Le industrie del latte, reduci dalla recente assemblea di Assolatte, puntano il dito contro l'aumento dei costi che nel 2022 si è portato via una fetta importante dei margini.

Nell'elenco figura il prezzo del gas schizzato alle stelle, con aumenti del 150% nel corso del 2022.

Poi il costo di alcuni prodotti necessari al confezionamento, come cartone e plastica, aumentati anche del 40%.

 

Infine il prezzo del latte, cresciuto di oltre il 30%, con la consapevolezza tuttavia che nessun vantaggio ne è derivato per gli allevatori, anche loro alle prese con l'aumento dei costi delle materie prime per l'alimentazione del bestiame, oltre a quelli più in generale dell'energia.

 

I consumi

A queste difficoltà si è aggiunto il calo del consumo di latte, più marcato per il prodotto fresco (meno 4%) rispetto a quello a lunga conservazione (meno 1%).

Praticamente immutate invece le consegne di latte, con una flessione inferiore all'uno percento (meno 0,8%).

Più marcata la contrazione delle produzioni casearie (meno 2,9%), che ha coinvolto anche importanti Dop, come il Parmigiano Reggiano.

Positivo al contrario l'andamento della Mozzarella di bufala campana Dop, che ha registrato un aumento del 3,8%.

 

L'export

A risollevare le sorti del settore ci ha pensato l'export, che nel 2022 ha segnato un aumento del 6,4%, portando il fatturato a quota cinque miliardi di euro.

Come in passato, il principale mercato di riferimento per i nostri formaggi è quello europeo, con in testa la Francia che segna un aumento dell'11,5% con un totale di 130mila tonnellate.

Un risultato importante se si tiene conto della forte tradizione casearia dei nostri "cugini d'Oltralpe".

Confortanti nel frattempo i numeri del settore nei primi mesi di quest'anno, con il primo trimestre chiuso con il segno più davanti, sia per la produzione casearia, sia per l'export.

 

Sostenibilità

Ora le industrie del latte, che hanno rieletto Paolo Zanetti alla guida di Assolatte, dovranno fare i conti con la sfida della sostenibilità, capitolo sul quale già si registra un forte impegno.

Significativo il ricorso alle energie rinnovabili che va di pari passo con gli investimenti destinati al miglioramento dell'efficienza dei processi di produzione.

 

Zanetti lamenta però i limiti alla capacità competitiva del settore che deriva da regole obsolete, spesso superate dalla tecnologia.

Parlando di tecnologia, l'attenzione delle imprese è catturata dall'evolvere delle ricerche per la produzione di bevande artificiali che tentano di imitare il latte.


Il "simil latte" artificiale

Troppi i dubbi ancora irrisolti in tema di sicurezza alimentare e salute dei consumatori sui quali ancora ci si interroga a proposito di queste bevande prodotte in laboratorio.

Come pure sono molti gli interrogativi che il mondo del latte si pone in merito all'impatto sociale ed economico che lo sviluppo di questi prodotti sostitutivi del latte potrebbe comportare.

"Finché non verranno fornite tutte le risposte - ha detto Zanetti - si impone un approccio politico prudente sia a livello nazionale che europeo".

 

Deciderà il consumatore

L'elevato impatto ambientale di queste produzioni alternative, si può aggiungere, sarà probabilmente un ostacolo sufficiente a relegare queste bevande che tentano di imitare il latte fra le curiosità della ricerca.

Tanto più che i costi, almeno sino ad oggi, appaiono proibitivi.

 

Immaginando superati questi ostacoli, il "simil latte" potrà forse trovare un suo spazio di mercato, purché a fronte di un'informazione chiara e trasparente sulle etichette dei prodotti. Poi sarà il consumatore a decidere. 

 

Informare di più

Dovendo impegnarsi a difendere il latte meglio sarebbe fare di più sul fronte dell'informazione.

Troppe volte si lasciano passare senza contraddirle notizie false su presunte "nocività" del latte.

Un capitolo, questo dell'informazione, che vede Assolatte impegnata nell'organizzare ogni anno un premio giornalistico, che giocando sulle parole latte e attendibilità è intitolato "Lattendibile". Iniziativa lodevole, ma probabilmente non basta.