Visto l'alto numero di incidenti occorsi negli ultimi mesi nei luoghi di lavoro, anche connessi al mondo agricolo e agroindustriale, riteniamo utile ripassare la gestione del primo soccorso nei luoghi di lavoro grazie alla pubblicazione Inail del 2018.

Innanzitutto è importante ricordare che il datore di lavoro è obbligato a designare e formare gli addetti e ad organizzare il piano di emergenza.

L'organizzazione del primo soccorso rientra nelle misure generali di tutela (art. 15 del D.lgs. 81/20008) e si inserisce nel più ampio capitolo delle emergenze, che comprende ad esempio misure quali prevenzione incendi e lotta antincendio, evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, salvataggio.

Uno dei principali documenti di questo tipo di organizzazione è il Documento di valutazione dei rischi, che fornisce gli strumenti per identificare, valutare e gestire i possibili rischi e i danni che ne possono conseguire. Da ciò deriva la classificazione dell'azienda (o della unità produttiva), tenuto conto della tipologia di attività svolta, dal numero di lavoratori occupati e dai fattori di rischio, in tre gruppi (A, B, C). Da tale classificazione conseguono quindi, ad esempio, le attrezzature da tenere in azienda e le ore di formazione degli addetti.

Nel gruppo A, ad esempio, rientra l'agricoltura. Le ore di formazione sono quindi sedici, l'aggiornamento comporta sei ore da ripetersi ogni tre anni e in azienda vi deve essere la cassetta di primo soccorso.

Inoltre, il datore di lavoro deve designare gli addetti al primo soccorso, tenendo conto delle dimensioni dell'azienda e dei rischi specifici. Il numero di addetti non è stabilito dalla legge, in quanto varia in base al numero di persone contemporaneamente presenti in ogni turno di lavoro. In ogni caso, dovrebbero essere almeno due per turno, in modo che se uno degli addetti fosse tra gli infortunati, un altro può intervenire.

La selezione degli addetti non risponde a indicazioni normative, ma deve essere basata sulle attitudini ed esperienze personali nel campo dell'emergenza e sulle disponibilità individuali. Un altro aspetto da tenere in considerazione è sicuramente lo stato di salute del lavoratore, che non deve presentare patologie o condizioni tali da impedire o limitare l'intervento immediato in emergenza.

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