Il ricorso alle imprese agromeccaniche per la tutela delle acque potrebbe, in un futuro prossimo, perdere il suo attuale carattere episodico per divenire una pratica istituzionalizzata. E' quanto emerso dal convegno, organizzato da Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola), con il patrocinio della provincia di Cremona, sul tema del ruolo del contoterzismo nella tutela dell'ambiente e delle risorse idriche nel terzo millennio e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Toscani, assessore all'Agricoltura della provincia di Cremona, di Aproniano Tassinari, presidente Unima, di Davide Boni,  assessore al Territorio e Urbanistica della regione Lombardia e presidente Aipo, di Lino Zanichelli, assessore Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Emilia Romagna, di Giulio Tufarelli, responsabile Associazione nazionale bonifiche, irrigazione e miglioramenti fondiari; di Paolo Lassini, direzione generale Agricoltura regione Lombardia e Roberto Guidotti dell'Ufficio tecnico Unima. Oggi le imprese agromeccaniche sono in grado di coprire le esigenze dei numerosi soggetti che operano per il territorio: enti locali, consorzi di bonifica, autorità di bacino, aziende agricole e svolgono le attività più diverse tra cui quelle di ripresa di frane, sistemazione dei pendii, costruzione di dighe, pennelli e briglie; bonifica di rocce pericolanti, isolamento delle discontinuità geologiche e dei piani di scivolamento.