Dal 2015 torniamo a parlare, a più riprese, della revisione dei mezzi agricoli che potrebbe contribuire all'aggiornamento del parco macchine nazionale e all'aumento della sicurezza operativa ma non parte perché manca ancora - dopo ben dieci anni - il Decreto attuativo. In un decennio, infatti il mondo politico ha preferito rimandare più volte le scadenze piuttosto che mettere in cantiere il Decreto.
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Come c'era da aspettarsi, anche nel 2025 è arrivata l'ennesima proroga per le macchine da revisionare. Lo scorso 24 febbraio è stato pubblicato il testo definitivo della Legge n. 15 del 21 febbraio 2025, cioè la conversione in legge con modificazioni del Decreto Milleproroghe (DL n. 202 del 27 dicembre 2024) che - all'articolo 19, comma 1-ter - stabilisce nuovi termini per la revisione periodica dei macchinari agricoli immatricolati in diversi anni.
Classi di mezzi agricoli | Nuove scadenze |
mezzi immatricolati entro il 31 dicembre 1983 | 31 dicembre 2025 |
mezzi immatricolati tra il primo gennaio 1984 e il 31 dicembre 1996 | 31 dicembre 2025 |
mezzi immatricolati tra il primo gennaio 1997 e il 31 dicembre 2019 | 31 dicembre 2026 |
Tabella con le nuove scadenze per la revisione dei mezzi agricoli
(Elaborazione Agronotizie)
Cambiare le date per non cambiare niente
In sostanza, la legge appena pubblicata sposta di un anno i termini per la revisione previsti dal Decreto Milleproroghe 2021 (DL n. 228 del 30 dicembre 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 15 del 25 febbraio 2022). Le scadenze del DL n. 228 del 2021 sono già state modificate con una proroga attraverso il DL n. 215 del 30 dicembre 2023, convertito con modificazioni dalla Legge n. 18 del 23 febbraio 2024.
Prima della sequela di proroghe, il Decreto interministeriale del Ministro dei trasporti e del Ministro dell'agricoltura del 20 maggio 2015 prevedeva la seguente deadline:
- 30 giugno 2021 per le macchine agricole immatricolate entro il 31 dicembre 1983;
- 30 giugno 2022 per le macchine immatricolate dal primo gennaio 1984 al 31 dicembre 1995;
- 30 giugno 2023 per le macchine immatricolate dal primo gennaio 1996 al 31 dicembre 2018;
- revisione al quinto anno successivo alla fine del mese di prima immatricolazione per le macchine immatricolate dopo il primo gennaio 2019. Il DL n. 228 del 2021 ha modificato tale punto fissando la revisione al quinto anno per le unità immatricolate dopo il primo gennaio 2020.
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La revisione in un mondo ideale
Se tutto fosse andato come stabilito nel 2015, oggi i macchinari agricoli più vecchi circolanti in Italia sarebbero revisionati e in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza agli operatori.
La realtà purtroppo è ben diversa: mentre le proroghe si accumulano, in agricoltura si registrano 120 decessi in media all'anno legati anche alla mancanza o all'usura dei sistemi di sicurezza sui mezzi agricoli.
Per come stanno le cose oggi, se anche un agricoltore volesse revisionare spontaneamente il proprio trattore, non potrebbe farlo. In assenza del Decreto attuativo, non si conoscono i responsabili dei controlli, le procedure di revisione e i requisiti richiesti per la messa a norma.
Interrogazione parlamentare in corso
Dal suo insediamento a oggi, il Governo non si è occupato del Decreto attuativo relativo alla revisione. A settembre 2024, in occasione del G7 Agricoltura, il ministro Lollobrigida ha dichiarato: "Chiederemo di parlare della revisione in maniera approfondita al Ministero dei trasporti, che è il ministero competente, in modo da avere una strategia e una tempistica". Da allora tutto tace e sorge il sospetto che la revisione sia finita, ancora una volta, nel dimenticatoio.
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Tuttavia, lo scorso 25 febbraio Alessandro Caramiello, Susanna Cherchi e Sergio Costa del Movimento 5 Stelle hanno presentato un'interrogazione parlamentare al Ministero dei trasporti (Mit) e al Ministero dell'agricoltura per sapere "se i Ministri interrogati intendano adottare, in tempi brevissimi, il Decreto attuativo sulla revisione dei mezzi agricoli e delle macchine operatrici di cui all'articolo 3, comma 5, del Decreto interministeriale del 20 maggio 2015".
I firmatari dell'interrogazione sottolineano che i continui rinvii dell'entrata in vigore della revisione non solo rappresentano un problema per la sicurezza degli operatori agricoli, ma espongono anche l'Italia al rischio di una possibile procedura d'infrazione comunitaria, poiché la direttiva 2014/45/CE prescrive la revisione obbligatoria per i trattori con velocità superiore a 40 chilometri orari.
Il Ministero dei trasporti, incaricato di rispondere all'interrogazione, non ha ancora fornito risposte sulla questione.
Federacma: è tempo di agire
In ogni caso, anche se ci fosse la volontà politica, è impossibile pensare che il Mit riesca a preparare il Decreto e le officine riescano ad attrezzarsi per eseguire i controlli entro la fine del 2025. Un'ulteriore proroga delle scadenze sarà inevitabile. Lo sa bene anche Federacma che da anni si batte per l'avvio della revisione e a cui abbiamo chiesto di valutare la situazione attuale.
"La nuova proroga è un provvedimento necessario per evitare sanzioni agli agricoltori ma, ancora una volta, non risolve il problema alla radice. Senza l’emanazione del Decreto attuativo, si continua a posticipare senza mai attuare realmente la riforma" afferma Andrea Borio, presidente di Federacma.
"Per questo, chiediamo alle istituzioni di sfruttare questa proroga per dare finalmente seguito al Decreto interministeriale del 2015 e approvare in tempi brevi il Decreto attuativo. Il nostro auspicio è che si passi dalle proroghe ai fatti, definendo un piano concreto per avviare le revisioni in modo efficace e sostenibile - aggiunge Borio. Non possiamo permetterci di affidare la sicurezza degli agricoltori a rinvii infiniti: servono risposte concrete e servono adesso".
Il Decreto attuativo è solo il primo passo
Il Decreto attuativo dovrebbe definire in modo chiaro modalità, tempistiche e competenze per la revisione, consentendo di avviare la formazione dei tecnici, l’adeguamento delle officine e l’organizzazione dei centri di revisione. Si tratta di processi lunghi, a cominciare dalla preparazione dei tecnici incaricati delle verifiche sulle macchine per conto della Motorizzazione e degli operatori dell'Inail incaricati della messa a norma.
"Federacma è pronta a collaborare nella gestione della formazione, come ha già dimostrato con il training di 300 operatori, ma serve un coordinamento efficace affinché il processo parta concretamente" sottolinea Borio, specificando che i concessionari potrebbero gestire molte delle verifiche dei macchinari agricoli, poiché hanno già parte delle competenze per certificare la messa a norma dei mezzi, semplificando le procedure e accelerando i tempi.
Anche l'adeguamento delle officine e delle strutture di controllo richiede tempo. "Serviranno almeno due o tre anni per completare la formazione del personale nelle officine, adattare i locali e predisporre le aree destinate alle prove tecniche richieste dalla Motorizzazione - sostiene Borio. Tenendo conto di questi aspetti e del fatto che almeno 400-500 officine vorranno offrire il servizio, è essenziale che il ministero competente faccia un piano realistico d’implementazione della revisione".