Roberto De Vivo si è aggiudicato la terza edizione del Premio Filippo Re, organizzato annualmente da Accademia Nazionale di Agricoltura e Image Line. La premiazione è avvenuta lo scorso 11 aprile in occasione dell'Inaugurazione del 215° Anno Accademico dell'Accademia Nazionale di Agricoltura, evento che ha visto inoltre la presentazione della relazione del professor Giorgio Cantelli Forti, e la prolusione e la nomina ad accademico onorario di Antonio Patuelli.

 

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Il vincitore

Ad aggiudicarsi la terza edizione del Premio Filippo Re, quest'anno dedicato al rapporto tra territorio e società, è lo studio di Roberto De Vivo, phd al Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell'Università di Napoli Federico II, dal titolo "Influence of carbon fixation on the migration of greenhouse gas emission from livestock activities in Italy and the achievement of carbon neutrality".

 

Lo studio afferma che la zootecnia in Italia, escluse le attività legate al trasporto e alla lavorazione di prodotti come carne e latte, non contribuisce all'aumento delle emissioni di gas serra in atmosfera, ma le diminuisce, anche se di poco, essendo il saldo tra le quantità di CO2 prodotte dal bestiame e quelle fissate nell'utilizzo per la loro alimentazione, nettamente a favore di quest'ultima. Dunque, basterebbe aumentare la superficie adibita alla coltivazione di erba medica di 2,6 volte per eguagliare l'equivalente di CO2 prodotta dagli allevamenti e quelli fissati nel foraggio.

 

Il premio

Il Premio Filippo Re - Economia, Società, Ambiente e Territorio, nasce con l'obiettivo di promuovere una costante evoluzione del ruolo dell'agricoltura per l'economia del Paese e le interazioni di questo settore con le sue dinamiche sociali, ambientali e territoriali. Nello specifico, il premio del valore economico di 5mila euro diviso tra i tre finalisti, quest'anno è stato assegnato alla pubblicazione scientifica che, con approccio multidisciplinare, originale e con sguardo d'insieme, ha meglio indagato l'impatto del settore agricolo sul sistema economico nazionale. Il premio, intitolato al famoso botanico e agronomo italiano, primo segretario dell'Accademia e uno dei suoi più illustri padri fondatori, ha cadenza annuale ed è organizzato in collaborazione tra l'Accademia Nazionale di Agricoltura e Image Line. Sponsor dell'iniziativa è Ilsa.
 
"Per il terzo anno Accademia e Image Line promuovono questo importante premio, intitolato al famoso agronomo bolognese e padre fondatore del nostro sodalizio, diventato ormai un punto di riferimento scientifico a livello agronomico. La nostra mission - sostiene il professor Giorgio Cantelli Forti, presidente dell'Accademia Nazionale di Agricoltura - è promuovere studi di valore che sviluppano i temi dell'innovazione e della ricerca scientifica in agricoltura. Un'agricoltura sostenibile, attenta alle esigenze ambientali, alla qualità degli alimenti e alla salute dei consumatori di oggi e del futuro. Tale prospettiva si può raggiungere solo grazie alla ricerca scientifica e siamo orgogliosi di dare il nostro contributo nel promuovere lo sforzo dei giovani ricercatori che studiano in questi campi di grande importanza".
 
"La promozione del Premio Filippo Re in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Agricoltura ci rende molto orgogliosi perché ci permette di entrare in contatto con lavori di grande spessore scientifico, elaborati da giovani ricercatori che vivono con passione il mondo dell'agricoltura e con altrettanta determinazione la volontà di approfondirne l'impatto in rapporto alla nostra economia, società, ambiente e territorio - afferma Ivano Valmori, ceo di Image Line -. Giunti al terzo anno, anche per questa edizione abbiamo avuto modo di confrontarci con idee e analisi eccellenti che confermano le competenze e la professionalità di chi guarda l'agricoltura di oggi con lo sguardo sempre rivolto al futuro con il proposito di portare valore aggiunto al lavoro di chi opera nella filiera".
 
"L'attuale situazione di emergenza legata al conflitto tra Russia e Ucraina ha portato il tema della concimazione al centro della discussione politica. La mancanza di fertilizzanti convenzionali e l'elevato prezzo degli stessi, derivante dal costo energetico 'fuori controllo', condizionerà le scelte degli agricoltori che saranno indotti a ridurre le concimazioni e ad orientare le scelte colturali verso le colture con minore fabbisogno di nutrienti. A livello globale - ha detto Paolo Girelli, presidente di Ilsa - si teme una riduzione delle produzioni agricole con conseguente aumento del prezzo dei generi alimentari".

 

"Nei Paesi del terzo mondo e non solo - ha aggiunto Girelli - questa situazione potrebbe generare fortissime tensioni sociali. Per fronteggiare la situazione contingente ma anche per evitare emergenze analoghe in futuro, sarà fondamentale intensificare la ricerca per realizzare prodotti fertilizzanti efficienti a bassi dosaggi ed ottenuti partendo da tutte le fonti rinnovabili disponibili. Allo stesso modo sarà necessario sviluppare metodologie di applicazione adeguate per ridurre gli sprechi e salvaguardare l'ambiente".

 

"L'Italia si sta muovendo in questa direzione da qualche anno - ha concluso Girelli - e la collaborazione tra mondo della ricerca e mondo dell'industria, testimoniata anche dal Premio Filippo Re, ha permesso lo sviluppo di prodotti tecnologicamente molto avanzati in grado di garantire le produzioni agricole anche se applicati a bassi dosaggi. Purtroppo, la lentezza delle procedure burocratiche necessarie per portare sul mercato i nuovi prodotti costituisce una criticità che si spera possa essere risolta con la presa di coscienza da parte degli enti e dei funzionari che in essi operano dell'assoluta urgenza di poter disporre di tali mezzi tecnici".

 

L'inaugurazione del 215° Anno Accademico

La cerimonia d'inaugurazione del 215° Anno Accademico dell'Accademia Nazionale di Agricoltura è stata aperta dal professor Giorgio Cantelli Forti, presidente dell'Accademia Nazionale di Agricoltura, con la relazione "L'eccellenza delle produzioni agricole italiane e la globalizzazione".

 

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Il presidente dell'Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti

(Fonte foto: eMkey Group)


"L'agroalimentare made in Italy è un brand accattivante ma anche fuorviante non essendo garanzia di origine delle derrate agricole contenute. La concorrenza sleale di molti Paesi con fiscalità e costo del lavoro bassi, insufficienti standard di sicurezza, scarsa qualità di materie prime ha gravemente indebolito le nostre aziende agricole - ha esordito il presidente Cantelli Forti - resta però grave che in Italia non si riesca a normare la tracciabilità d'origine dei singoli componenti dell'alimento finale indicandolo nella confezione".

 

"Nel mondo contraffazione, sofisticazione, uso improprio del brand italiano a fini commerciali sono azioni note, ai quali aggiungere l'esperienza covid-19 e l'attuale situazione internazionale, per una profonda riflessione sulla globalizzazione e la corsa al prezzo più basso che non danno garanzie al consumatore. Oggi serve un'agricoltura integrata che tuteli ambiente, risorse idriche, suoli. Non è più sufficiente 'fare squadra' bisogna 'fare sistema' con partnership pubblico privato che incentivino ricerca scientifica, tecnologie avanzate e biotecnologie vegetali per fornire prodotti agricoli commerciali competitivi e sani sul mercato".


Nel corso dell'incontro Antonio Patuelli, presidente di Abi e La Cassa di Risparmio di Ravenna Spa è stato nominato accademico onorario dell'Accademia Nazionale di Agricoltura e ha tenuto la prolusione dal titolo "Credito e Agricoltura".

 

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Antonio Patuelli,  presidente di Abi e La Cassa di Risparmio di Ravenna Spa

(Fonte foto: eMkey Group)


"Dopo quasi trent'anni dalla riforma le iniziali preoccupazioni del mondo agricolo di una possibile emarginazione in termini di accesso al credito non si sono realizzate. L'attenzione delle banche al comparto primario è confermata dai numeri - ha continuato Patuelli -: a dicembre 2021 i prestiti bancari erogati all'agricoltura erano di 41 miliardi di euro. Nel 1991, prima della despecializzazione bancaria, gli impieghi all'agricoltura erano poco meno di 15 miliardi euro. A fine 2021, il 5,5% del totale dei prestiti bancari è destinato alle imprese dell'agricoltura, silvicoltura e pesca. Tale risultato - ha concluso il presidente Patuelli - assume maggior valore se consideriamo che il settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca rappresenta il 2,2% del valore aggiunto complessivo della nostra economia".

 

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