"Fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale, la biodiversità è alla base di diete sane e nutrienti e rafforza i mezzi di sussistenza rurali e la capacità di resilienza delle comunità. Dobbiamo usare la biodiversità in modo sostenibile, per rispondere alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo senza danneggiare il nostro ambiente. Meno biodiversità significa che piante e animali sono più vulnerabili a parassiti e malattieElemento, che insieme alla nostra dipendenza da un numero sempre minore di specie per nutrirci, sta mettendo la nostra già fragile sicurezza alimentare sull'orlo del collasso". Sono le parole del direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, in occasione dell'uscita, lo scorso 22 febbraio, del Rapporto sullo Stato della biodiversità mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura che, primo nel suo genere, presenta preoccupanti prove che la biodiversità che sta alla base dei nostri sistemi alimentari sta scomparendo, mettendo a rischio il futuro dei nostri alimenti, dei mezzi di sussistenza, della salute umana e dell'ambiente.

Il rapporto mette in guardia sul fatto che, una volta perduta, la biodiversità non può essere recuperata. Il documento preparato dalla Fao, sotto la guida della Commissione sulle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, prende in esame le piante e gli animali, selvatici e domestici, che forniscono cibo, mangimi, carburante e fibre, si basa sulle informazioni fornite specificamente per questo rapporto da 91 paesi e sull'analisi degli ultimi dati globali. Si parla anche della biodiversità associata, ovvero, gli organismi che sostengono la produzione di cibo attraverso i servizi ecosistemici. Si includono quindi tutte le piante, gli animali e i microrganismi (insetti, pipistrelli, uccelli, mangrovie, coralli, piante marine, lombrichi, funghi, batteri) che mantengono i terreni fertili, impollinano le piante, purificano l'acqua e l'aria, mantengono le risorse ittiche e forestali in buona salute, e aiutano a combattere i parassiti e le malattie delle coltivazioni e del bestiame.
 

Sistemi alimentari minacciati

Dal rapporto emerge una minore diversità delle coltivazioni, mentre aumenta il numero di razze di animali a rischio d'estinzione e cresce la percentuale di stock ittici sovra-sfruttati.
Delle circa 6mila specie di piante coltivate per il cibo, meno di 200 contribuiscono in modo sostanziale alla produzione alimentare globale e solo nove rappresentano il 66% della produzione totale.
La produzione mondiale di bestiame si basa su circa 40 specie animali, con solo un piccolo gruppo che fornisce la stragrande maggioranza di carne, latte e uova. Delle 7.745 razze di bestiame locali (a livello di paese) segnalate, il 26% è a rischio d'estinzione.
Quasi un terzo degli stock ittici è sovra-sfruttato, più della metà ha raggiunto il limite sostenibile.
Le specie di cibo selvatico e molte specie che contribuiscono ai servizi ecosistemici vitali per l'alimentazione e l'agricoltura, compresi gli impollinatori, gli organismi del suolo e i nemici naturali dei parassiti, stanno rapidamente scomparendo.
 

Perdita di biodiversità: le cause 

Tra i fattori che causano la diminuzione di biodiversità segnalati dalla maggioranza dei paesi vi sono i cambiamenti nell'uso e nella gestione della terra e dell'acqua, seguiti da inquinamento, sovrasfruttamento, cambiamenti climatici, crescita della popolazione e urbanizzazione.

Tutte le regioni segnalano l'alterazione e la perdita dell'habitat tra le principali minacce della bioiversità associata, ma vi sono altri fattori che cambiano da una regione all'altra:
  • il sovrasfruttamento, la caccia e il bracconaggio in Africa;
  • deforestazione, cambiamenti nell'uso del suolo e intensificazione dell'agricoltura in Europa e Asia centrale;
  • sovrasfruttamento, parassiti, malattie e specie invasive in America Latina e nei Caraibi;
  • sovrasfruttamento nel Vicino Oriente e Nord-Africa;
  • la deforestazione in Asia.
     
Più interesse per pratiche rispettose
Cresce l'interesse per pratiche e approcci compatibili con la biodiversità.
Secondo il rapporto Fao infatti l'80% dei 91 paesi dichiara di utilizzare una o più pratiche e approcci rispettosi della biodiversità come l'agricoltura biologica, la gestione integrata dei parassiti, l'agricoltura conservativa, una gestione sostenibile del suolo, l'agroecologia, una gestione forestale sostenibile, l'agroforestazione, pratiche di diversificazione in acquacoltura, un approccio ecosistemico alla pesca e al ripristino dell'ecosistema.
Gli sforzi di conservazione, sia sul posto (ad esempio aree protette, gestione delle fattorie) che fuori sede (ad esempio banche di geni, zoo, collezioni di colture, giardini botanici) stanno aumentando a livello globale, sebbene i livelli di copertura e protezione siano spesso inadeguati.
 

Perdita di biodiversità: come invertire la tendenza

Fare di più per rafforzare la legislazione, creare incentivi e misure di condivisione dei benefici, promuovere iniziative a favore della biodiversità e affrontare le cause principali della sua perdita: è questo che esorta a fare il rapporto della Fao, invitando i governi e la comunità internazionale a prendere provvedimenti.
Occorre inoltre intensificare gli sforzi per migliorare lo stato delle conoscenze sulla biodiversità, poiché permangono molte lacune in termini di informazioni, in particolare per le specie ad essa associate. Molte di queste specie non sono mai state identificate e descritte, in particolare gli invertebrati e i microrganismi. Oltre il 99% dei batteri e delle specie protiste, e il loro impatto su cibo e agricoltura, rimangono sconosciuti.
Tra i suggerimenti vi è quello di migliorare la collaborazione tra responsabili politici, organizzazioni di produttori, consumatori, settore privato e organizzazioni della società civile nei settori alimentare, agricolo e ambientale.
Inoltre, sarebbe necessario secondo la Fao, esplorare le opportunità di sviluppare più mercati per prodotti compatibili con la biodiversità.
Il pubblico può inoltre ridurre le pressioni sulla biodiversità alimentare e agricola. I consumatori possono infatti optare per prodotti coltivati in modo sostenibile, acquistare dai mercati degli agricoltori o boicottare cibi considerati insostenibili. In diversi paesi, i "cittadini scienziati" svolgono un ruolo importante nel monitoraggio della biodiversità alimentare e agricola.
 

Perdita di biodiversità e pratiche che la proteggono: esempi

In Gambia, le enormi perdite di alimenti selvatici hanno costretto le comunità a ricorrere ad alternative, spesso alimenti prodotti industrialmente, per integrare le diete.
In Egitto, l'innalzamento delle temperature porterà a spostamenti verso nord di gamme di specie ittiche, con impatti sulla produzione.
In Nepal la carenza di manodopera, i flussi delle rimesse dall'estero e la crescente disponibilità di prodotti alternativi economici sui mercati locali hanno contribuito all'abbandono di molte colture locali.
Nelle foreste amazzoniche del Perù, si prevede che il cambiamento climatico porterà a una "savanizzazione", con impatti negativi sull'offerta di alimenti selvatici.
Gli agricoltori californiani permettono alle loro risaie di allagarsi in inverno invece di essere bruciate dopo la stagione di crescita. Questo fornisce 111mila ettari di zone umide e uno spazio aperto per 230 specie di uccelli, molti a rischio di estinzione. Di conseguenza, molte specie sono aumentate e il numero di anatre è raddoppiato.
In Francia, circa 300mila ettari di terra sono gestiti utilizzando principi agroecologici.
 A Kiribati, l'agricoltura integrata di molluschi, pesci palustri, cetrioli di mare e alghe marine garantisce cibo e reddito regolari, nonostante il cambiamento delle condizioni meteorologiche, almeno una componente del sistema produce sempre cibo.

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