L'accordo siglato tra Unima Ferrara, aderente a Cai Agromec, e il Dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche e Agrarie dell’Università di Ferrara apre la strada ad una proficua collaborazione che, per un periodo di 3 anni, vedrà le due realtà cooperare in progetti comuni.

 

L'unione fa la forza

L'obiettivo è promuovere e coordinare attività di ricerca, didattica, formazione, consulenza e aggiornamento su temi di grande interesse per il settore agricolo, quali lo sviluppo sostenibile, lo stato dell’ambiente e l'impatto ambientale.

 

In concreto, questa collaborazione prevede l'organizzazione di iniziative congiunte come attività formative e di aggiornamento, tirocini, consulenze agronomiche, progetti di ricerca condivisi e convegni e seminari sui risultati ottenuti.

 

L'impegno per un agricoltura più virtuosa

"La collaborazione con l’Università di Ferrara è per noi un grande orgoglio e uno straordinario risultato. Agromeccanici e studenti sono già in campo per approfondire insieme i temi legati all’agricoltura sostenibile e di precisione" commenta Michele Pedriali, direttore di Unima Ferrara e vicepresidente Cai Agromec.

 

"Questo accordo è un esempio virtuoso da replicare" aggiunge Gianni Dalla Bernardina, presidente Cai Agromec. "Il mondo agromeccanico è caratterizzato da un livello tecnologico avanzato, ma per guardare al futuro necessita di un continuo confronto con chi studia le dinamiche specifiche del settore".

 

Pronti a sviluppare soluzioni efficaci sul campo

"Il nostro Dipartimento svolge attività su diversi ambiti, tra cui lo sviluppo di strategie agronomiche per garantire rese elevate preservando la qualità dell’ambiente e le sue risorse. Questo accordo ci permette di studiare e valutare nuove soluzioni per l’agricoltura del futuro" spiega Alberto Cavazzini, responsabile e sottoscrittore dell’Accordo per l'Ateneo ferrarese.

 

"L'accordo darà la possibilità agli studenti di operare in condizioni reali acquisendo maggiore confidenza con le nuove tecnologie e nello sviluppo di nuove pratiche agronomiche" aggiunge Emanuele Radicetti, professore di Unife.