Il 2 dicembre 2022 la Commissione Europea ha approvato il Piano Strategico italiano per la Politica Agricola Comunitaria, con circa 37 miliardi per i prossimi 5 anni a sostegno della competitività e della sostenibilità del settore agricolo e agroalimentare. Il definitivo via libera al Piano italiano era atteso per il 17 dicembre, ma è giunto in anticipo, tanto che il ministro per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha così commentato a caldo: "È un'ottima notizia, per un provvedimento molto atteso da tutto il comparto. Ringrazio quanti hanno lavorato per garantire questo esito e ribadisco l'importanza del coordinamento strategico con le regioni".

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Il ministro non si è sbilanciato oltre, evidentemente perché sa quel che attende gli uffici di via XX Settembre: in pochi giorni andranno predisposti i decreti ministeriali attuativi per consentire alla Pac di poter essere realmente operativa a decorrere dal primo gennaio 2023.

 

L'ultima frase del ministro, il richiamo al "coordinamento strategico con le regioni" - peraltro definito importante - è la chiave politica e istituzionale per comprendere questo delicato passaggio: tutti i decreti ministeriali dovranno essere emanati con l'intesa in Conferenza Stato Regioni. Un consenso che, in un recente passato, aveva conosciuto, prima essere raggiunto, un dibattito molto intenso tra regioni e tra queste e il ministro del passato Governo, Stefano Patuanelli. Oggetto di un non breve contendere era stato il secondo pilastro della Pac, ovvero la ripartizione del Fondo Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale ai Programmi di Sviluppo Rurale per il 2023-2027.

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Regolamenti Ue e decreti ministeriali

Ma ecco cosa dovrebbe avvenire nelle prossime ore sulla nuova programmazione -2023-2027. Verosimilmente si avranno almeno quattro decreti ministeriali per recepire i tre regolamenti che ordinano la Pac, pubblicati il 6 dicembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. E non mancheranno i decreti ad hoc per l'Ocm, lì dove sono intervenute modifiche ai regolamenti europei previgenti.


Sicuramente sarà necessario un dm per recepire il Regolamento Ue 2021/2115, recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell'ambito della Pac (piani strategici della Pac) e finanziati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga) e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) e che abroga i Regolamenti (UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013.

 

Vanno trasposte da questo Regolamento in norme attuative nazionali le disposizioni comunitarie per la domanda unica, incluse le novità, come gli ecoschemi, l'aumento delle risorse per i giovani, i fondi rafforzati per il biologico, le filiere strategiche dalla zootecnia all'olio e il principio della condizionalità sociale, le norme di intervento per i premi accoppiati e gli strumenti di supporto per le crisi di mercato e le calamità, ma anche la cornice giuridica dei Psr, Programmi di Sviluppo Rurale.


Ed è bene parlare al plurale, perché la clausola di salvaguardia costituzionale, consente all'Italia di continuare ad avere i Psr regionali, che dovranno però essere coerenti con gli obiettivi di sviluppo rurale contenuti nel Psn, Piano Strategico Nazionale.


Ma non basta, a regolare la complessa materia della Pac c'è anche il Regolamento Ue 2021/2116 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 2 dicembre 2021, che riguarda la gestione finanziaria e il monitoraggio della Pac e che abroga il Regolamento (UE) n. 1306/2013, al quale sarà destinato uno specifico atto di recepimento ai fini del riconoscimento dell'autorità nazionale designata al riconoscimento degli enti pagatori.

 

Infine, sarà necessario recepire le disposizioni contenute nel Regolamento Ue 2021/2017, che modifica il Regolamento (UE) n. 1308/2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e i regolamenti europei sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, sulla definizione, la designazione, la presentazione, l'etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati ed, infine, quello recante misure specifiche nel settore dell'agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell'Unione.


Con ogni probabilità, il lavoro sugli ultimi tre decreti è stato già fatto, come pure sono in fase avanzata i decreti che singolarmente regoleranno le Ocm e i programmi operativi delle Op per i singoli sottosettori. Serviranno limature invece sugli strumenti giuridici inerenti la struttura principale della Pac, il regime dei pagamenti diretti, lo sviluppo rurale, le politiche di aiuto in caso di crisi e calamità.

 

Decreti ministeriali invocati dalle organizzazioni agricole

I provvedimenti nazionali sono molto attesi. "L'approvazione del Piano è avvenuta prima della data prevista del 17 dicembre" commenta Confagricoltura con una nota stampa, dove si sottolinea: "Una scelta positiva, perché il Governo avrà ulteriori 15 giorni per la definizione dei decreti attuativi, indispensabili per l'applicazione della Politica Agricola Comune prevista il primo gennaio prossimo". E ancora: "I decreti dovrebbero arrivare in tempi brevissimi così da garantire l'entrata in vigore del Piano comunitario 2023-2027, fondamentale per procedere con il finanziamento dei premi agli agricoltori".

 

A preoccuparsi dei decreti attuativi della Pac è anche Cia - Agricoltori Italiani "Alla luce della situazione congiunturale, le risorse della futura programmazione dovranno essere usate con efficacia -afferma il presidente dell'Organizzazione, Cristiano Fini -, auspichiamo che con la definizione dei decreti attuativi, l'Italia sia in grado di rispondere alla grave crisi che il settore sta attualmente affrontando. È opportuno, inoltre, ricordare la necessità di regole flessibili e di utilizzare tutte le risorse disponibili messe a disposizione dall'Unione Europea (sia in risposta alla crisi post covid-19, che all'attuale conflitto in Ucraina) in sinergia con i fondi Pac".


Sui provvedimenti nazionali anche Copagri dice la sua: "La necessità di accelerare con i decreti attuativi del Psn è legata al fatto che restano ormai pochissimi giorni prima dell'entrata in vigore della nuova Pac - afferma il presidente Tommaso Battista - ed è assolutamente necessario che le norme di applicazione siano chiare e di facile utilizzo, al fine di consentire alle aziende agricole di cogliere le opportunità che la nuova programmazione può offrire".