E proprio quest'ultimo problema sta colpendo soprattutto il Nord Italia, dove anche il lago Maggiore è sceso sotto la media stagionale, mentre gli altri grandi bacini si stanno avvicinando ai minimi storici.
In Emilia Romagna, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale ha dovuto sospendere, per la prima volta in 70 anni, la derivazione irrigua dal torrente Enza, in località Cerezzola (Re), per garantire il minimo deflusso vitale in una situazione di portata estremamente ridotta in alveo.
"Per capire la gravità della situazione, basta un dato: mediamente i bacini dell’Emilia Romagna contenevano complessivamente 16 milioni di metri cubi d’acqua; quest’anno erano poco più di 2 e non siamo ancora a metà della stagione irrigua".
Queste le parole di Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi.
Anche sulla pianura bolognese del Consorzio di bonifica Renana la pioggia è diminuita mediamente del 30%. Qui, come nelle altre parti d’Italia, è la professionalità e l’esperienza degli operatori consorziali, organizzati anche su turni di 24 ore, a garantire gli apporti idrici possibili per limitare i danni all’agricoltura.
Un esempio di assoluto rilievo arriva dalla Toscana, dove la necessaria sospensione delle derivazioni irrigue a causa del basso livello idrico del lago di Massaciuccoli (la prosecuzione dei prelievi avrebbe provocato danni legati sia alla carenza d'acqua che alla probabile ingressione di acqua salata dal mare) avrebbe compromesso oltre 500 ettari di culture (mais, ortaggi), comportando anche problemi ambientali, legati all’insufficiente ricambio delle acque.
Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord ha immediatamente proposto un’ipotesi alternativa: immettere nella rete irrigua acqua fresca, derivante non più dal lago, ma dal fiume Serchio mediante la riattivazione di un impianto idrovoro, dismesso in comune di Vecchiano.
Grazie alla rapida convocazione del tavolo sull’emergenza idrica del lago Massaciuccoli, da parte della Regione Toscana, è stato possibile in pochi giorni esaminare e condividere la proposta, dando una risposta rapida ed efficace alle esigenze del mondo agricolo e del territorio: l’ente consortile, infatti, provvederà, oltre che alla riattivazione dell’impianto e quindi all’acqua per l’agricoltura, anche al monitoraggio della salinità delle acque lacustri.
"E’ questa la capacità operativa e progettuale, la sussidiarietà legata alla vicinanza al territorio di cui andiamo orgogliosi – commenta Massimo Gargano, direttore generale Anbi – Va anche sottolineata, l’efficacia del metodo concertativo da noi sostenuto e che ha visto tutti gli enti coinvolti impegnarsi per trovare soluzioni, in pochi giorni, ad una delle situazioni di crisi idrica, più gravi degli ultimi decenni in Toscana. Senza il contributo di tutti non sarebbe stato possibile".
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Anbi - Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni