Vendemmia piccola ma buona, la posizione dell'Italia nel mercato, l'attenzione del Governo, il rapporto con l'Unione Europea, e la questione dell'etichetta. Sono stati questi i temi messi al centro degli Stati Generali del Vino, un appuntamento che ha chiamato a raccolta, lo scorso 29 settembre - in Campidoglio a Roma - tutte le principali aziende, associazioni e istituzioni.

 

"La vendemmia 2023 è ormai al termine - dice presidente dell'Unione Italiana Vini (Uiv) Lamberto Frescobaldi - siamo alle ultime battute, e il bilancio parla di piccola quantità ma di grandissima qualità".

La pensa allo stesso modo il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida: "Il vino è uno dei nostri gioielli, oltre a essere un prodotto strategico. Quando si parla di vino, vedo lavoro, ricchezza, vigne dove lavorano tanti imprenditori. Vedo poi tante scuole, dove i giovani imparano l'arte per valorizzare questo prodotto che va protetto dalle aggressioni".

 

"La quantità è minore - rileva ancora Frescobaldi - la malattia della peronospora di maggio e giugno ha influito molto. Abbiamo perso il posto dei produttori più grandi del mondo, a discapito della Francia. Ma, in realtà, era una medaglia di legno, perché il nostro prezzo medio era molto più basso; quindi togliere un po' di produzione credo che ci aiuterà a poter ripensare anche il posizionamento del vino italiano".

 

Sulla questione della peronospora il Governo sta intervenendo, come spiega Lollobrigida: viene previsto "un aiuto per le aziende colpite per curare bene le piante. Abbiamo poi approvato un provvedimento in deroga che permette di usare per un periodo biennale gli stoccaggi di vino".

 

Il posizionamento del vino italiano - continua Frescobaldi - è "molto importante: l'Europa ci deve comunque assistere e sostenere, con pratiche di finanziamento e per l'esportazione sui mercati dei nostri vini". E dall'Ue Lollobrigida porta buone notizie, tra cui quella presa dal Parlamento Europeo di togliere il divieto di promozione del vino anche se, ammette, "dovrebbe fare di più per far rispettare la libera circolazione, soprattutto vietando etichette allarmistiche".

 

E infatti l'Uiv è pronta a mediare sull'etichetta in stile "sigarette". Non proprio mediare ma quantomeno a "lavorare con la Commissione Ue per un claim unico a livello europeo, all'interno della norma vitivinicola, senza ricorrere a soluzioni allarmistiche, Nutriscore o lasciare che ogni Stato membro decida da sé". Anche per Francesco Lollobrigida il mercato estero ha un peso fondamentale: "Tante Nazioni producono vino di buon livello, ma l'Italia è insuperabile; il nostro export sta continuando a crescere. Sul turismo enogastronomico, è uno degli attrattori principali: i turisti vengono per mangiare e bere bene. Questo è un grande valore, ma dobbiamo mettere in sinergia tutti i nostri sistemi".

 

Al settore - fa presente Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini (l'Associazione di categoria che rappresenta i produttori, esportatori ed importatori italiani di vino) - "la politica può dare un contributo forte ed intervenire a livello normativo per garantire un quadro di regole semplici e chiare". Il vino italiano - nonostante la peronospora che si stima abbia comportato la riduzione della produzione vinicola nel Centro Sud tra il 5 e il 10% rispetto al 2022 - continua a mostrarsi resiliente.

 

Guardando i dati nel primo semestre del 2023 (secondo l'Osservatorio Federvini-Nomisma), il valore delle esportazioni di vino è aumentato raggiungendo i 3,7 miliardi di euro (nel 2019 era a 2,9 miliardi), le vendite a valore sul mercato interno sono cresciute del 16% rispetto al 2019, con una lieve flessione in volume dello 0,5%. "Le sfide che abbiamo di fronte sono numerose e complesse - continua Albiera Antinori - e per questo chiediamo alle istituzioni di prestare la massima attenzione per assicurare supporto alle imprese della nostra filiera".

 

"Abbiamo l'importanza del territorio, della bellezza e della cultura, dell'unicità che possiamo rappresentare anche grazie al settore vitivinicolo - dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - e tutti questi fattori divengono un'opportunità di valorizzazione del turismo, in particolare dell'enoturismo che dovrebbe essere ulteriormente incentivato nel nostro Paese. Dobbiamo creare una condizione di valore per il quale ovviamente tanti turisti ci vengono a visitare degustando le nostre eccellenze".

 

Questa è "un'annata difficile - rileva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - un'annata che dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non si può fare politica senza sano pragmatismo. In un'annata come quella attuale, in cui la peronospora ha devastato i nostri campi, insieme ovviamente alla grandine, se non avessimo avuto le medicine delle piante, quest'anno in Italia non avremmo avuto vino. Quindi rispetto alle proposte europee, che certamente noi tutti auspichiamo, ci vuole il pragmatismo anche della politica: pensare di ridurre del 70% l'utilizzo dei prodotti di fitosanitari significa in qualche modo non mettere nelle condizioni gli agricoltori italiani e europei di produrre".