"Ortomac – spiega Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera - è la convention che organizziamo ogni anno per esaminare due o tre fra le principali problematiche del comparto orticolo (dalle sementi alla qualità, dalla fragola all’asparago, per esemplificare). Ortomac che, ci tengo a precisare non ha una parte espositiva, precede Macfrut (17-19 aprile 2008) e con la formula di incontri e convegni delinea utili indicazioni per gli operatori".
Ma oltre alle indicazioni pratiche, sul tavolo di discussione c’era, più in generale, la questione degli aggiornamenti, ovvero la revoca o la fine dell’utilizzo di principi attivi e, ecco il vero problema, la loro sostituzione con nuove sostanze.
La ricerca ha ottenuto molecole a bassa tossicità (vantaggio per l’ambiente e per l’agricoltore), mentre i costruttori hanno predisposto macchine ed attrezzature avanzate che garantiscono perfetti dosaggi. Gli stessi controlli dei principi attivi prima dell’immissione sul mercato sono di alto livello.
Casomai occorrerebbe aumentare quelli sui solventi, si è sostenuto a Cesena.
Il “buco nero” del comparto riguarda le coltivazioni portaseme (o la produzione delle sementi, per comprendere meglio). Qui mancano principi attivi autorizzati (si possono usare solo sostanze riconosciute e autorizzate) e c’è il rischio di un ulteriore passo indietro quando si passerà all’esame dei formulati.
Si pensi che con il 31 dicembre 2007 sono state vietate 31 sostanze e nel corso del 2008 altre 11 decadranno. Quando si elimina un prodotto occorrerebbe saperne i motivi, oppure evitare che manchino sostanze alternative.
Gli alti costi dei vari protocolli stabiliti dal ministero per sperimentare prima e poi autorizzare una sostanza scoraggiano le industrie del settore. Si consideri che sui quasi 10mila ettari di colture da seme italiane, il coriandolo occupa poco più di 600 ettari, una estensione poco appetibile per vendere principi attivi dedicati, se per produrne uno solo i costi possono superare il milione e mezzo di euro.
Lo stesso mercato è di piccole dimensioni. L’Emilia Romagna, che nel panorama nazionale delle sementi per orticole rappresenta poco meno di un quarto delle superfici totali, ha nel proprio territorio 409 produttori di piantine ortive dei quali 105 per pomodoro (88 sono accreditate in base ai decreti vigenti).
Per la produzione vivaistica del pomodoro le Linee Guida regionali prevedono il doppio controllo (visivo da parte del produttore e analisi di un laboratorio accreditato) per garantire la qualità. Il Manuale è stato predisposto per riconoscere malattie e parassiti e per consentire la corretta attuazione delle misure di prevenzione e lotta.
Ortomac è organizzato da Cesena Fiera, coordinato da Crpv, Centro ricerche produzioni vegetali e Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, con l’apporto delle Province di Forlì-Cesena e di Rimini, della Camera di Commercio di Forlì-Cesena e del Comune di Cesena.
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Fonte: Lead Studio di Comunicazione