L'ultimo report settimanale dell'Osservatorio Anbi, Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue, sulle risorse idriche evidenzia che il sistema idraulico del Paese è inadeguato di fronte alla tropicalizzazione del clima e dei suoi eventi atmosferici.

 

Da Spagna, Portogallo e Italia settentrionale, gli effetti del riscaldamento globale stanno arrivando all'area centrale della Penisola, in particolare lungo la dorsale tirrenica.

 

Infatti, in Toscana sembra incontenibile il generalizzato calo di portata in tutti i fiumi, mentre in Umbria si registra un -70% nelle precipitazioni invernali.

Nel Lazio ritorna la preoccupazione per il Lago di Bracciano, il cui livello è inferiore di 26 centimetri rispetto all'anno scorso. Da inizio anno, le piogge cadute sono state esigue.

 

Sull'Italia settentrionale, nel periodo settembre 2021 marzo 2022, le piogge sono calate del 90%, con un deficit tra i 200 e i 400 millimetri. L'aumento medio delle temperature varia in un range fra 1,5°C e 5°C, con gravi ripercussioni sugli andamenti colturali e gli ecosistemi. Tali conseguenze sono destinate ad accentuarsi nelle prossime settimane per l'assenza di manto nevoso sulle montagne e del conseguente apporto idrico con l'arrivo della primavera.

 

Fra i grandi laghi, anche il livello del Garda si prepara a scendere sotto media, dove permangono già da tempo i principali bacini lacustri settentrionali con Lario e d'Iseo abbondantemente sotto lo zero idrometrico (rispettivamente al 5,9% e 7,1% del riempimento).

 

Il Po censisce la secca invernale più grave dei recenti trenta anni (Fonte: Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po) con una portata, in Piemonte, inferiore alla metà di quanto registrato nell'"annus horribilis" 2017, mentre nel prosieguo verso il mare tale deficit si attesta a -75% sulla media.

 

Da due anni l'Emilia Romagna soffre un'evidente crisi idrica con le portate di Trebbia, Secchia e Reno che oggi sono ai minimi dal 1972; fiumi allo stremo significa anche risalita del cuneo salino, che oggi ha già raggiunto i 15 chilometri dalla costa. La zona più arida resta il Ferrarese, dove negli ultimi 12 mesi sono caduti appena 392 millimetri d'acqua e neppure una goccia negli scorsi trenta giorni.

 

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