"Uve in generale molto sane e con grappoli ben formati, soprattutto nei casi in cui è stato possibile ricorrere all’irrigazione; gradazioni zuccherine abbastanza elevate e rese di trasformazione dell’uva in vino inferiori alla media. In Romagna si profila una vendemmia caratterizzata da una buona qualità e, stando ai sondaggi effettuati, da una riduzione della quantità più contenuta di quella prevista in Emilia, quantificabile in pochi punti percentuali". L’assessore all’agricoltura dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni durante una visita alla Cantina Tre Monti di Imola ha fatto il punto sull’andamento della vendemmia in regione, con particolare riguardo alla Romagna.  

I vini regionali crescono qualitativamente da alcuni anni - ha sottolineato Rabboni -, e oggi sono in grado di competere anche con produzioni tradizionalmente più blasonate. Una crescita frutto degli investimenti e delle innovazioni dei produttori, ma anche del sostegno da parte della Regione. Dal 2007 a oggi le risorse pubbliche per il settore vitivinicolo sono state superiori ai 190 milioni di euro e sono andate essenzialmente al rinnovo dei vigneti, alla modernizzazione delle cantine e alla promozione. Per il 2013 sono previsti nell’ambito dell’ Ocm vino ulteriori 23,8 milioni e un bando regionale per oltre 3,4 milioni per acquisto di attrezzature per le cantine”.
Per quanto riguarda l'export i dati 2011 parlano di una crescita del 15,8% e anche i primi mesi del 2012 confermano il trend. A fronte di un costante calo dei consumi interni, quello estero costituisce oggi un canale fondamentale per un fatturato di oltre 306 milioni di euro, Lambrusco e Sangiovese in testa. I due vini continuano a rappresentare, anche dal punto di vista qualitativo, i vitigni più importanti della vitivinicoltura emiliano-romagnola. L’elevata qualità del Sangiovese di Romagna, in particolare, è confermata anche dalla Guida del Gambero Rosso 2013. Su 12 “Tre bicchieri” assegnati a vini emiliano-romagnoli ben 8 sono ottenuti con uve di Sangiovese vinificate in purezza o unitamente ad altri rossi, tre derivano da Lambruschi, e uno da Albana, presentata nella versione “passito”.
 

Calo di produzione contenuto
La vendemmia 2012 in Romagna è partita con notevole anticipo a causa dell’estate calda e povera di acqua. Dal 13 agosto è iniziata la raccolta delle varietà precoci, come Chardonnay e Pinot bianco, caratterizzate comunque da una buona qualità delle uve. Secondo le stime di Assoenologi la produzione di vino in Emilia-Romagna dovrebbe attestarsi nel 2012 intorno ai 6 milioni 130 mila ettolitri, con una riduzione del 5% rispetto all’anno precedente. La situazione si presenta piuttosto differenziata sul territorio: a fronte di una leggera riduzione in collina per Albana e Sangiovese, il vitigno che presenta una maturazione più regolare anche dal punto di vista del calendario di raccolta è il Trebbiano. La vendemmia del più diffuso bianco regionale è iniziata nella prima metà di settembre, periodo nel quale le piogge di inizio mese, sommate alle irrigazioni di soccorso, dovrebbero consentire un recupero di produzione.

Trebbiano e Sangiovese le varietà più coltivate
Erano 23.238 le aziende con vigneto erano presenti in regione al 31 agosto. Dall’analisi dei dati dello schedario viticolo del 2008 e del 2012 si evidenzia che, a fronte della diminuzione della superficie vitata regionale - passata da oltre 57.000 ettari a circa 52.000 ettari principalmente per effetto del programma di estirpazione - le varietà principalmente coltivate restano Trebbiano romagnolo – 15.065,05 ettari pari al 29,17% del totale regionale – e Sangiovese – 7.693,25 ettari pari al 14,89 per cento. In riduzione risultano Albana (-21% nell’arco degli ultimi 4 anni) e Ancellotta ( -13,85% nel quadriennio). In crescita invece Pignoletto (+6,25). I nuovi impianti in Romagna sono soprattutto effettuati con vitigni bianchi tra i quali Pignoletto, Trebbiano e Chardonnay in linea con un mercato che richiede vini bianchi, facili, frizzanti con profumi giovani e ben definiti. Ravenna si conferma la provincia con la maggiore estensione di superficie vitata.
 

Dop Romagna, primi passi e buone prospettive
Nell'ottobre 2011 è nata la nuova Dop Romagna. Recentemente Il Consorzio vini di Romagna ha ricevuto dal ministero delle Politiche agricole il riconoscimento “erga omnes”: la possibilità di agire nell’interesse di tutti coloro che producono vini a Denominazione d’origine (Do) in Romagna, diventando il punto di snodo nella definizione e nel coordinamento esclusivo delle politiche di valorizzazione e di tutela, delle denominazioni d’origine controllata (Doc e Docg) della Romagna dei vini. Diverse le iniziative già avviate dal Consorzio, oltre al forte investimento per la partecipazione al Vinitaly 2012. Per il primo anno i vini romagnoli sono stati presentati al London international wine fair nel mese di maggio, e si sta lavorando alla realizzazione di “A week in Emilia-Romagna”, la manifestazione che si svolgerà negli Stati Uniti, a Boston, Providence e Cambridge, dal 30 settembre al 6 ottobre prossimi con eventi nei principali ristoranti e in altre location significative.

La Regione Emilia-Romagna sostiene la proposta di modifica del disciplinare dell’Igt Emilia per allargare la zona di vinificazione anche alle province di Ravenna e Forlì-Cesena e al territorio imolese. E da Bruxelles arrivano tre buone notizie per il comparto vitivinicolo regionale riguardo la riforma della Pac. I produttori di vino potranno usufruire per la prima volta dei pagamenti diretti; del raggiunto accordo sul “greening” che esonera i viticoltori dall’obbligo di destinare il 7% del loro territorio aziendale alle pratiche ambientali e dell’orientamento ormai prevalente tra i diversi Stati di prorogare i diritti di impianto a dopo il 2015.