Le eccezionali condizioni di maltempo che hanno colpito il Mezzogiorno d'Italia a partire dalla Sardegna sin dalla serata del 28 ottobre 2018 e il territorio peninsulare da ieri, hanno prodotto ingenti danni anche al settore agricolo e zootecnico soprattutto sull'isola e in Puglia. Pioggia, grandine e venti fortissimi ad oltre 100 chilometri l'ora hanno colpito con vere e proprie trombe d'aria, sconvolgendo aziende agricole, serre, orti, vigne e in Puglia addirittura abbattuto olivi secolari. I danni sono incalcolabili e in alcuni casi ancora non stimati.
 

Sardegna, danni incalcolabili

Dalla serata del 28 ottobre, una nuova ondata di maltempo con grandine e vento ha interessato la Sardegna, inizialmente l'alto oristanese ed il Sinis, il Marghine e Alghero per poi allargarsi nel Sulcis, ancora nel Sarrabus, Medio Campidano. Ma danni si lamentano in diverse parti della Sardegna.
 
Trombe d'aria e grandinate in pochi minuti hanno spazzato via una stagione di lavoro: stalle e fienili scoperchiati, animali morti schiacciati. Coperture con fori enormi, colture atterrate e demolite dalla violenza della grandine. Tralicci della corrente elettrica travolti. Cumuli di grandine enormi: questi visimamente i danni in tante aziende agricole, secondo una prima ricognizione di Coldiretti Sardegna.
 
Nel sassarese, nella serata del 28 ottobre, grandine grossa come pietre, ha dardeggiato le campagne della Riviera del Corallo. Le colture di stagione in pieno campo sono state abbattute dalla violenza delle precipitazioni, così come sono stati danneggiati gli olivi in piena raccolta delle olive. Danni si registrano anche su serre e strutture. Nella notte, e nella successiva mattina del 29 ottobre, la perturbazione ha poi colpito il Nord Sardegna.
 
Ieri mattina una tromba d'aria si è abbattuta anche nel Marghine, in particolare nella striscia tra Sindia, Macomer, Bortigali e Borore. Precipitazioni violente con chicchi di grandine enormi e forte vento. Le aziende agricole di tutto il territorio lamentano forti perdite: stalle e fienili, ma anche qualche casa rurale, sono stati scoperchiati, nel migliore dei casi a metà o si ritrovano con enormi fori dovuti alla grandine. A questo si aggiungono le continue precipitazioni che hanno bagnato e reso praticamente inutilizzabili le scorte di fieno e paglia, oltre a lasciare gli animali (stanno cominciando i parti delle pecore) senza un tetto.

Tromba d'aria simile anche nell'alto oristanese, con danni simili a quelli del Marghine. Nell'oristanese colpiti anche vivai di fiori, che hanno visto distrutta la produzione pronta ad essere commercializzata in occasione della commemorazione dei defunti. Danni si registrano anche nei carciofeti e alle serre del Medio Campidano, allagamenti di campagne si segnalano nel Trexenta, numerose le stalle scoperchiate nel Sulcis. Una forte grandinata ha interessato il territorio di Nuraminis e Quartu nel Sud Sardegna, dove sono state danneggiate le colture da campo con forti danni per le carciofaie.

"Come abbiamo già chiesto, è urgente un forum politico sui cambiamenti climatici - aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba -, ormai abbiamo a che fare con un clima nuovo che merita un'approfondita discussione per capire quali sono le colture adatte a questo clima e i metodi di coltivazione. Non possiamo continuare a subire questi ingenti danni e chiedere indennizzi che, quando disponibili, arrivano sempre in ritardo e comunque coprono in minima parte i danni".

"L'agricoltura è in ginocchio e sta diventando impossibile lavorare la terra - sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. Con certe condizioni climatiche è difficile convivere, passiamo da un estremo all'altro. L'anno scorso non pioveva, quest'anno troppo. In più si aggiungono questi cicloni di vento e grandinate incredibili. Abbiamo diverse aziende che hanno subito danni ingenti e hanno perso il lavoro di anni. Per questo è urgente guardare al futuro partendo da questo dato di fatto e indirizzando il nuovo Programma di sviluppo rurale sulle colture e metodi di coltivazione compatibili con questo clima".
 

Puglia, colpito il Salento

Nella giornata del 29 ottobre una tromba d'aria, partita dalla zona interna e trasferitasi velocemente verso la costa adriatica, in soli 15 minuti si è mossa da Manduria e Martina Franca fino a colpire gran parte della provincia di Brindisi, distruggendo strutture, pergolati e muretti, sradicando gli ulivi, anche esemplari secolari, in alcuni casi aperti in due, spazzando via le olive, secondo i primi rilievi dei tecnici di Coldiretti, accompagnati dai presidenti provinciali.

"Il quadro è apocalittico. Vedere alberi di dimensioni notevoli sradicati e allettati e le campagne coperte da un manto di olive è desolante" afferma il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis. "E' un disastro naturale di dimensioni incalcolabili che ha colpito principalmente Apani, Brindisi, Latiano, Oria, Francavilla e Torre Santa Susanna  – aggiunge De Miccolis – per cui i nostri uffici si sono immediatamente attivati per le verifiche in campo. Chiederemo all'assessorato regionale all'Agricoltura di attivare le procedure per l'accertamento del danno di inusitata gravità e richiedere lo stato di calamità naturale, sburocratizzando il più possibile le procedure per ristorare tempestivamente gli agricoltori".