Per molto tempo siamo stati abituati a vedere l'economia come un modello lineare dove ogni prodotto è inesorabilmente destinato ad essere creato, consumato e infine smaltito, quindi destinato a "morire". Questo non è più possibile perché ci troviamo di fronte a una duplice sfida: favorire la crescita necessaria per creare occupazione e benessere per i cittadini e nel contempo garantire che sia di qualità tale da assicurare un futuro sostenibile.

In questo contesto emerge l'importanza dell'economia circolare (ec) in grado di sostituire il paradigma lineare a favore di un nuovo modello dove i prodotti di oggi sono le risorse di domani. Nonostante l'interesse da parte delle istituzioni pubbliche e un generale miglioramento del grado di utilizzo delle risorse, il concetto di economia circolare non è univoco. Ciò si riflette negativamente sulla sua diffusione e misurazione, requisiti essenziali per il conseguimento di azioni concrete e per il raggiungimento di obiettivi sostenibili.

Nel paradigma dell'economia circolare esistono due tipi di cicli: quello tecnico e quello biologico. Nei cicli tecnici, i prodotti, i componenti e i materiali vengono reinseriti nel mercato con la massima qualità e durata, attraverso la riparazione e manutenzione, riutilizzo, ristrutturazione, rifacimento e riciclaggio finale. Nei cicli biologici, i materiali non tossici vengono ripristinati nella biosfera durante la ricostruzione del capitale naturale, dopo essere stato incanalato in diverse applicazioni.


Dualismo dell'economia circolare

Il tema centrale del lavoro è che l'analisi dettagliata della letteratura scientifica e di studi non accademici ha dimostrato che il dualismo concettuale verte principalmente sull'aspetto tecnico a discapito di quello biologico.

Tale approccio fa si che i cicli biologici vengano correlati principalmente al settore agricolo e per questo tipo di cicli, la mancanza di misurazione è ancora più grande. Nel dettaglio, per tale settore attualmente non sono presenti indicatori di circolarità applicabili.
Dal momento che l'agricoltura opera direttamente nella biosfera, automaticamente il settore zootecnico viene considerato più circolare di un processo tecnico e in pratica, con accezioni positive, la patria del metabolismo biologico.

Tuttavia, questo non è sempre vero. Alcuni settori agricoli, come la produzione intensiva di polli da carne, ad esempio, utilizza un tasso di risorse piuttosto elevato, che non è tutto convertito in prodotti commestibili o rimesso in circolo, ma si traduce invece in una produzione dispendiosa dove perfino l'allevamento biologico si è ormai "standardizzato". Questo settore, in continua espansione, desta preoccupazione per la sostenibilità della filiera.

In questo contesto si inserisce l'obiettivo dello studio, ovvero dimostrare tramite la misurazione della circolarità che, gli allevamenti avicoli, anche quelli biologici, hanno assunto ormai una certa linearità di processo. In particolare si sono confrontati casi reali di allevamento avicolo biologico e intensivo, osservando quale tra i due sistemi si dimostrava essere più circolare e individuare le possibili alternative di gestione.

Siccome non vi sono indicatori per la misurazione della circolarità a livello aziendale per il ciclo biologico, lo strumento utilizzato, modificato per la zootecnia, è il Material circulator indicator (Mci).

Nella metodologia modificata Mci, il flusso di materiale oggetto di studio inizia dal mangime che è utilizzato per l'allevamento di animali o l'allevamento, e termina come prodotto alimentare per i consumatori; parte del flusso è destinato al recupero energetico producendo rifiuti, residui da trattare e gas rilasciato nella biosfera. Il letame prodotto può essere utilizzato in altri processi colturali o nello stesso ciclo zootecnico, attraverso l'uso nei terreni dedicati alla produzione di mangimi.

Flusso di materiale Mci modificato
Flusso di materiale Mci modificato

La computazione dell'indicatore è interessante, perché prendendo riferimento le indicazioni della fondazione McArthur (McArthur, 2015) evidenzia una completa linearità dell'allevamento intensivo e un processo ai limiti della circolarità per quanto concerne l'allevamento biologico. Gestioni aziendali "più circolari" non hanno dato risultati soddisfacenti. Tali risultati se utilizzati correttamente permettono di diversificare le operazioni e le scelte aziendali per ottenere una maggiore efficienza e sostenibilità di processo lungo la filiera.

L'Mci modificato quindi fornisce una prima indicazione di quanto i materiali di un prodotto circolano, ma non prende in considerazione ciò che questi materiali sono, né fornisce informazioni su altri impatti del prodotto. Quindi un'analisi più accurata richiede indicatori complementari, così come l'uso di Lca (Life cycle assesment) che permette di considerare impatti come il consumo energetico nel processo o l'acqua utilizzata per le operazioni di pulizia, che non sono presi in considerazione nel caso analizzato.

Gian Maria Alessandrini
Gian Maria Alessandrini, categoria "Economia agraria"
(Fonte: © Gian Maria Alessandrini )

Scarica la tesi completa di Gian Maria Alessandrini
Per eventuali contatti: alessandrinigianmaria6@gmail.com

A cura di Gian Maria Alessandrini

AgroInnovation Award è il premio di laurea istituito da Image Line in collaborazione con l'Accademia dei Georgofili al fine di promuovere la diffusione di approcci innovativi, strumenti digitali e l'utilizzo di internet in agricoltura.

AgroInnovation Award

Leggi le tesi vincitrici della quarta edizione.