Gli agricoltori biologici si trasformano dal palcoscenico di Bergamo, dove si sono tenute una sorta di "Stati generali del bio", in una colonna portante del futuro dell'agricoltura. Non più dunque isolati integralisti, guardati con sospetto dall'agricoltura intensiva, ma veri propri protagonisti, come anche certificato dai trend di crescita e dal gradimento crescente dei consumatori.

Ieri, 12 ottobre 2017, la filiera del bio è stata protagonista del convegno legato agli eventi della settimana dell'agricoltura, in vista del G7 di domani, 14 ottobre 2017, e domenica, sul tema appunto del "Biologico come modello di sistemi agricoli sostenibili". L'incontro è sfociato nella presentazione della "Carta del biologico di Bergamo", a due anni dalla condivisione della Carta del biologico a Expo Milano 2015.
Si tratta, più specificatamente, di una dichiarazione comune per dare rilievo all'agricoltura biologica come strumento di trasformazione dei sistemi agricoli mondiali per il contrasto ai cambiamenti climatici e per la lotta alla fame. La Carta mira anche a riconoscere il ruolo svolto dagli agricoltori nella tutela e salvaguardia all'ambiente, della biodiversità e del paesaggio rurale.

"Il modello agricolo italiano - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - è tra i più sostenibili in Europa. La produzione biologica nel nostro paese conta oltre 1,8 milioni di ettari coltivati e circa 73mila operatori. Abbiamo introdotto per la prima volta le mense biologiche certificate e rafforzato le norme sui controlli, ma dobbiamo continuare a lavorare sul piano internazionale per un sostegno sempre maggiore a questo settore. La sostenibilità è una chiave centrale per la crescita e la competitività dei sistemi agroalimentari. Affronteremo questo tema cruciale nel corso della riunione ministeriale del G7 domani e domenica e il contributo presentato oggi rappresenta una base di confronto importante".

L'agricoltura biologica rappresenta un'innovazione in campo agricolo e alimentare dell'ultimo secolo, basata su un modello socialmente inclusivo e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.
Il suo successo globale è dimostrato dagli oltre due milioni di operatori in 164 paesi che partecipano alla produzione di alimenti impiegando risorse locali, riducendo la dipendenza da fattori di produzione esterni e aumentando la propria resilienza nonostante i cambiamenti climatici.
La crescita del biologico è stata progressiva, ma costante nelle sue dinamiche positive. Lo ha riconosciuto ieri Eduardo Cuoco, direttore per l'Europa di Ifoam, la Federazione internazionale dell'agricoltura biologica. "Mentre tutta l'agricoltura tradizionale è stata investita dalla crisi, il mercato del biologico è cresciuto del 115% negli ultimi anni, sulla spinta delle richieste dei consumatori".

Un mercato in crescita, come ha ricordato Matteo Bartolini, già presidente del Ceja e oggi rappresentante di Ioan, "il mercato del biologico ha sfondato il muro degli 80 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che rappresentano il primo produttore, seguiti da Germania, Francia e Cina".
"Il mondo del biologico italiano con la Carta di Bergamo ha dimostrato che attorno alle tematiche dell'agricoltura biologica per un cibo più sano basato sul rispetto della terra si può creare un vasto fronte e la giornata di oggi lo ha dimostrato", ha detto ieri il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla.
 

La polemica

C'è spazio anche per qualche scintilla in ambito tutto italiano. "Oggi a Bergamo, durante la settimana del G7, si svolge il convegno dal titolo Il biologico come modello di sistemi agricoli sostenibili a due anni dall'Expo Milano, organizzato da Federbio e Mipaaf. Mi chiedo come sia possibile che la maggiore associazione del biologico italiano, che siede al tavolo tecnico per il biologico del Mipaaf, che ha partecipato ad Expo alla stesura del documento Il biologico nutrirà il pianeta, che collabora con Crea e Ismea alla realizzazione delle schede della Rete rurale nazionale per il bio, non sia stata fatta partecipe dell'iniziativa".

Lo ha scritto Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica), in una lettera indirizzata al ministro Maurizio Martina.
"La cosa che ci spinge a chiedere chiarimenti - conclude Vizioli - è che il convegno è co-promosso dal Mipaaf ed è inspiegabile che il ministero si sia piegato ai capricci di Federbio".