Il Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura mira a salvaguardare la sicurezza e la salute di chi opera con le macchine e le attrezzature agricole che, ad oggi, sono la causa degli incidenti più gravi in agricoltura, il più delle volte con effetti irreversibili.
Il Piano cita le macchine e le attrezzature da valutare: il trattore agricolo e forestale, l’albero cardanico, i carri desilatori, i motocoltivatori e le motozappe, gli spandiconcime, le motoseghe, le macchine rotoimballatrici, le trinciatrici, le scale, sia fisse che portatili e le più generiche macchine agricole semoventi.
E’ noto che qualsiasi attrezzatura agricola deve essere riconducibile al nome ed indirizzo del fabbricante, deve riportare il numero di matricola, il tipo e il numero di serie, l’anno di costruzione, la dichiarazione di conformità con libretto d’istruzione all’uso e manutenzione.
Inoltre, dal 21 settembre 1996, e cioè dall’applicazione della Direttiva macchine con l’emanazione del D.P.R. 459/96 - ora sostituito dal d.lgs. n. 17 del 27 gennaio 2010 - tutte le macchine e attrezzature immesse sul mercato o in servizio per la prima volta, devono essere costruite tenendo conto dei requisiti essenziali di sicurezza previsti dal decreto.
Quanto la Direttiva macchine possa interessare il settore delle macchine agricole ce lo dice Vincenzo Laurendi dell’Ispesl, l'Istituto superiore per la prevenzione e sicurezza del lavoro, a cui ci siamo rivolti, considerato che da tempo si occupa della sicurezza delle macchine agricole e conosce bene l’argomento.
D. La recente Direttiva macchine, quanto interessa il settore agricolo?
"La nuova Direttiva macchine 2006/42/CE, contrariamente a quanto previsto dalla precedente Direttiva 98/37/CE, inserisce nel suo campo di applicazione anche i trattori agricoli o forestali limitatamente ai rischi non trattati dalla direttiva di carattere omologativo 2003/37/CE.
Tale inclusione difatti comporta che i costruttori di trattori a partire dal 29 dicembre 2009, data di entrata in vigore della nuova Direttiva macchine, dovranno costruire i trattori tenendo nella dovuta considerazione tutti i requisiti di sicurezza in essa previsti. Ciò comporta che essi dovranno intervenire installando taluni dispositivi di sicurezza non presenti nei trattori costruiti prima del 29 dicembre 2009".
Qual è il livello attuale di sicurezza delle macchine agricole che sono immesse in commercio?
"Purtroppo gli accertamenti tecnici per l’attività di sorveglianza del mercato sulle macchine di nuova costruzione svolti dall’Ispesl e l’attività di vigilanza sui luoghi di lavoro svolta dai tecnici della prevenzione delle AslL hanno riscontrato un elevato livello di non conformità sia nelle macchine nuove, quindi marcate CE, che sono risultate essere non conformi ai requisiti previsti dalle direttive ad esse applicabili, sia nelle macchine già in uso, che sono risultate essere difformi ai requisiti previsti dall’allegato V al D. Lgs. 81/08. Solo a titolo di esempio si ricorda che allo stato attuale una parte sostanziale del parco trattori circolante risulta essere non conforme ai requisiti previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V al D. Lgs. 81/08 relativamente alla necessità di installare un telaio di protezione in caso di capovolgimento e le cinture di sicurezza. Ogni anno in Italia si registrano circa 140-150 infortuni mortali determinati dal ribaltamento del trattore".
I datori di lavoro con macchine non conformi alla normativa, hanno un margine di tempo per adeguarle?
"Assolutamente no. La scadenza prevista dalla normativa è stata ampiamente superata".
Considerata la realtà attuale, che conta un’alta percentuale di macchine in circolazione ancora poco conformi, l’Ispesl ha proposte e iniziative da presentare?
"L’Istituto ha da tempo affrontato il problema sia dell’adeguamento delle macchine vecchie con la produzione di specifiche linee guida, reperibili sul sito dell’Ispesl all’indirizzo www.ispesl.net/Linee_guida/tecniche/index.htm, sia della non conformità delle macchine nuove promuovendo l’attività di sorveglianza del mercato. Il Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura, voluto dall’Ispesl e dalle Regioni, rappresenta un punto di riferimento fondamentale dal quale ci aspettiamo risultati concreti in termini di prevenzione".
Alfonso Germinario
Sicurezza sul lavoro in agricoltura
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Fonte: Agronotizie