L'Inail ha pubblicato uno studio (scheda n. 14 - Infor.MO, dal titolo "Lavoratori anziani") che propone una elaborazione dei dati per la categoria dei lavoratori anziani (over 55) in merito agli infortuni sul lavoro e sulle loro cause.

Parallelamente ad una evoluzione dei processi lavorativi, sia per quanto riguarda le attrezzature che le procedure, mutano anche le caratteristiche della popolazione lavorativa sotto aspetti di carattere sociale, economico e demografico. Nei paesi Ocse circa il 60% della popolazione tra i 50 e i 64 anni risulta occupato.

L'Organizzazione mondiale della sanità definisce come lavoratore che invecchia la persona che supera i 45 anni di età e lavoratore anziano chi ha più di 55 anni.

Di seguito tratteremo gli infortuni dei lavoratori definiti anziani avvenuti nel comparto agricoltura, che risulta essere quello più a rischio.

Chi sono questi lavoratori? Nel 22% dei casi il lavoratore risulta pensionato, nel 30% invece sono autonomi/titolari, nel 18% dipendenti.

Quali sono gli infortuni mortali più frequenti? Al 16% ci sono le cadute dall'alto, nel 46% la perdita di controllo dei mezzi, spesso con conseguente ribaltamento.

fattori di rischio sono principalmente due: 
  • le attività dell'infortunato (Ai): le cause dei problemi procedurali sono ricondotte in maggioranza ad azioni estemporanee del lavoratore (50%), seguite da pratiche abituali scorrette (26%), frutto spesso del c.d. "fattore dell'esperienza" caratterizzante il comparto, per il quale è più difficile incidere nella modifica dei comportamenti tramandati seppur pericolosi.
  • L'utilizzo di utensili, macchine e impianti (Umi): la causa spesso è la mancanza di protezioni (80%), sia intesa come "Dpi non fornito" (43%), sia nel "mancato uso del Dpi, pur essendo disponibile" (39%).

Dallo studio Inail si rileva che i lavoratori anziani sono una parte crescente della forza lavoro, visto che si lavora più a lungo, per cui la gestione della sicurezza sul lavoro per la forza lavoro in età avanzata deve essere una priorità.

In generale, i lavoratori anziani hanno meno incidenti o infortuni, ma di gravità maggiore. Inoltre l'assenteismo è meno frequente, ma dura più a lungo, l'adattabilità alle nuove tecnologie è più lenta, ma solo quando la formazione non è adeguata.
Nel complesso, gli autori dello studio ritengono che le prestazioni dei lavoratori più anziani non siano inferiori rispetto ai più giovani in quanto compensano alcune difficoltà con una maggiore capacità di adattamento al lavoro.

I piani di prevenzione e i documenti di valutazione dei rischi, così come già previsto dal D.lgs. 81/08, devono quindi avere un approccio biopsicosociale in modo da adeguare quanto più possibile il lavoro all'uomo e non viceversa, dando centralità alla valutazione della persona e non solo al rischio.

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