E così un gran numero di italiani nell'ultimo anno e mezzo ha acquistato polli e galline ovaiole improvvisandosi allevatore. Ma anche se la gestione di questi animali è piuttosto semplice non va presa sottogamba, sia per evitare agli animali inutili sofferenze sia per mettere in tavola un prodotto davvero buono e sicuro.
Per dare qualche buon consiglio e sfatare alcuni miti abbiamo interpellato Claudia Ciarelli, assegnista di ricerca dell'Università di Perugia e profonda conoscitrice delle specie avicole. "Il pollo (Gallus gallus domesticus) è un animale monogastrico, molto più semplice da allevare rispetto ad esempio ai ruminanti, come i bovini o i caprini, tuttavia la sua gestione non è banale", spiega Claudia Ciarelli.
Pollaio a regola d'arte seguendo dieci regole
Ecco dunque dieci semplici regole per avere un allevamento di galline ovaiole (ma vale anche per i polli da carne) di successo, con animali sani e felici e uova di qualità.Attenzione agli spazi. Le galline sono animali sociali che vivono in gruppo ma che hanno bisogno di spazi adeguati per evitare l'innescarsi di dinamiche negative. All'interno del pollaio ci devono essere al massimo sei esemplari per m2 o anche cinque-sei galline per nido o un nido comune di 120 cm2. Mentre al di fuori occorre considerare 4 m2 per ogni capo. Stipare troppe galline in spazi angusti provoca un aumento dello stress che si ripercuote sulla quantità e qualità delle uova prodotte. Ma può sfociare anche in fenomeni di violenza e di cannibalismo tra gli esemplari, soprattutto a danno delle galline più giovani e deboli.
All'interno di un gruppo di galline ovaiole vige una gerarchia che vede ai vertici le galline più anziane che attuano comportamenti aggressivi verso i più giovani per affermare la propria posizione. Non è inusuale quindi vedere galline che beccano la cresta o il piumaggio di altri esemplari. Un fenomeno normale, ma che può sfociare nell'uccisione degli esemplari più giovani e deboli se l'ambiente in cui vivono è stressogeno. Sarebbe quindi meglio non solo garantire spazi adeguati, ma anche disponibilità di acqua e cibo e la convivenza di esemplari della stessa razza e della stessa età.
Se invece si vuole inserire un animale più giovane è importante che non sia solo, ma con altri coetanei, in modo da inserire non un singolo ma un gruppo. In questo modo si evita che un unico esemplare venga preso di mira.
Esemplari di Livorno bianca
(Fonte foto: Stazione sperimentale avicunicola dell'Università degli studi di Perugia)
La gestione delle uova. "Quando la gallina depone l'uovo non lo si deve assolutamente lavare con acqua o strofinare per eliminare terra ed escrementi", sottolinea Claudia Ciarelli. Queste azioni non fanno altro che facilitare la penetrazione di microrganismi patogeni, quali la salmonella, all'interno dell'uovo che è percorso da numerosissimi pori la cui funzione è di consentire e regolare gli scambi gassosi tra l'uovo e l'ambiente.
"L'uovo è l'unico prodotto di origine animale pronto per il consumo già al momento della deposizione. I principali fattori che influiscono sulla qualità finale sono l'igiene del pollaio, la sanità dell'uovo e la durata e il tipo di conservazione". Pertanto per avere uova pulite l'unico metodo è quello di strutturare il posatoio in modo da allontanare velocemente l'uovo dalla gallina e dalla lettiera, ad esempio utilizzando scivoli in rete o piani inclinati.
La pulizia. Le galline possono essere soggette a svariate malattie di tipo batterico e virale nonché essere bersaglio di parassiti. Il miglior metodo per evitare tali criticità è quello di mantenere pulito il pollaio cambiando la lettiera frequentemente (ad esempio ogni dieci giorni) e sanificando a fondo il pollaio dopo ogni ciclo produttivo.
Per questa ragione per la costruzione del pollaio è sconsigliabile l'impiego del legno, che si disinfetta con difficoltà, e sono invece da preferire acciaio, plastica o muratura. Bisogna poi scongiurare l'accumulo di umidità e garantire una corretta areazione del pollaio.
Animali malati. È possibile tuttavia che nonostante una gestione accorta del pollaio gli animali si possano ammalare. In questo caso il campanello d'allarme può essere un calo della produttività dell'animale, la sua debolezza, la modifica delle abitudini, una scarsa alimentazione e una cresta floscia. In questo caso è necessario consultare un veterinario senza ricorrere a soluzioni fai da te o ai consigli dell'amico né tantomeno a quelli trovati online.
Esemplari di Ancona
(Fonte foto: Stazione sperimentale avicunicola dell'Università degli studi di Perugia)
L'alimentazione. Oggi in commercio esistono mangimi dedicati alle galline ovaiole che contengono tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Una gallina razza Livorno mangia in media 120-150 grammi di mangime al giorno che può essere fornito giornalmente oppure ogni due-tre giorni in mangiatoie preferibilmente sollevate da terra, in modo che l'animale non possa entrarvi dentro facendone fuoriuscire il contenuto.
Per chi volesse integrare la dieta a base di mangime è possibile fornire scarti di frutta e di verdura oppure lasciare che l'animale trovi il proprio nutrimento nell'erba. E' anche possibile fornire della sabbia oppure dei gusci di ostrica che verranno beccati dall'animale per integrare eventuali carenze di calcio, di cui la gallina ha bisogno per una corretta ovideposizione.
Pascolo rotativo. La gallina per sua natura razzola nel terreno alla ricerca di insetti e vegetali di cui cibarsi. Questa azione ha un vero e proprio effetto diserbante che in poco tempo può eliminare dal terreno qualunque forma di vita vegetale.
Sarebbe dunque opportuno avere dei pollai mobili, magari da spostare grazie all'ausilio di un muletto, da poter posizionare in diverse parti del terreno (se si hanno spazi adeguati) in modo che le galline non insistano sempre sulla stessa area. In questo modo si lascia il tempo alla vegetazione di ricrescere e alla pollina di essere degradata dai batteri e assorbita dalle piante.
Un pollaio su ruote, e le galline ringraziano
La gallina è inoltre un bipede che fa bagni di terra o di cenere per eliminare i parassiti del piumaggio. Sarebbe buona norma dunque garantire che una parte del pollaio sia di terreno nudo e fornire una piccola buca di cenere.
Attenzione alla normativa. Il privato che vuole lanciarsi nell'avventura di allevare polli e galline deve prestare attenzione alla normativa di riferimento, che distingue gli obblighi per l'allevatore a seconda del numero di capi posseduti.
Chi alleva meno di cinquanta galline non ha sostanzialmente alcun obbligo e può anche vendere le uova, purché questo avvenga in azienda o in un raggio di 10 chilometri e comunicando all'acquirente gli estremi dell'allevamento al fine di garantire la tracciabilità.
Chi alleva più di cinquanta galline, ma meno di 250, ha invece l'obbligo di registrare l'allevamento presso l'Asl competente che fornirà un codice di stalla che dovrà essere stampigliato su tutte le uova vendute. Chi invece alleva più di 250 galline è considerato un allevatore professionale e dunque deve rispondere in pieno alla normativa vigente e sarà oggetto di controlli da parte dell'Asl.
Un esempio di pollaio nel quale vanno inseriti mangiatoia, abbeveratoio a sifone, posatoi e nidi. A destra con accesso al pascolo esterno
Il giusto clima. La produttività degli animali e la loro sanità sono influenzate molto dall'ambiente in cui vivono e dalla temperatura dell'aria. Lasciare gli animali esposti a temperature elevate durante l'estate, magari con disponibilità di acqua limitata, può causare un decremento della produttività. Come anche offrire un riparo non adeguato durante l'inverno. All'interno del pollaio dovrebbero essere garantiti sempre 15-20°C attraverso una corretta coibentazione delle pareti.
Animali selvatici. La gallina è predata da un gran numero di animali selvatici quali volpi, donnole e faine, nonché poiane, falchi e gufi. Mentre i topi possono penetrare nel pollaio e cibarsi delle uova, così come alcune specie di serpenti.
È dunque bene chiudere le galline all'interno del pollaio durante la notte proteggendo le aperture con una rete a maglia fitta in modo da impedire l'ingresso degli animali. La rete deve essere posta anche sotto il pollaio, nel caso sia rialzato, oppure essere interrata per evitare che gli animali scavino per superarla. Deve coprire anche la parte superiore in modo che i predatori (compresi i rapaci) non possano penetrare volando, arrampicandosi oppure facendosi cadere da eventuali rami sopra la struttura.
La scelta della razza. Sul mercato esistono oggi numerose razze di galline ovaiole autoctone e internazionali. Si consiglia per l'areale italiano di allevare galline razza Livorno o Ancona. Le due razze avicole autoctone italiane presentano una buona rusticità, una spontanea attitudine esplorativa che le rende particolarmente adatte all'impiego in allevamento all'aperto dove inoltre possono espletare la maggior parte del loro repertorio comportamentale, raggiungendo un eccellente stato di benessere e caratteristiche qualitative maggiori nei loro prodotti.
Raggiungendo la maturità sessuale (diciassette-venti settimane), le galline entrano in produzione tra la 20esima e la 24esima settimana di età e nell'arco di un anno possono arrivare a produrre circa 220-250 uova. Non bisogna dunque aspettarsi che tutte le galline facciano tutti i giorni un uovo e occorre indagare eventuali cause di bassa produttività solamente se l'animale non produce uova per più giorni. Bisogna infine considerare che la produttività è influenzata da fattori ambientali quali la temperatura e le ore di luce.
Concludendo, nell'allevamento del pollame i punti critici che possono compromettere lo stato di benessere sono:
- Spazio disponibile,
- numerosità dei gruppi,
- tipo di pavimentazione (per evitare lesioni plantari),
- disponibilità o meno di posatoi e di bagno di sabbia,
- numero e collocazione nidi,
- microclima e qualità dell'aria,
- illuminazione,
- igiene e pulizia,
- scelta della razza.