Si tratta di un genetista della Scuola superiore S.Anna che si occupa di genomica e genetica partecipata.
La genetica partecipata opera sul campo, a fianco degli agricoltori che, assieme ai genetisti, identificano i caratteri positivi e operano attivamente nella creazione di nuove varietà.
Ad essere premiati con Dell’Acqua saranno infatti anche i rappresentanti di due comunità agricole etiopi, che peraltro hanno addirittura firmato (caso piuttosto raro nel panorama scientifico) le pubblicazioni che l’italiano ha realizzato assieme ad un pool di ricerca internazionale.
La scelta della giuria ha quindi voluto premiare chi, giovane, riesce a coniugare la più moderna tecnologia con il sapere tradizionale e le necessità di una popolazione.
Questa è la vera sfida del futuro per l’agricoltura.
Si dovrà dare da mangiare a un numero crescente di persone ma lo si dovrà fare in maniera sostenibile, sostenibile dal punto di vista ambientale ed anche sociale.
Coniugare le due cose non è facile e a parere di chi scrive lo si può fare solo con un approccio scientifico e tecnologico – l’approccio ideologico serve solo a complicare le cose.
Capita molto spesso di imbattersi in radicalismi di parte: c’è chi crede che le multinazionali siano il male assoluto come chi detesta le posizioni ambientaliste.
In realtà solo il pensiero razionale e scientifico può aiutarci – e qui si procede formulando teorie e provando poi a confutarle.
Gli agricoltori in questo processo sono in trincea, dato che sono i primi ad essere condizionati da sua Maestà il mercato.
E la mano invisibile del mercato, si sa, certe volte tende ad essere molesta.