Meno di un mese all'edizione italiana del Climmar, pre-annunciato durante Agritechnica 2015. I rappresentanti di concessionari da tutta Europa, insieme ad esperti di produzione, distribuzione e certificazione di trattori e macchine agricole, si riuniranno dal 20 al 23 ottobre a Venezia, sotto l'egida di Unacma, l'associazione italiana di riferimento dei commercianti del comparto della meccanica agraria.
Revisione, certificazione, sicurezza e digitale fra i temi dell'incontro: durante le sessioni congressuali, pianificate per il 21 ottobre, si affronteranno "tematiche di interesse internazionale volte a favorire la condivisione di esperienze e l'elaborazione di strategie orientate verso lo sviluppo di moderne tecnologie da impiegare nell'ambito della meccanizzazione agricola nei singoli Paesi" (tratto dalla presentazione dell'evento, qui il programma completo).
Spazio a numerosi esperti il sabato 22 ottobre, quando dopo l'apertura dei lavori a cura del segretario generale di Unacma, Gianni Di Nardo, sarà Cristiano Spadoni di Image Line a relazionare sul tema "L'agricoltura europea verso il digitale". Sandro Liberatori, direttore generale di Enama presenterà due relazioni su "La certificazione delle macchine agricole come un importante strumento per l'agricoltura globalizzata" e "La certificazione degli impianti di produzione di energia come nuova attività per gli agricoltori e i rivenditori".
Condivideranno la propria visione sul futuro dell'agrimeccanica Mario Danieli, sales manager di Argo Tractors, Denis Soprani, presidente di Raico S.r.l, e i rappresentanti del gruppo Breviglieri e di Krone Italia. Marco Acerbi di Federunacoma presenterà l'edizione 2016 di EIMA International, dove Unacma giocherà un ruolo da protagonista con un'ampia serie di iniziative.
Sono previsti i saluti di Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.
Il congresso sarà chiuso dall'intervento di Erik Hogervorst, presidente Climmar, ritratto nella foto sotto con Roberto Rinaldin, presidente di Unacma (rispettivamente a destra e a sinistra) che abbiamo intervistato a poche settimane dal suo intervento che inaugurerà il congresso.
Redazione: Quali sono gli obiettivi dell'evento del Climmar?
Roberto Rinaldin: Gli obiettivi principali dell'evento sono definiti dalla segreteria del Climmar, appuntamento che si rivela come un momento di incontro e di scambio di esperienze tra operatori che svolgono la stessa attività in nazioni diverse per cultura, abitudini, stile, modo di lavorare il terreno... ma uniti da obiettivi comuni: fra questi, il miglioramento dei processi e della redditività aziendale.
Si sta cercando di fotografare ogni status nazionale e trovare obiettivi comuni da perseguire con attività di lobbying condivise, come - ad esempio - interagire sulla mother regulation e sui contratti di concessione con le case mandanti.
Vi sono criticità e opportunità che i distributori di macchine agricole condividono e che saranno oggetto del confronto durante le giornate a Venezia?
RR: Non è semplice condividere linee di pensiero su temi comuni quando gli usi e le abitudini sono così frammentate. Ampie invece le opportunità: i rapporti sono tutti da costruire, ci sono ottime intese di base e molta voglia di confronto, le discussioni sono sempre costruttive e serene.
Infine, parliamo del ruolo dei concessionari nell'ambito della sicurezza in agricoltura: quali sono le iniziative che saranno in primo piano al Climmar e che Unacma da parte sua promuove in Italia?
RR: Tasto dolente, vecchia brutta storia per l'Italia. La quasi totalità di nazioni del centro Europa, ma anche qualcuna più a oriente (Lettonia ad esempio) sono all'avanguardia nel tema della sicurezza: revisioni attive da più generazioni, regole chiare e semplici, il tutto sembra condiviso dalle organizzazioni degli agricoltori. Qua si fatica a far passare la revisione dei trattori, i controlli funzionali degli atomizzatori, i corsi sulla sicurezza. Qualcuno vuole farli apparire come perdite di tempo e di denaro, nessuno si adopera per presentarli come una opportunità di crescita, prendendo le distanze da una visione poco professionale del lavoro di agricoltore, a volte pronto alle nuovissime tecnologie ma restio ad investire sulla sua sicurezza e su quella degli altri.
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Autore: C S