Continua a fare paura la Febbre Catarrale degli ovini, nota anche con il suo nome inglese, Blue Tongue. In Italia è presente in molte regioni del Centro-Sud e delle due isole maggiori, Sicilia e Sardegna. Dallo scorso aprile è arrivato anche un nuovo sierotipo, il numero 8 (gli altri li avevamo già…) che ha fatto la sua comparsa in un allevamento del veronese. Poi è toccato alla provincia di Mantova entrare nel novero delle aree soggette a restrizione sanitaria per frenare l’espandersi della malattia.

 

Colpiti ovini e bovini

Una malattia subdola, trasmessa da insetti e capace di colpire oltre agli ovini anche i bovini. Per fortuna con effetti meno devastanti, ma sempre preoccupanti. La vaccinazione resta la soluzione più efficace per tenere sotto controllo questa patologia, ma sino a ieri non c’era ancora a disposizione un vaccino per il sierotipo numero 8. Un problema che è stato risolto da Fort Dodge, una delle due società operanti nell’area farmaceutica incaricate dalle autorità sanitarie italiane per la produzione del vaccino contro il sierotipo 8 della Blue Tongue. Le prime 500mila dosi sono già pronte ed entro il prossimo mese di luglio, informano dalla Fort Dodge, saranno disponibili oltre 4 milioni di dosi con le quali attuare le vaccinazioni di massa previste prima per le province di Verona e Mantova e a seguire anche quella di Brescia.

 

La malattia

Ma quali sono i danni causati da questa malattia e le conseguenze che ne consigliano una lotta senza quartiere? Si tratta di una malattia sostenuta da un virus e colpisce i ruminanti, ma con diversa gravità a seconda della specie interessata. I più sensibili sono gli ovini nei quali la virosi si manifesta in forma grave determinando ulcere e afte, compromissione della respirazione (da cui il colore bluastro che può assumere la lingua) che può portare anche a morte. Nei bovini (ma anche nelle capre) la malattia si manifesta in forma più blanda, ma provoca in ogni caso cali produttivi anche importanti.

Benché sostenuta da un virus non è una malattia infettiva in quanto non si trasmette da animale ad animale, ma ha bisogno di un insetto (del genere culicoides, una specie di zanzara travestita da mosca) che si occupa di portare il virus dall'animale ammalato a quello sano. La presenza di acqua o comunque di aree fangose o paludose è fondamentale per la presenza del culicoides e quindi per la diffusione della malattia. Risanare le zone acquitrinose rientra fra le misure di prevenzione della malattia, che trova però la sua arma più importante nella vaccinazione.

E’ anche per questo motivo che dopo le tre province più a rischio, la vaccinazione sarà probabilmente estesa anche ad altre aree del Nord Italia eventualmente a rischio. Una decisione in proposito sarà presa dalle autorità sanitarie che intanto hanno affidato all’istituto Zooprofilattico delle Venezie il compito di coordinare le attività di vaccinazione.

 

Gli impegni di Fort Dodge

Fort Dodge, che può vantare il merito di essere la prima società a mettere a disposizione il vaccino contro il sierotipo 8 (viene prodotto negli stabilimenti di Weesp , in Olanda), ha messo in campo numerose risorse per raggiungere questo risultato, come ha tenuto ad evidenziare Stefan Mihailov, direttore generale della Fort Dodge Italia. "Continueremo a sostenere gli allevatori nella loro lotta contro la Blue Tongue," ha commentato Marc Snacken, marketing manager ruminanti, Fort Dodge Europa.  "Oltre al nostro vaccino contro il sierotipo 8 che attualmente risulta piuttosto diffuso in Europa, abbiamo anche la disponibilità di un vaccino per combattere il sierotipo 1, che si sta dimostrando un problema crescente in tutta Europa.  Inoltre, possiamo offrire anche un vaccino contro il sierotipo 4, che colpisce principalmente gli ovini in Spagna e in Italia."

Intanto dall’istituto Zooprofilattico di Teramo, dove viene monitorata la presenza della malattia in Italia, si segnala che sono nove le regioni con l’infezione in atto, segno delle difficoltà che la lotta a questa malattia comporta.