima del 31 dicembre 2023. Operazioni di volo lontano da persone non coinvolte e a una distanza di almeno 150 metri da aree residenziali, commerciali, industriali o ricreative). È questo lo scenario agricolo più comune.
  • Formazione: è richiesto il superamento di un esame online per le sottocategorie A1 e A3, mentre per la A2 è necessario un ulteriore esame teorico. Nel caso in cui il drone superi i 25 chilogrammi di peso (ad esempio se si usa il DJI Agras T50) le operazioni ricadono nella categoria Specific.
  • Conoscenza dello spazio aereo: prima di prendere il volo il pilota deve controllare sul sito d-flight che nel luogo dove si intende far volare il drone le operazioni con Uas non siano vietate (zone geografiche Uas). In generale il divieto di sorvolo è istituito intorno agli aeroporti, o alle elisuperfici, per motivi di safety. I divieti di sorvolo possono inoltre essere stati istituiti per motivi di protezione ambientale (parchi naturali) o per security (edifici governativi, carceri, eccetera). In questi casi è necessario operare in categoria Specific se si intende utilizzare il drone in una zona geografica istituita a protezione di aeroporti o elisuperfici, seguendo le procedure della Circolare ENAC ATM-09A; mentre, negli altri casi, va chiesto il nullaosta da parte dell'amministrazione che ha richiesto l'istituzione del divieto di sorvolo (ad esempio Prefettura, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Ente Parco Naturale, eccetera), secondo le procedure della Circolare ENAC ATM-05B.

 

Come si può notare, praticamente tutte le operazioni di monitoraggio dei campi con droni ricadono nelle sottocategorie A1 o A3.

 

Specific

Le operazioni della categoria Specific presentano un livello di rischio maggiore rispetto alla categoria Open e richiedono una valutazione dei rischi specifica per l'operazione prevista. Sono sempre Specific le operazioni che prevedono il rilascio di materiale, come fertilizzanti o insetti utili. Per quanto riguarda l'irrorazione delle colture con prodotti fitosanitari, la normativa di fatto ne vieta l'impiego (a meno di non richiedere complesse deroghe secondo il D.Lgs 150/2012, articolo 13).

 

Le caratteristiche principali della categoria Specific sono:

  • Autorizzazione: le operazioni possono essere effettuate in accordo ad uno Scenario Standard (STS), oppure, nel caso in cui le operazioni non ricadano in uno degli scenari standard disponibili, per lo svolgimento delle attività è necessario ottenere preventivamente dall'Enac un'autorizzazione operativa in categoria specifica. Per facilitare la valutazione del rischio, nel Regolamento (EU) 2019/947 sono disponibili dei Risk Assessment Pre-Definiti (Pre-Defined Risk Assessment, Pdra), alcuni inerenti le operazioni agricole, per i quali gli operatori possono ottenere autorizzazioni con un processo semplificato.
  • Formazione: il pilota deve avere un patentino di livello superiore (rispetto a Open), che gli permetta di operare nella categoria Specific.
  • Operazioni: possono essere effettuate anche non a vista e con droni anche superiori ai 25 chilogrammi.
  • Conoscenza dello spazio aereo: vedi quanto riportato per la categoria Open.

 

Certified

Le operazioni della categoria Certified sono quelle considerate ad alto rischio, che di conseguenza sono soggette ad un regime autorizzativo più restrittivo. Regime autorizzativo che prevede anche la certificazione del drone. Queste operazioni includono il trasporto di persone, merci pericolose o operazioni in aree urbane densamente popolate. Non riguardano dunque il contesto agricolo.

 

Vademecum per chi vuole usare un drone

Ricapitolando, se un agricoltore volesse acquistare un drone e pilotarlo egli stesso per il monitoraggio dei campi, i passi da seguire sono:

  • Acquisire il patentino per volare in categoria Open A1 e A3.
  • Registrarsi su d-flight e applicare il QRCode identificativo sul drone.
  • Stipulare una assicurazione specifica.
  • Volare evitando di sorvolare persone non coinvolte e, se si opera in sottocategoria A3, rispettando la distanza di 150 metri da aree residenziali, commerciali, industriali o ricreative. Inoltre, è sempre necessario consultare le mappe su d-flight per controllare che non ci siano restrizioni specifiche al volo degli Uas (presenza di aeroporti, carceri, strutture militari, eccetera).
  • Nel caso invece si voglia disperdere del materiale serve richiedere una preventiva autorizzazione operativa in categoria specifica all'Enac, trasmettendo il modello di domanda disponibile sul sito dell'ente e allegando la necessaria documentazione di supporto.

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