Proporre le strategie di ricerca delle quali hanno bisogno il settore agricolo, il comparto agroindustriale e la protezione dell’ambiente secondo una logica di bottom up  (dal basso verso l'alto) in modo da rendere effettivo il trasferimento della conoscenza dal mondo della ricerca verso quello della produzione basato sulle risorse agricole e forestali della Regione Basilicata.
Il tutto nel solco della visione di Nicholas Georgescu-Roegen, ideatore di un'economia ecologicamente e socialmente sostenibile.

E’ questa la mission dell’associazione cluster lucano di bioeconomia, che unisce imprese agricole e industriali, centri di ricerca ed Università e che è stato presentato nella mattinata di oggi, 18 ottobre 2016, in una conferenza stampa tenutasi a Potenza nella Sala Verrastro della Regione Basilicata.

Il cluster si prospetta come la madre di tutti i contratti di rete per la Basilicata, una sorta di cabina di regia pubblico-privata per le politiche da attuarsi con la misura 16 per l’innovazione del Programma di sviluppo rurale della Basilicata 2014 - 2020 e che punta a proporre reti e progetti finanziabili anche su altri fondi comunitari e con una forte vocazione all'innovazione e all'export.

Sono intervenuti all’incontro con la stampa Luca Braia, assessore alle Politiche agricole della Regione Basilicata, Elio Manti, direttore del Dipartimento Programmazione e Finanze, Giuseppe Masturzo, presidente del cluster lucano di bioeconomia, Domenico Romaniello, direttore dell’Alsia e vicepresidente del cluster, Michele Perniola, prorettore vicario Università degli Studi della Basilicata e vicepresidente del cluster, e Francesco Cellini, del Centro Ricerche Metapontum Agrobios.

“Mi preme ricordare – ha detto Mantiche la traiettoria e le prospettive di sviluppo che la nostra Regione si è data attraverso la Smart specialization strategy, è una strategia di specializzazione intelligente che orienterà tutta la partita della ricerca, dell’innovazione e del sostegno alle imprese. Un documento voluto dalla Commissione europea che è stato predisposto dalla Regione Basilicata in forma corale”.
 
In questo quadro di programmazione Manti ricorda: “Abbiamo messo insieme una prospettiva legata alle politiche per il lancio del settore agricolo e della trasformazione dei prodotti insieme a quello della valorizzazione dei beni naturali. In questo ambito saranno determinanti i ruoli dell’assessorato e dell’Alsia”.

"I cluster – ha concluso - sono elementi essenziali per la strategia di specializzazione intelligente perché mettono insieme le imprese creando network, che è quello che oggi conta maggiormente per poter competere sui mercati nazionali ed internazionali. Le reti rappresentano un’opzione vincente perché un progetto di questo tipo possa funzionare: ricerca, innovazione e imprese dentro una rete che guiderà e sarà l’attuatore di questo importante processo”.

E’ poi intervenuto il direttore dell’Alsia e vicedirettore del cluster lucano di bioeconomia, Domenico Romaniello, che dopo aver illustrato gli importanti traguardi raggiunti negli ultimi anni dall’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura, ha dichiarato: “Abbiamo inquadrato nei nostri programmi il tema della bioeconomia. E' stato un bel cammino che ha coinvolto tutti gli attori interessati”.

“Oggi si battezza un punto di partenza – ha detto Romaniello - La scommessa è quella di creare un impianto che integri il sistema primario con il settore che chiameremo agro-industria”.

Mission e obiettivi sono stati invece illustrati dal professor Michele Perniola.
Abbiamo creato il cluster lucano e programmiamo di unirci alle altre realtà nazionali ed internazionali per allargare la rete”, ha detto Perniola, che ha poi illustrato le finalità della nascente associazione: promuovere la bioeconomia nel territorio regionale contribuendo allo sviluppo del settore a livello nazionale; favorire lo sviluppo e la competitività delle imprese sulle linee strategiche individuate dalla bioeconomia; stimolare l’aggregazione dei soggetti pubblici e privati sui temi della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico; incentivare la formazione specialistica e l’occupazione; promuovere il cluster in contesti nazionali ed internazionali.

“Una grande opportunità che ci consegna il cluster – ha concluso Perniola - è che la ricerca e il settore produttivo smettono di viaggiare su binari paralleli e, per la prima volta, avranno la possibilità di sedersi insieme ad uno stesso tavolo: un tavolo della ricerca che in Basilicata non si era finora costituito”.

“Un elemento fondamentale di questo progetto è che il cluster presuppone un protagonismo attivo delle imprese: esso esiste in quanto c'è una richiesta dal mondo imprenditoriale”,
  ha detto Francesco Cellini, del Centro Ricerche Metapontum Agrobios.
Già in questa fase iniziale stiamo operando nell'interlocuzione a livello nazionale (nel tavolo delle Regioni) e collaborando alla definizione di quella che sarà la futura strategia nazionale sulla bioeconomia avviata in questi giorni”.

“Il cluster
– ha concluso Cellini - nasce con i piedi in Basilicata ma è orientato a livello nazionale e internazionale”.
Cellini ha poi descritto due strumenti operativi dell’associazione: l’aver identificato una sede operativa a Metaponto e aver realizzato un portale web per ottimizzare le attività di comunicazione. All'interno del sito è stata aperta una sessione che consentirà di interloquire con il cluster, proponendo idee progettuali per avviare scambi tra imprese e il cluster.

“Sono tre i principali aspetti di questo nuovo progetto – ha dichiarato Giuseppe Masturzo, imprenditore oleario, presidente del sodalizio - Il cluster nasce per una programmazione dal basso verso l'alto, cioè dalle imprese verso la ricerca. Secondo aspetto: le risorse sono limitate. Bisogna quindi valorizzare le filiere alcune delle quali sono maggiormente abituate a lavorare insieme, altre meno”.

“Il terzo aspetto
– ha aggiunto Mastruzo - chiede come prerequisito una strategia basata su una logica di sperimentazione intelligente. Tra i vari indicatori del ritardo della situazione lucana c’è quello legato al Pil e alla disoccupazione. Il cluster deve essere innanzi tutto un facilitatore: ogni euro speso in ricerca va valutato nel momento in cui può contribuire all'aumento del Pil regionale e allo sviluppo dell'occupazione giovanile in Basilicata".

Luca Braia, assessore regionale alle Politiche agricole, ha detto: “Il cluster, sia sotto l’aspetto politico e potenzialmente economico, esprime un valore straordinario per questa regione e va visto in una logica di sviluppo sostenibile. L’agricoltura può dare contributo enorme alla bioeconomia. Ad esempio le aree marginali, situate nelle aree industriali, nei territori da bonificare, nelle aree delle estrazioni, possono trovare una nuova dimensione sul no - food. Oppure sviluppare il recupero degli scarti".

Braia ha sottolineato che la sinergia tra il Dipartimento Agricoltura e le Attività produttive, va nella direzione di una regione che "prova finalmente a crescere e a fare sistema, unendo i mondi della politica, della ricerca e dell’impresa".

“Con la misura 16 del Psr Basilicata 2014-2020 - ha concluso Braia - abbiamo cominciato a mettere in campo delle opportunità,. Ora dobbiamo lavorare per costruirne altre e soprattutto per costruire insieme alle imprese ed alla ricerca un modello virtuoso, che possa accompagnare l’intera regione in questo percorso di crescita e sviluppo economico intrapreso come strategia unica da percorrere con sostegno multifondo”.