Il 7° Congresso internazionale sul nocciolo di Viterbo, chiusosi il 27 giugno, è stato un'importante occasione per fare il punto sulla situazione del settore corilicolo in Italia e nel mondo. L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Studi e Ricerche sul Nocciolo e Castagno del Cefas - struttura nata da un accordo tra Camera di Commercio di Viterbo e Università degli Studi della Tuscia - e sotto l’egida dell’Ishs (International Society for Horticultural Science). Delle 6 sessioni in programma, 5 riguardavano aspetti tecnici della coltivazione della nocciola, mentre la sesta era incentrata sul marketing e le politiche di mercato. Di seguito la sintesi dei risultati scientifici.

 

Germoplasma e miglioramento genetico

Nella sessione relativa allo studio varietale e del miglioramento genetico del nocciolo nel mondo sono emersi vari spunti e alcune novità interessanti che denotano una forte sensibilità nei riguardi del rinnovamento varietale, evidenziando una spiccata attitudine all'impiego delle biotecnologie per abbattere i lunghi tempi di valutazione del germoplasma, tipici per questa specie. Una corposa attività di valutazione fenotipica sotto il profilo produttivo e fenologico è in fase di esecuzione, sia in aree tradizionalmente vocate alla coltivazione della specie, sia in paesi emergenti, come il Cile ed il Sud Africa, che in futuro potrebbero far registrare una rilevate crescita produttiva. Oltre alla valutazione delle cultivar locali nelle varie aree di coltivazione, è emersa una crescente attività di valutazione in nuove aree delle principali cultivar italiane, a conferma delle caratteristiche qualitative superiori che queste ultime presentano. Tra le attività in corso, è senza dubbio da evidenziare il programma di miglioramento genetico in esecuzione presso l'Oregon State University (Usa), orientato principalmente alla costituzione di cultivar resistenti ad Eastern Filbert Blight (Efb), patologia fungina causata da Anisogramma anomala, nonché nella costituzione di 'impollinatori universali' in grado di superare le problematiche di autoincompatibilità sporofitica tipica di questa specie, con l'obiettivo di incrementare la produttività dei noccioleti del Nord America. In Europa, con il Progetto Safenut sono in fase di esecuzione delle attività di valutazione e catalogazione del germoplasma corilicolo del bacino mediterraneo, quale innovativa attività che può rappresentare una importante base di partenza per la realizzazione di nuovi programmi di miglioramento genetico anche in Europa, dove le coltivazioni sono principalmente costitute con l'impiego di cultivar tradizionali che dovrebbero essere migliorate sia in termini qualitativi che di resistenza alle malattie.

 

Biologia e fisiologia

Interessanti contributi sono stati presentati in occasione della sessione sulla biologia e fisiologia della specie, principalmente orientati sulla complessa biologia fiorale che la caratterizza, nonché su aspetti riguardanti la fisiologia della radicazione delle varie cultivar, impiegando tecniche di propagazione classica, e in particolare attraverso il miglioramento delle tecniche di propagazione in vitro, di grande utilità per l'ottenimento di materiale di propagazione di qualità ed esente dalle principali problematiche fitopatologiche.

 

Tecnica colturale

Noccioleto sui monti Cimini - foto Cefas

Relativamente alla tecnica colturale ed alla gestione del corileto, hanno avuto grande risalto le tematiche connesse all'irrigazione, alla gestione della chioma, alla fertilizzazione e alla meccanizzazione. Nel caso dell'irrigazione e della potatura è emersa l'attenzione che i vari ricercatori hanno rivolto alle tematiche per migliorarne lo stato dell'arte.
In una fase in cui la risorsa acqua risulta essere sempre più limitata, il nocciolo, in passato condotto in asciutto, rientra oramai a pieno titolo tra le colture che si avvantaggiano nettamente dell'irrigazione. Mentre collaudati sono i sistemi irrigui che meglio si prestano per l'irrigazione della specie, principipalmente localizzati, la definizione della campagna irrigua, dei volumi e dei turni di adacquamento è ancora oggi stimata in maniera empirica e spesso con eccessi di somministrazione idrica. Proprio in tal senso vari sono stati i contributi scientifici sulla tematica a testimonianza che la comunità scientifica stà operando in maniera molto convinta per ottimizzare l'utilizzazione di tale risorsa limitata. Elevata è stata anche l'incidenza dei contributi sulle pratiche di potatura, sia al secco che al verde, oltre che con impiego di macchine. È emersa l'opinione comune che la razionalizzazione delle opere di gestione della chioma sono essenziali per migliorare la produttività dei noccioleti, in particolare per questa specie che evidenzia portamento cespuglioso e bassa produttività.
Interessanti contributi sono emersi anche in termini di fertilizzazione fogliare su base diagnostica, e in termini di meccanizzazione sia per le operazione di gestione del corileto (spollonatura, potatura, controllo delle infestanti) sia in termini di raccolta.
La componente più consistente di contributi in questa sessione è stata presentata dai ricercatori italiani e americani, dove il grado di specializzazione dei noccioleti è oramai molto avanzato.

 

Aspetti fitosanitari

Grande attenzione è stata rivolta dai ricercatori intervenuti alle problematiche fitopatologiche connesse alla specie. Sono state passate in rassegna le principali azioni di controllo delle patologie comuni del nocciolo, soprattutto in termini di batteriosi, virosi e malattie fungine, ma dando anche grande risalto ai danni causati da insetti. Tra tutti gli aspetti analizzati in questa sessione merita senz'altro attenzione l'attitudine che gli addetti al settore stanno rivolgendo alle tecniche alternative di controllo delle fitopatologie su base biologica, talvolta con impiego di predatori e parassitoidi, a testimonianza che la comunità scientifica attuale presenta una spiccata sensibilità nei riguardi della somministrazione di fitofarmaci, che inevitabilmente sono caratterizzati da impatto ambientale.

 

Qualità, conservazione e trasformazione

Insieme alla sessione dedicata al germoplasma e al miglioramento genetico, la qualità è stata la tematica più trattata. Accertata la grande valenza dietetica e nutrizionale delle nocciole, i ricercatori interessati a tali aspetti stanno operando, talvolta in maniera anche sinergica, per affinare il grado di conoscenza delle caratteristiche compositive delle nocciole anche su base varietale, ponendo l'accento sulle tecniche di stoccaggio e conservazione delle produzioni per garantire alle nocciole standard qualitativi elevati e stabilità nella conservazione di medio e lungo periodo. Un ulteriore e interessante elemento emerso in occasione della sessione è l'attenzione che la comunità scientifica sta rivolgendo alla possibilità di impiego dell'analisi sensoriale nella valutazione qualitativa delle nocciole, quale strumento plurivalente implicato tra l'altro nella promozione di azioni volte alla tipicizzazione delle produzioni: nasce così la nuova figura dell'assaggiatore di nocciola. (collegam articolo)

 

Foto di Steffenz - Alcuni diritti riservati