L'Università di Firenze si lancia nell'agricoltura di precisione con il progetto europeo Sparkle - Sustainable precision agriculture: research and knowledge for learning how to be an agri-entrepreneur, in italiano Agricoltura di precisione sostenibile, ricerca e conoscenza per imparare come diventare un agri-imprenditore.

Un progetto finanziato nel bando Erasmus plus key action 2-knowledge alliances, con 800mila euro, di cui 150mila destinati all'ateneo fiorentino che è il capofila.

L'obiettivo è ambizioso: sviluppare la prima piattaforma europea di e-learning, cioè di formazione online, sull'agricoltura di precisione, fornendo così uno strumento di libero utilizzo per le imprese che vogliano impiegare le innovazioni tecnologiche in campo.

Il progetto fa parte della strategia europea per rafforzare la cooperazione tra mondo accademico e imprenditoria e coinvolge altri dieci realtà europee, tra cui il Politecnico di Madrid, e il centro di ricerca per la meccanizzazione del Csic, l'equivalente spagnolo del nostro Cnr, l'Università Aristotele di Salonicco, in Grecia, l'Università di Evora in Portgallo e tre aziende agricole, una italiana, una portoghese e una greca e tre società informatiche e di management.

Responsabile scientifico del progetto è Marco Vieri, docente di Meccanica agraria al dipartimento di Gestione dei sistemi agrari, alimentari e forestali di Firenze.

"Attraverso il possesso dei dati, l'uso dei sistemi informatici geografici e l'impiego della geolocalizzazione satellitare - spiega Marco Vieri - è possibile procedere all'esame del terreno e delle colture e differenziare la gestione e gli apporti di input come acqua, nutrienti, quantità di seme, nella misura in cui è necessario. I risparmi si aggirano attorno al 50-70% rispetto alla tecnica convenzionale di applicazione uniforme dei nutrienti su tutto l'appezzamento".

"Per capire di cosa stiamo parlando nella pratica - aggiunge Vieri - basti pensare che l'agricoltura di precisione permette di utilizzare droni per il trattamento con antiparassitari o di distribuire sostanze nutrienti con l'irroratrice robotizzata in quantità variabili e proporzionali alla quantità di vegetazione presente nelle diverse fasce verticali".

"Analogamente - continua il professore - una particolare macchina vendemmiatrice permette la raccolta differenziata di uve sulla base di mappe digitali che identificano le zone a diversa qualità all'interno del vigneto: ciò consente di ottenere prodotti di diversa qualità e prezzo. Ma tutte queste innovazioni portano anche ad un risparmio in termini di combustibile e di emissioni di anidride carbonica".

La digitalizzazione e l'introduzione di tecnologie avanzate nel settore agricolo, secondo Vieri, costituiscono così una rivoluzione paragonabile alla meccanizzazione del lavoro dei campi, quando si passò dagli strumenti a trazione manuale o animale ai macchinari agricoli. Un fenomeno che comporta anche un cambio di mentalità e la nascita di nuove figure come l'agroelettronico o l'agroinformatico, che saranno molto ricercate.