"In base alle informazioni fornite dall'Italia e tenuto conto dell'efficacia delle misure di controllo della peste suina africana, le zone della regione Emilia Romagna attualmente elencate come zone soggette a restrizioni di primo livello dovrebbero ora essere soppresse data l'assenza di focolai in suini e nei selvatici presenti in tali zone".

 

È, in sintesi, quanto si legge nelle premesse del Regolamento della Commissione Europea pubblicato sulla Gazzetta Europea del 3 marzo 2025, dove si prende atto dei risultati ottenuti nel contenimento della diffusione di questo virus.

Dal punto di vista pratico significa che in queste zone gli allevamenti non devono più soggiacere ai vincoli di carattere sanitario che ingessavano le attività di allevamento e trasformazione delle carni suine.


Stop alle restrizioni

Nel parmense i comuni di San Secondo, Traversetolo, Montechiarugolo e una parte del comune di Parma sono ora esclusi dagli obblighi previsti per le zone di restrizione di primo livello.

In questo gruppo rientrano aree considerate ad alto rischio, ma senza nessun caso di peste suina africana né negli allevamenti né fra i selvatici, ma confinanti con aree dove tali focolai sono presenti.

 

Le regole da rispettare quando si ricade nel regime di restrizione di primo livello prevedono in particolare il divieto alla movimentazione degli animali al di fuori dell'area in assenza di specifiche autorizzazioni.

Limitazioni e controlli serrati sono poi previsti per la commercializzazione di carne e  prodotti trasformati.

Obblighi che ora gli allevatori delle zone "graziate" dalla peste e dal legislatore europeo, potranno finalmente cadere.

Ciò non significa che potranno essere abbandonate le misure di biosicurezza sin qui adottate e che hanno contribuito a tenere lontano il virus dagli allevamenti.


Buoni risultati

Soddisfazione per questo risultato è stata espressa da Massimo Fabi e Alessio Mammi, rispettivamente assessore alla Salute e all'Agricoltura dell'Emilia Romagna.

Merito, si è detto, del lavoro svolto in collaborazione con la struttura commissariale da parte della cabina di regia istituita in Regione e all'attività di sorveglianza dei gruppi operativi territoriali locali.

 

L'eliminazione delle restrizioni consentirà agli operatori il ritorno a condizioni di normalità e coinciderà con minori vincoli nella riduzione del numero di cinghiali.

Soddisfazione anche da parte del commissario alla peste suina africana, Giovanni Filippini, che ha ricordato come questo risultato sia stato raggiunto grazie alle azioni sinergiche fra struttura commissariale, Ministero della Salute, Ministero dell'Agricoltura, Gruppo Operativo Regionale e Gruppi Operativi Locali.


Una lotta difficile

Un risultato che si aggiunge a quelli già conseguiti con il contenimento del virus all'interno delle zone interessate, come già anticipato da AgroNotizie®.

La strada da percorrere per sconfiggere la malattia è però ancora lunga e non si può abbassare la guardia.

Zone di restrizione di primo, secondo e terzo livello continuano ad essere presenti nella stessa Emilia Romagna e poi in Lombardia e Piemonte.

Senza dimenticare le restrizioni di primo e secondo livello in Liguria, Toscana, Calabria, Basilicata e Campania.


Attenti al virus

Siamo di fronte a un virus particolarmente temibile, dotato di grande resistenza nell'ambiente esterno dove può sopravvivere a lungo e capace di spostarsi non solo grazie ai cinghiali, ma anche con il contributo inconsapevole delle persone, che possono veicolarlo all'interno degli allevamenti.

Per questo le misure di biosicurezza non possono mai essere allentate e l'attenzione deve rimanere ai massimi livelli.