Per questo motivo Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha affermato: "Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico".
In Italia
Dopo una primavera con temperature sopra la media e con scarse precipitazioni, gli agricoltori e gli allevatori italiani si trovano costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni di frutta e verdura. Anche prati e pascoli sono a secco e non si riesce a garantire l’alimentazione di mucche e pecore che, stressate dal caldo, producono il 20% di latte in meno rispetto ai periodi normali.
In Emilia Romagna le autorità politiche hanno dichiarato lo stato di crisi idrica e, come commenta Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna: "Occorre che l’autorità di bacino, il Mipaaf e il ministero dell’Ambiente attivino quanto prima un tavolo finalizzato a ridefinire i quantitativi di prelievo dal Po, al fine di sostenere il fabbisogno irriguo e di scongiurare la risalita del cuneo salino in prossimità del litorale costiero".
Anche la Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza idrica, mentre la Sardegna ha richiesto al governo lo stato di calamità naturale.
Regione per regione: il problema siccità
In Europa
I cambiamenti climatici dell'ultimo periodo hanno colpito anche gran parte dell’Europa che deve fare i conti con precipitazioni inferiori alla media.Il deficit idrico è di quasi il 50%, dopo che anche l'inverno ha registrato un 48% in meno di precipitazioni. Come riferisce la Coldiretti, gli effetti di questo caldo anomalo e di queste scarse precipitazioni portano a diffusi allarmi incendi e hanno colpito le colture in paesi come Belgio e Francia.