Alziamo il periscopio e diamo un'occhiata alla situazione mondiale dei mercati agricoli. L'indice generale del prezzo delle commodity agricole della Fao continua a salire e risulta dell'8,2% più elevato rispetto ad un anno fa. Siamo comunque grossomodo del 20% sotto i livelli record di prezzo raggiunti nel marzo 2022.

 

Riassumiamo per classi di prodotto.

Negli ultimi 12 mesi il latte e i suoi derivati hanno avuto una grande ripresa, con guadagni percentuali a due cifre - stessa vicenda per gli oli vegetali, che son di molto aumentati, hanno avuto una battuta d'arresto fra novembre e gennaio e poi sono passati di nuovo in aumento. Lo zucchero è stato in netta discesa fino ad agosto, in ripresa fino a ottobre e poi di nuovo in calo. Le carni in lieve crescita fino all'estate, poi stabili.

 

Per i cereali si conferma un andamento ondivago, caratterizzato da una certa volatilità, che è parsa però attenuarsi negli ultimi mesi.
Nello scorso mese il prezzo del grano è stato condizionato dalla politica commerciale della Russia (il dominus del settore che stringe nelle esportazioni), dai rallentamenti nell'area del Mar Nero (Ucraina) oltre che dalle cattive informazioni sulle campagne entranti, che arrivano sia dalla stessa Russia sia dagli Stati Uniti. Anche il mais appare in rialzo per le cattive stagioni in Brasile e Argentina e per la forte domanda di prodotto statunitense.

 

Compulsando i vari canali di intelligence commerciale mondiale risaltano alcuni dati di congiuntura interessanti. Come, per esempio, il previsto forte calo di produzione di pomodoro in Cina (-40%: vi sarà sicuramente un effetto globale) o ancora l'abbassamento nell'ultimo mese del prezzo mondiale delle carni avicole. Questo pare causato dalla forte produzione ed esportazione brasiliana e a dispetto dell'influenza aviaria che colpisce molti paesi decimandone la produzione.

 

Previsioni? In generale si potrebbe essere ottimisti (intendiamoci: per i prezzi agricoli, non per tutto il resto).