Ogni anno, nel mese di novembre si celebra in tante città la "Festa dell'albero", che vede la partecipazione di tanta gente. È confortante ed emozionante constatare il coinvolgimento di centinaia di scuole, in tutta Italia, impegnate nella messa a dimora di alberi e piantine che nel tempo diventeranno anche loro alberi di tutto rispetto.
A onor del vero, la festa dell'albero non è un'invenzione recente, spinta dalla positiva e rivitalizzata ondata ecologista, ma risale a un po' di tempo fa. Nel 1872, Norton, il governatore pro tempore dello stato del Nebraska (Usa) organizzò una manifestazione, denominata Arbor Day, la giornata dedicata all'albero, con l'intento di piantare tanti alberi per rendere più vivibili le città americane, tutte prese nel forsennato sviluppo industriale, che favorì senz'altro la crescita economica, a discapito però della salubrità dell'ambiente urbano (ma questo si sarebbe capito meglio più tardi).
Per tornare in casa nostra, andando a ritroso di oltre un secolo, scopriamo che con il Regio Decreto del 2 febbraio 1902 venne istituita la famosa "Festa degli alberi". Il suddetto Regio Decreto ha rappresentato un momento di sensibilizzazione collettiva verso la tutela di un patrimonio comune; infatti si legge che "importa assicurare la rigorosa osservanza della legge forestale, preordinata, fra l'altro, a promuovere la conservazione e la ricostituzione delle nostre selve" rimarcando il concetto fondamentale (e tuttora attualissimo) che "le leggi hanno efficacia maggiore quando trovano disposizioni buone di volontà e di ossequio nel costume del popolo". Già allora mettere a dimora alberi o piccoli astoni forestali era un atto di fiducia e speranza nel futuro, in cui la salvaguardia della natura assume un impegno prioritario.
Oggi più che in passato è necessario andare oltre l'emotività del momento, condita con il folclore che fa da arredo alle varie manifestazioni (sia ben chiaro, il folclore è la storia della cultura di una comunità) e di conseguenza agire ogni giorno a favore dell'ambiente attraverso tutta una serie di atteggiamenti e comportamenti semplici ma costanti, dallo smaltimento differenziato dei rifiuti, al rispetto della fioriera che non è un cestino per lattine, fazzolettini o bottigliette, alla salvaguardia dell'albero (e delle sue radici) che non consente un comodo parcheggio dell'auto, all'accompagnare il cane in modo civile, pur nel rispetto delle sue esigenze...
Milioni di alberi non si formano dall'oggi al domani, i vivaisti insegnano che ci vogliono alcuni anni per poter definire un albero come tale, per cui, in attesa di disporre di un tale patrimonio,
l'impegno individuale e collettivo verso un comportamento più rispettoso dell'ambiente rappresenta già un gran bel risultato, nella speranza che gli astoni forestali di oggi saranno un bosco domani.
A cura di Alberto Vanzo, Delegazione Piemonte e Valle d'Aosta, Associazione Pubblici Giardini
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