Per i viticoltori italiani danneggiati dalla peronospora e non assicurati - se tutto andrà liscio - ci saranno a disposizione 7 milioni di euro per gli interventi di ristoro del Fondo di Solidarietà in deroga. Eppure, quest'anno la malattia ha colpito in profondità il vigneto italiano. Solo la Sicilia ha deliberato una richiesta di declaratoria per ben 351 milioni, derivanti dai danni accertati al raccolto. Uno scossone non da poco. I soldi sono pochi ed è in arrivo un'altra novità: le aziende agricole che imbottigliano vino a denominazione di origine potranno omettere l'annata in bottiglia utilizzando fino al 70% uve della vendemmia 2023 e miscelando vini di altra annata tenuti in giacenza. Ora la palla passa alle regioni: dovranno presentare ciascuna la propria conta dei danni entro 60 giorni dall'approvazione in via definitiva del Decreto Asset da parte del Parlamento.

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Gli emendamenti per il settore vino

Giovedì scorso, 28 settembre 2023, il Senato della Repubblica ha approvato in prima lettura il Decreto Legge Asset convalidando alcune modifiche per il settore primario italiano introdotte nel corso dell'iter dalle commissioni parlamentari. Tra le altre ci sono quelle che liberano ulteriori risorse per il comparto vitivinicolo italiano, duramente colpito dalla peronospora, che ne ha ridotto la produttività di 6 milioni di ettolitri. Al milione di euro già previsto nel Fondo di Solidarietà vengono aggiunti altri 6 milioni con un emendamento all'articolo 11 del Decreto.

 

Lo stanziamento ora dovrà passare al vaglio della Camera dei Deputati, da dove - in mancanza di modifiche al Decreto - l'intero provvedimento dovrà tornare al Senato per la definitiva approvazione in seconda lettura.

 

La cautela è d'obbligo in questo caso, trattasi infatti di 7 milioni di euro che potranno essere erogati alle aziende agricole non assicurate in conto ristoro danni e quindi in deroga all'articolo 5, comma 4 del Decreto Legislativo 102 del 2004, che vieta tali erogazioni su danni a colture. Inoltre, le regioni potranno deliberare la richiesta di declaratoria di calamità eccezionale entro 60 giorni dall'approvazione della legge di conversione del decreto legge.

 

Altro emendamento all'articolo 11 del Decreto Asset prevede che per il periodo vendemmiale 2023, "in considerazione dei danni causati da attacchi di peronospora alle produzioni viticole, le imprese agricole, in deroga all'articolo 31, comma 12, della legge 12 dicembre 2016, n. 238, possono omettere l'indicazione dell'annata di produzione delle uve in etichetta, ferma restando la condizione che almeno il 70% delle uve utilizzate siano state vendemmiate nell'annata 2023".

 

La norma di deroga all'obbligo di indicare l'annata è dedicata quindi non alle cantine in genere, ma solo alle imprese agricole che vinificano e imbottigliano. Lo scopo è quello di alleggerire le giacenze di vino dell'anno precedente ed il limite posto all'utilizzo del "vino vecchio" è del 30%, atteso che le uve da utilizzarsi devono essere state vendemmiate al 70% nel 2023.

 

Il commento del ministro Lollobrigida

"Il Governo è in prima linea per sostenere il settore vitivinicolo. Con l'approvazione dell'emendamento al Decreto Asset mettiamo altri sei milioni di euro per sostenere gli interventi previsti dal Fondo di Solidarietà Nazionale a favore delle aziende colpite dalla peronospora, dando loro ristoro economico, ma chiedendo al contempo di curare bene le piante con le buone pratiche previste dalla Pac - ha commentato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo il 29 settembre scorso in Campidoglio agli Stati Generali del Vino indetti dalla rappresentanza italiana di Parlamento e Commissione Ue.

 

"Abbiamo inoltre operato anche un altro intervento in deroga, dal punto di vista normativo che permette di usare, su un periodo biennale, le quantità di vino prodotto e che risolve anche in parte il problema degli eccessi di stoccaggio, come segnalato dalle associazioni" ha aggiunto il ministro.

 

"Credo che sia un dovere per lo Stato garantire chi meglio cura ed evita i danni a se stesso e alle proprie aziende" ha concluso il titolare dell'Agricoltura.

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Sicilia, deliberati danni per 351 milioni di euro

Resta il fatto che i danni sono veramente pesanti, e chi in campagna vende uva alle cantine, quest'anno non avrà reddito in molti casi. Basti pensare che la Giunta della Regione Siciliana ha già deliberato la richiesta di declaratoria di stato di calamità eccezionale per danni da peronospora per le province di Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. E i tecnici degli Ispettorati agrari provinciali hanno accertato danni per oltre 351 milioni di euro.

 

"La situazione climatica dello scorso maggio, caratterizzata da piogge abbondanti e persistenti, ha favorito la propagazione della malattia della peronospora della vite causata dal fungo patogeno Plasmopara viticola" si legge in un dettagliato comunicato stampa della Regione Siciliana.

 

"In quasi tutto il territorio regionale i danni sono stati rilevanti con percentuali che vanno dal 25% al 95% della produzione" aggiunge. Hanno fatto eccezione le province di Enna, Siracusa e Messina, nei cui territori gli ispettorati dell'agricoltura non hanno rilevato il raggiungimento della soglia minima di danno per l'attivazione dei benefici previsti dalla normativa.

 

Secondo la nota di Regione Siciliana "Ad Agrigento metà della produzione di uva da tavola è andata distrutta, la produzione più colpita insieme a quella biologica". E infine: "Il danno accertato da parte degli ispettorati provinciali dell'agricoltura nelle province colpite ammonta complessivamente a 351.111.040 euro" conclude la nota.

 

Le dichiarazioni dell'assessore siciliano

"La Regione è al fianco degli agricoltori e dei produttori siciliani - dice l'assessore regionale all'Agricoltura, Luca Sammartino - che stanno vivendo una congiuntura drammatica prima per i danni prodotti dalla peronospora, poi per quelli prodotti dalle ondate di caldo e dagli incendi opera dei criminali piromani. Una situazione resa oggettivamente ancora più difficile dalla stretta al credito bancario prodotta dall'aumento dei tassi d'interesse da parte della Bce. La declaratoria dello stato di calamità consentirà di accedere agli interventi finanziari previsti dalle norme nazionali, mitigando seppur solo in parte i danni subiti".