Si chiamano mower, o più semplicemente tagliaerba autonomi o anche robot tagliaerba.
Sono quei macchinari che sempre più spesso si vedono in azione per tagliare i prati dei giardini privati, degli impianti sportivi ma che trovano impiego anche in agricoltura per gestire il manto erboso dei vigneti e dei frutteti inerbiti, con un risparmio di manodopera e di carburante.
A dirlo sono i ricercatori della sezione di Meccanica Agraria dell'Università di Pisa che hanno realizzato prove di campo con risultati interessanti, riportati in 2 recenti articoli scientifici.
Per farci spiegare come si possono usare questi mezzi autonomi e quali vantaggi si possono avere, abbiamo intervistato Marco Fontanelli.
Il rasaerba entra in vigneto
Professor Fontanelli, che tipi di tagliaerba autonomi si possono usare per il vigneto e quanta superficie possono gestire?
"È chiaramente un argomento molto innovativo e la tecnologia non è ancora diffusa poiché mancano le macchine specifiche per l'agricoltura. Ma visto che le tecniche conservative sono sempre più apprezzate e l'inerbimento è spesso preferito alla lavorazione del terreno, il vigneto può diventare una sorta di grande prato con molti ostacoli.
Con i rasaerba autonomi classici a traiettorie casuali (il movimento ricorda un po' quello delle palle del biliardo…) si può quanto meno considerare il dato di fabbrica, trascurando la riduzione del rendimento operativo dovuto alla presenza delle viti. Abbiamo infatti osservato che i robot attraversano molto facilmente il filare ed inoltre, la frequenza di taglio necessaria è minore rispetto a quella di un tappeto erboso ricreativo, ornamentale o sportivo.
In un nostro caso di studio reale abbiamo stimato 3 robot per 1 ettaro di vigneto. La stima è comunque a parer mio piuttosto prudenziale".
Il terreno deve essere perfettamente livellato o possono lavorare anche in presenza di piccole buche, avvallamenti o zone di terreno lavorate?
"Da questo punto di vista abbiamo notato delle notevoli differenze tra i modelli a 2 e 4 ruote motrici. I secondi riescono a disimpegnarsi molto meglio. Alcune prove condotte presso un vigneto del Centro 'Enrico Avanzi' dell'Università di Pisa con terreno molto sabbioso, hanno messo bene in evidenza le potenzialità di questa soluzione, un tempo non disponibile sul mercato.
Per quanto riguarda piccole buche e avvallamenti non ci sono grossi problemi mentre un terreno lavorato è da escludere. È necessario, nel caso, livellarlo bene, aspettare che si assesti ed orientarsi verso un sistema conservativo inerbito, anche naturalmente".
Possono lavorare anche in terreni in pendenza?
"Anche in questo caso la tecnologia ha permesso un grosso salto in avanti sempre con la recente introduzione delle macchine autonome rasaerba a 4 ruote motrici. La pendenza tollerabile nell'area di lavoro è passata dal 40-45% al 70-75%."
La gestione dell'erba è completa sia in mezzo al filare che sulla fila tra i ceppi delle piante?
"Questo è proprio il grande vantaggio delle piccole macchine autonome per lo sfalcio dell'erba, riescono a lavorare anche all'interno del filare. L'altro grande vantaggio è il peso ridotto".
Possono dare problemi per la realizzazione contemporanea dei trattamenti antiparassitari?
"Con la tecnologia attuale sì. È necessario che i robot siano fermi durante qualsiasi operazione in campo effettuata con il trattore. Qualora un robot venisse schiacciato sarebbe un bel danno!".
Riguardo l'alimentazione possono essere ricaricabili con pannelli fotovoltaici in campo?
"I modelli più comuni non ne sono dotati. Si ricaricano tornando automaticamente in stazione e ricevendo energia da una normale presa elettrica. Esistono comunque soluzioni che prevedono l'uso di pannelli fotovoltaici che possono essere posti sul rasaerba oppure in corrispondenza della stazione di ricarica, la quale deve essere in questo caso dotata di batterie per immagazzinare l'energia elettrica".
Quanto costa indicativamente un tagliaerba autonomo adatto ad un vigneto e il sistema di controllo e ricarica?
"Presa coscienza del fatto che qualunque risposta in questo caso è per forza sbagliata, direi circa 6mila euro".
Dal punto di vista economico, che risparmio si può avere ad ettaro in termini di carburante e di manodopera?
"Facendo riferimento ad un nostro specifico caso di studio, abbiamo stimato in un anno un risparmio di circa 200 kilowatt ora ad ettaro di energia rispetto alla tecnica ordinaria che prevedeva un consumo pari a quasi 700 kilowatt ora ad ettaro (circa 60 chilogrammi di gasolio). Come manodopera è stato osservato un risparmio di circa 8 ore ad ettaro, il tempo relativo agli sfalci con macchina operatrice accoppiata a trattore".