Si riaccende l'allarme per la sindrome della lingua blu in Sardegna, mentre da alcuni giorni si sta organizzando il nuovo commissario nazionale per brucellosi e tubercolosi, fresco di nomina nel cuore di agosto: è Nicola D'Alterio, attualmente direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e Molise di Teramo. E da Regione Campania viene contestato un recente Decreto del Ministero della Salute, che vieta la fecondazione artificiale negli allevamenti colpiti da brucellosi, anche tra gli animali sani. Intanto calano a Caserta la prevalenza e l'incidenza di questa zoonosi.

 

Sardegna, 15 focolai attivi di blue tongue

Secondo i dati dell'Osservatorio Epidemiologico Veterinario dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna aggiornati al 26 agosto 2024, sull'isola sono attivi 15 focolai di blue tongue: 2 in Ogliastra, 11 in provincia di Oristano e 2 nel cagliaritano. In pratica l'epizoozia è presente, se pur con non moltissimi focolai, dal Nord al Sud dell'isola.

 

Ma secondo Coldiretti Sardegna i casi e i focolai sarebbero molti di più: "ormai è tutta l'isola e con tutte le province a essere interessata dall'espandere della malattia degli ovini con casi in forte aumento, giorno dopo giorno" scrive in una nota lanciata ieri, 26 agosto 2024, l'organizzazione agricola che sottolinea: "Tra le situazioni più gravi quelle registrate nel cagliaritano dove la blu tongue non risparmia né la costa orientale né quella occidentale. Dal Sulcis, dove erano stati registrati i primi focolai, ormai sono colpiti gravemente gli allevamenti di Iglesiente, dell'area di Guspini e di Arbus, per passare alla fascia del Campidano e arrivare sino al Sarrabus-Gerrei".

 

Sempre secondo Coldiretti Sardegna vi sarebbero "Focolai in forte espansione anche nell'oristanese colpito in particolare nelle zone da Ghilarza a Cuglieri, da Sedilo a Bonarcado, passando per Paulilatino, San Nicolò Gerrei, Uras e Marrubiu. Non è indenne nemmeno la provincia di Nuoro con una situazione in forte divenire con molti casi in via di accertamento anche nel nuorese, ma con casi già ampiamente conclamati in Baronia e in Ogliastra".

 

Per Coldiretti Sardegna "Nel Nord Sardegna resta la Gallura la zona con più focolai che hanno messo in crisi anche il settore bovino da carne per via del blocco alle movimentazioni e anche qui più volte Coldiretti ha chiesto che venisse fornito il vaccino per evitare quello che puntualmente è avvenuto. Nonostante queste sollecitazioni ancora tutto è fermo. Ma sono tanti gli allevamenti ovini in grande difficoltà con forti preoccupazioni anche nel sassarese dove si segnala più di un caso sospetto".

 

Coldiretti Sardegna in definitiva denuncia la mancata reazione positiva delle istituzioni alle sollecitazioni volte a far praticare le vaccinazioni tra i bovini, che non si ammalano, ma fanno da serbatoio per le successive infezioni tra gli ovini, con il virus trasmesso dagli insetti fitofagi culicoidi.

 

Sardegna, la reazione dell'assessore Satta

"In queste ore ho letto numerose dichiarazioni che creano allarmismi immotivati rispetto ad un inesistente blocco della movimentazione dei capi bovini in alcune zone della Sardegna" ha dichiarato ieri sera l'assessore dell'Agricoltura della Regione Sardegna Gian Franco Satta, secondo il quale "Fermo restando che la competenza sul benessere degli animali da un punto di vista veterinario è in capo all'Assessorato della Sanità, con il quale già da tempo è stata avviata una interlocuzione in merito alle vaccinazioni dei bovini contro la lingua blu, mi preme però precisare che, ad oggi, non è stato imposto alcun blocco alla movimentazione dei capi neppure nelle aree ove sono presenti i focolai".

 

Secondo Regione Sardegna, con la nota trasmessa alle Aziende Sanitarie Locali dal Servizio Sanità Pubblica Veterinaria e sicurezza alimentare dello scorso 20 agosto, il direttore del Servizio, a fronte del diffondersi della malattia su tutto il territorio nazionale, ha raccomandato alcune misure di mitigazione del rischio di diffusione subordinando le movimentazioni dagli allevamenti ovicaprini e bovini situati entro un raggio di 20 chilometri dai focolai o dalle zone di positività, all'esito favorevole del test Pcr sui capi oggetto di movimentazione che dovranno essere trattati almeno da sette giorni prima della partenza con insetto repellente, oltre a dover essere sottoposti a visita clinica prima della partenza.

 

"Queste misure, adottate come protocollo a livello nazionale - spiega l'assessore Satta - consentono di movimentare i capi limitando il rischio di diffusione della malattia. Oltre ai casi di blue tongue segnalati in Gallura, infatti, ve ne sono altri diffusi nel territorio regionale e non riconducibili al Sierotipo 8, così come vi sono casi di lingua blu accertati sui bovini in Piemonte, Liguria, Lombardia, Calabria e Sicilia. Il blocco delle movimentazioni limitatamente al nostro territorio regionale, come avvenuto in passato, si è reso necessario per contenere la diffusione della malattia presente prevalentemente in Sardegna, situazione ben diversa rispetto a quella attuale. Per quanto sia necessario monitorare la situazione evitando problemi più difficili da gestire, invito tutte le parti coinvolte - conclude l'esponente della Giunta Todde - ad assumere un atteggiamento più costruttivo evitando di creare inutili ed immotivati allarmismi che allo stato attuale non sono avvalorati da disposizioni ufficiali adottate dall'autorità sanitaria".

 

Nominato il commissario nazionale alle zoonosi

Come previsto dal Decreto Legge Agricoltura, è infine arrivato il commissario nazionale per le zoonosi. Infatti, su proposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, con Decreto della presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, Nicola D'Alterio, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise G. Caporale - centro di competenza nazionale per la brucellosi - è stato nominato commissario straordinario nazionale per la brucellosi bovina, bufalina, ovina e caprina e per la tubercolosi bovina e bufalina.

 

Si compie così una prima fase della battaglia degli allevatori delle regioni più colpite da queste zoonosi, Campania e Sicilia in particolare, che con Altragricoltura e gli scioperi della fame e l'azione sindacale del leader Gianni Fabbris hanno ottenuto una supervisione nazionale sui piani di lotta alla tubercolosi e - nel caso specifico della brucellosi - anche la possibilità di interventi correttivi del commissario.

 

Il profilo del commissario alle zoonosi

Nicola D'Alterio, nato nel 1970 a Torino di Sangro, in provincia di Chieti, si è laureato a pieni voti in medicina veterinaria all'Università degli Studi di Bologna nel 1996. Presso la stessa Università si è specializzato in Alimentazione Animale, per poi conseguire il master internazionale Food Safety of Animal Products. Tra il 2002 ed il 2017 ricopre ruoli dirigenziali nelle Aziende Sanitarie Locali dell'Abruzzo.

 

D'Alterio ha al suo attivo collaborazioni in programmi di ricerca con l'Università di Bologna e con l'Università di Chieti-Pescara. Ad agosto del 2012 è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione dell'Izasam su designazione della Regione Abruzzo, a luglio del 2015 è stato confermato componente del Cda su designazione del Ministero della Salute: carica che ha mantenuto fino al 9 febbraio 2017 quando è stato nominato direttore sanitario. Da gennaio 2019 D'Alterio è direttore generale dell'Izsam G. Caporale.

 

Campania, brucellosi in calo

Secondo l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, il Piano di Eradicazione ha consentito di far scendere i focolai attivi di brucellosi in regione a soli 48, un successo visto che se ne erano contati fino a 70 ed 80. Risultati ancora parziali e insufficienti, visto che il Piano di Eradicazione prevedeva di fatto l'azzeramento della zoonosi entro il 2024, ma il titolare dell'Agricoltura campano sottolinea: "dall'Osservatorio Epidemiologico Regionale indicano che, a fronte di una percentuale di controllo e profilassi delle aziende bufaline pari a oltre il 98% del totale, in provincia di Caserta la prevalenza periodale di brucellosi è scesa all'8%, mentre l'incidenza, ossia i nuovi casi, è del 4%". Ad agosto 2023, esattamente un anno fa, sempre a Caserta, la prevalenza era ancora attestata al 12% mentre l'incidenza era attestata al 5%.

 

No al divieto di fecondazione artificiale

Per questo motivo Caputo non manda giù il Decreto del Ministero della Salute, in vigore dal 30 giugno scorso che di fatto vieta la fecondazione artificiale delle bufale sieronegative presenti negli allevamenti infetti.

 

"Abbiamo deciso - spiega Nicola Caputo -  assieme alla nostra Direzione Veterinaria Regionale, l'Università degli Studi Federico II di Napoli, l'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici e i servizi veterinari delle Asl, di sottoporre alla competente Direzione Generale del Ministero della Salute una serie di proposte, tra cui la richiesta di eliminare il divieto di fecondazione artificiale delle bufale sieronegative presenti negli allevamenti infetti o, in subordine, derogare a tale gravissima limitazione mediante l'adozione di specifiche misure di biosicurezza. Tutto ciò, al fine di evitare che pure gli animali sani non possano più essere adibiti alla produzione di latte, condannando, inesorabilmente, le aziende al fallimento".

 

La misura del divieto di fecondazione assistita è ritenuta tanto più eccessiva anche per i recenti successi che sarebbero stati conseguiti dal Piano di Eradicazione, secondo quanto riferito dall'assessore Caputo.