Oltre alla lunghezza della giornata e alla maggior incidenza dei raggi solari al suolo è senza dubbio importante anche l'invadenza degli anticicloni, figure bariche movimentate da alcune grandi circolazioni a livello globale.
Uno degli elementi più incisivi sullo spostamento di queste enormi masse d'aria è sicuramente la posizione dell’asse Itcz (Inter Tropical Convergence Zone), una zona del nostro pianeta direttamente collegata allo sviluppo delle ondate di calore sull'Italia.
Tra l’equatore ed i 30-40 gradi di latitudine è difatti attiva una circolazione costante e ben definita, un flusso che prende vita allo zenit (una ristretta fascia attorno alla terra ove i raggi solari colpiscono perpendicolarmente la superficie) con l'elevazione di grosse bolle di aria calda fino alle alte quote che, dopo aver toccato il limite della stratosfera si dirige successivamente verso nord.
Durante il loro cammino, grazie alla rotazione terrestre, questi flussi subiscono una progressiva deviazione verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra nell’emisfero sud, facendo sì che attorno al 30° di latitudine le correnti siano quasi allineate da ovest verso est, interrompendo qui il loro viaggio verso i poli.
Questo innesca in tale fascia un accumulo delle masse d’aria, tipicamente la fascia delle alte pressioni subtropicali, di cui fanno parte l'anticiclone delle Azzorre e, in prossimità dell’Italia, l'anticiclone africano.
Stante l'ingorgo di aria sul 30° di latitudine, le masse d'aria provenienti dall'equatore hanno come unica via di uscita il deflusso verso il basso fino al suolo, per poi ritornare verso l’equatore come alisei dai quadranti nord orientali. Un anello di circolazione chiusa sul piano verticale tra l'Equatore e i 30-40 gradi di latitudine, noto appunto come cella di Hadley.
(Fonte foto: Wikipedia)
L’Itcz è anche definito come equatore climatico, perché durante l'anno solare non è stabile, ma fluttua di circa 1000 chilometri tra aprile e luglio, di conseguenza anche l'equatore virtuale si sposta verso sud durante la stagione invernale, verso nord invece in estate fino a raggiungere, nel caso dell’Africa, i 14° circa di latitudine nord il primo maggio e poi i 18° gradi tra luglio ed agosto.
La sua risalita verso nord dell’equatore climatico trascina nello stesso verso anche la cella di Hadley e di conseguenza anche gli annessi anticicloni subtropicali (Azzorre e nord africano) che, durante l'estate, diventano più pressanti in Europa e quindi sull'Italia.
Stagione in ritardo: il motivo
A questo punto abbiamo tutti gli elementi per comprendere i motivi del decollo zoppicante della stagione estiva dell'annata 2019: l’asse Itcz è un po' più basso della media. Il motivo non è noto: essendo l'atmosfera un fluido molto delicato possono intervenire innumerevoli variabili a modificarne il comportamento, come ad esempio porzioni di oceano più calde o più fredde del normale, anche a distanza di migliaia di chilometri dall'anomalia riscontrata. Ma le conseguenze sono state evidenti anche ai non addetti ai lavori: l’areale del Mediterraneo è rimasto maggiormente scoperto e spesso sotto attacco dalle saccature in discesa dal Nord Europa.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agronotizie Meteo