Se da un lato le piogge dell'ultimo mese hanno dato respiro ai bacini idrici, dall'altro hanno costituito un vero e proprio flagello per il grano. Vento e rovesci hanno infatti allettato ettari di raccolti e l'eccesso di umidità ha dato il via a significativi focolai di fusariosi. Le aree più colpite sono quelle settentrionali e delle regioni a est della catena appenninica sino all'Abruzzo, con punte drammatiche in Lombardia ed Emilia Romagna. 

«Come se non fossero bastati i problemi causati agli agromeccanici dal costo dei carburanti, - sostiene Massimo Alberghini Maltoni, direttore dell'Apima di Modena e consigliere Nazionale Unima - quest'anno ci troveremo a lavorare su raccolti compromessi. La mietitrebbiatura in queste condizioni diviene lenta e difficoltosa, con un conseguente incremento dei costi e i danni provocati dalla fusariosi renderanno di fatto la raccolta in alcune aree non remunerativa. Se le perdite stimate da Unione Seminativi per gli agricoltori dell'Emilia Romagna variano dal 50 al 60%, per i contoterzisti si tratterà di una vera e propria catastrofe, in quanto si troveranno di fronte a una radicale flessione della mole di lavoro che si accompagnerà a un incremento dei costi delle lavorazioni effettuate. Ovviamente l'attuale congiuntura rende anche a dir poco difficoltosa ed eticamente discutibile l'ipotesi di un incremento delle tariffe».

«Siamo di fronte a una situazione - dichiara Aproniano Tassinari, Presidente di Unima - in cui potrebbero rendersi indispensabili degli interventi compensativi da parte delle istituzioni. Benché la normativa vigente, in casi simili, preveda aiuti esclusivamente per gli agricoltori, Unima chiede con forza che il comparto agromeccanico, che subisce danni di carattere diverso ma entità non minore, non venga abbandonato e goda della stessa considerazione e supporto destinate alle imprese agricole».