I bandi sono stati presentati il 18 novembre dall'assessore della Programmazione e del bilancio di Sardegna, Raffaele Paci, e dai direttori di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu, e del Centro regionale di programmazione, Gianluca Cadeddu.
Entro il 16 dicembre, dopo la fase di animazione territoriale che inizia domani con il primo incontro per il comparto ittico, dovranno essere presentate le domande di adesione delle aziende per i singoli cluster di ricerche. Ogni cluster per essere costituito dovrà essere composto da almeno cinque imprese.
Il bando, cofinanziato dal Piano operativo regionale per la Sardegna 2014–2020, non comporta aiuti diretti alle aziende agricole e di trasformazione, ma offre loro la possibilità di utilizzare i frutti della ricerca applicata dell’ambito prescelto, a patto di collaborare alla fase di sperimentazione. E segna l'avvio della strategia plurifondo di Regione Sardegna nel settore agricolo perché, in questo caso, le ricerche saranno finanziate dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Mentre verrà mantenuto lo spirito di filiera delle misure 124 dei Psr 2007/2013.
Gli incontri di animazione per il settore agricolo si terranno: il 1° dicembre – per il comparto vitivinicolo – presso Agris Azienda sperimentale a Villacidro e il 3 dicembre – per il comparto lattiero-caseario – al Centro congressi Nuraghe Losa.
"Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie - dice l'assessore della Programmazione e del bilancio Raffaele Paci, che aggiunge - è proprio l’agroalimentare l'area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fondo europeo di sviluppo regionale, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo - conclude il vicepresidente della Regione – l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale”.
“Scopo di queste attività - sostiene Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche - è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione”.
Per il comparto lattiero caseario si punta alla costituzione di due cluster.
Il primo è dedicato alle "Contaminazioni: formaggi freschi al gusto di Sardegna". Le attività progettuali si avvieranno con uno studio delle caratteristiche del target/mercato su cui si intende proporre i nuovi prodotti.Siintende arricchire la tradizione casearia sarda con i sapori tipici che si ritrovano nel territorio isolano. Sulla base delle risultanze dello studio verranno avviate le attività di sperimentazione dei nuovi prodotti, attraverso la costruzione delle formulazioni, la realizzazione di prove pratiche di produzione. I prodotti così ottenuti verranno sottoposti a panel test sulla base dei quali effettuare eventuali modifiche per la definizione delle formulazioni finali dei prodotti. Successivamente alle analisi sensoriali verranno elaborate le schede tecniche dei prodotti individuati.
Il secondo cluster punta invece sulla "Diversificazione di prodotto nell’ambito del Pecorino Romano". Il progetto di innovazione prenderà avvio con attività di sperimentazione legate alla produzione del Pecorino Romano. Rispetto a quelle già individuate all’interno del disciplinare, verranno sperimentate stagionature più lunghe. Una volta stabilite le tipologie ed effettuate le prove di produzione e le prove sensoriali, verranno definiti i processi di lavorazione ed elaborate le schede tecniche.
Per il comparto vitivinicolo si punta invece sul tema "Spumanti innovativi da vitigni autoctoni". Nell’ambito del progetto verranno eseguite prove di spumantizzazione, con i metodi Charmat e classico, sia dei vitigni maggiormente coltivati nell’isola sia di quelli minori, entrambi individuati di concerto con le cantine partecipanti al cluster. Attraverso la realizzazione di panel test e analisi sensoriali verranno individuati i vitigni più adatti alla spumantizzazione e il metodo da utilizzare. Sulla base dell’interesse delle cantine partecipanti al cluster, potrà essere avviata una analisi di fattibilità per l’apertura di un centro di spumantizzazione gestito in maniera consorziata.